La primavera 2015 è iniziata con un magnifico tour al sud, di quelli che sognavo da anni e finalmente, incastrando impegni e inviti, si è materializzato nel ponte del primo maggio. Gargano e Matera son stati un’accoppiata vincente che consiglio a tutti gli amanti di natura e cultura: troveranno pane per i loro denti e la genuina accoglienza di persone squisite, come i prodotti della loro terra.

Inizio il racconto del mio viaggio da Vico del Gargano, il borgo che mi ha ospitato nei primi tre giorni, e ringrazio nuovamente il mio super – padrone di casa, Pino del Pizzicato eco BB. Ecco la descrizione parziale della sua casa, che si leggerà per intero nel post dedicato a Mangiare Bere Dormire sul Gargano…

Pizzicato eco BB è una soluzione ottimale per soggiornare a Vico del Gargano, uno dei Borghi più belli d’Italia. Offre diversi appartamenti in una casa all’inizio del paese, poco prima del centro storico che si raggiunge con una comoda passeggiata di dieci minuti scarsi. Si parcheggia in strada di fronte all’ingresso e poco lontano, sulla strada principale, c’è un comodo supermercato per fare la spesa, piccoli negozi, ristoranti e pizzerie.

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Vico del Gargano è davvero un borgo bellissimo raggiungibile in pochi minuti dalla superstrada, quella che si imbocca all’uscita autostradale di Poggio Imperiale. Dormire al Pizzicato e camminare fino al centro storico è molto comodo e funzionale. Uscendo sulla via principale d’accesso, la strada scende a destra verso il mare, la splendida spiaggia di San Menaio e Rodi Garganico a seguire; a sinistra sale nell’antico borgo, vicus, case abbarbicate da millenni sulla collina. Una rotatoria su Piazza San Francesco ci introduce alle due direzioni possibili: Foresta Umbra, Peschici, Vieste a sinistra, passando per un bellissimo giardino e magari fermandoci al Pizzicato bar per una dolce pausa; castello e antico nucleo urbano a destra.

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Ricche botteghe di alimentari, casalinghi, abbigliamento rallentano l’andatura di ogni donna italiana, ma il più piacevole rallentamento è tra i ciottoli delle strade e le vecchie case, alcune curatissime, adattate alle esigenze di un turismo discreto e non invasivo, altre sgarrupate ma per questo ancor più genuine, che proprio per questo sono le mie preferite!

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L’esperienza sensoriale visiva è fortissima, complici le porte e finestre dipinte che adoro, i fiori e le piante che si prendono tutto lo spazio possibile, sfidando le leggi della compenetrazione dei corpi, ben oltre i tentativi dell’uomo di sistemarli su balconi e muretti.

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Non sono da meno gli aspetti olfattivi con tanti profumi che ci riportano indietro nel tempo: nei borghi del Gargano da sempre l’agricoltura e l’allevamento si praticano fuori dal centro, mantenendo la comunità coesa in paese (tutto il contrario del nord, operoso ma individualista). Nel Gargano vi sono pochi vigneti mentre sono presenti soprattutto gli uliveti, sempre meno redditizi come ci mostrano anche le recenti cronache, e i pregiati agrumi che godono di una fama ben maggiore e oggi si fregiano del marchio IGP.

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Nel borgo si viveva e si vive condividendo a volte gli spazi, stando vicini agli animali da reddito che hanno sempre fornito sostentamento all’uomo, in una simbiosi millenaria scalfita solo negli ultimi decenni dalla modernità, con i suoi pregi e difetti.

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L’odore acre degli ovini non mi dà noia, è quanto di più naturale ci sia e si sente passando accanto alle stalle, poste al piano terra di alcuni edifici. Questi odori vicini sono accompagnati dalle migliori sensazioni uditive: lo scampanio degli stessi ovini, ora vicino, ora lontano secondo la direzione del vento, con una grande sensazione di pace.

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In pace passeggio da sola, sorrido alle persone che incontro, pronte a ricambiare il mio con il loro sorriso. Alcune però brontolano perché molte vecchie case son state messe a reddito con dubbie operazioni commerciali e, purtroppo, con due risultati nefasti: i tanti, troppi cartelli vendesi – affittasi e il rischio che il Vico si svuoti. Spero proprio che ciò non succeda ma io per prima mi rendo conto dei disagi che deve affrontare chi vive qui.

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Mi ci vogliono tre diverse passeggiate per vedere tutto, forse. Casale, Civita, Terra sono i tre rioni che compongono il Vico, così diversi che solo alla fine della visita me ne rendo conto.

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Il Vicolo del Bacio, con il suo mezzo metro di larghezza, costringe ad abbracciarsi per passare in due, stretti stretti.

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Ma sono tanti i vicoli e le scalette da salire e scendere a Vico, per poi trovarsi di sorpresa a uno slargo, una piazzetta dove un placido gatto “riposa” su un’ape o un cagnolino curioso mi abbaia e mi segue, come un’ombra!

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I caratteristici camini delle case con le loro volute di fumo mi ricordano che al mattino e alla sera fa freddo, anche a fine aprile. Fumi e profumi si mescolano ancora, legna e cibo: al mattino e alla sera la preparazione dei sughi in casa diffonde effluvi fantastici che mi fanno immaginare la loro bontà a tavola, un invito che purtroppo rimane nell’aria.

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Infine gli aspetti culturali e storici di Vico ci rimandano al Medioevo di Federico Barbarossa, che nel Duecento fu promotore della rinascita di queste bellissime zone dopo alcuni secoli di decadenza. Castel del Monte non è lontano, ben più maestoso del piccolo, raccolto castello di Vico, cinto parzialmente da mura altissime e arricchito da ben undici chiese, alcune delle quali si trovano fuori dal centro abitato.

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La più importante viene detta Chiesa Matrice, anche negli altri paesi del Gargano che ho visitato, ma che fatica trovarle in questo dedalo di viuzze! Francamente preferisco le chiese più piccole serrate tra le case vicine, veri luoghi di culto con qualche statua, crocefisso, madonna e via, ma senza decorazioni e orpelli, eccessivi e inutili. Siamo lontanissimi dallo sfarzoso concetto di chiesa romana che da oltre mille anni sfama e affama, dà e toglie, predica e razzola. Qui la chiesa è il luogo di culto della domenica, il punto d’incontro di una comunità attorno ai suoi rappresentanti che mi auguro siano vicini alla gente, non come le gerarchie romane.

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Le chiese però sono quasi tutte chiuse, solo a San Marco trovo una porta aperta e la possibilità di una piccola preghiera nel mio stile incerto e diffidente, sgarrupato come le belle case di Vico. Davvero uno dei borghi più belli d’Italia!!

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