Oggi è l’ultimo giorno di visite, ma è anche per metà gruppo il giorno più lungo con l’aereo per Istanbul nella notte successiva, ancora 9h di stopover e poi i voli su Roma e Venezia per finire il viaggio. I più fortunati che rientrano su Milano avranno una notte normale e il rientro la domenica. Iniziamo con il Museo del Cairo che raggiungiamo con la nostra sempre gradita passeggiata dall’hotel. All’ingresso la guida si fa attendere per qualche minuto, perdiamo un po’ di tempo, poi quando ci troviamo ritiriamo le cuffiette “obbligatorie”, ovviamente a pagamento, studiate affinché la guida non debba urlare ad ogni spiegazione. Per fare il giro più logico abbiamo dovuto venire qui al mattino, ma ci sono le orde di turisti come a Luxor, faccio davvero fatica a seguire le spiegazioni. Quanta gente c’è?? Quanti reperti sono stati ammucchiati qui?? Sì, ammucchiati, fermi forse da decenni in una sistemazione museale decisamente antiquata, con nessuna aria di ammodernamento come se ci dicessero “avete voluto venire – ecco se volete i beni esposti sono qui così, prendere o lasciare”. Certo anche le didascalie sono latitanti, l’illuminazione scarsa, insomma è meglio avere una buona guida per apprezzare il luogo. Il grosso delle statue, dipinti, sculture è al piano terra, mentre al primo piano si gode maggiormente dei beni esposti, forse perché ne abbiamo metabolizzato la storia in viaggio. Il tesoro di Tutankhamon è spettacolare, gli arredi funerari pure, per non parlare dei tantissimi sarcofagi, mummie (sala delle mummie accessibile con biglietto a parte, 100 EGP, carissimo), i tesori di epoca greco – romana tra cui spiccano i ritratti del Fayoum, le testimonianze dell’epoca cristiana, piccoli e grandi tesori che ci permettono in 4-5h di completare la visita. Diamo la meritata mancia alla guida bravissima, mangiamo un boccone poi, rimasti solo in 8, andiamo alla Cittadella con un signore anziano, che ci carica sulla sua Peugeot 405 vecchia e sgangherata facendomi sentire più all’Avana che al Cairo. Siamo a metà pomeriggio, anche oggi non abbiamo molto tempo per questa visita: la collina su cui fu costruita la roccaforte dove si è svolta buona parte della storia della città è molto scenografica, con bellissime viste sulle moschee sottostanti e, in lontananza dietro la solita foschia, le piramidi.

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Comincia a fare freddo e, un po’ alla spicciolata, terminiamo il giro, i miei ragazzi vanno alla città vecchia, io scelgo un lento rientro in hotel, da sola, iniziando da un bel giro tra le moschee a partire dalla bellissima moschea Ibn Tulun. Mi è difficile entrare nella sala della preghiera, riservata ai maschi, mentre le donne affollano una piccola sala con a malapena lo spazio per pregare e inginocchiarsi verso la Mecca.

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Ho proprio voglia di mischiarmi ai cairoti, continua a farmi impressione il disordine e la sporcizia, come se la città non fosse di nessuno e non avesse un governo per mantenerne un minimo di decenza. L’hotel dista alcuni km, piano piano me li faccio e quando cala la sera cerco di percorrere solo le strade illuminate e affollate. Ho un ottimo ricordo di questa passeggiata, rientro su Midan Tahrir da sud e, invece di prendere il ponte che mi porta verso ovest all’hotel, svolto nel viale di Felfela dove, nell’omonimo take away, prendo uno shawarma (kebab) e felafel, davvero ottimi ed economici. Con un’ultima passeggiata volgo lo sguardo a questa città stranissima e, rientrata in hotel, mi sistemo in attesa degli altri facendo ordine nei bagagli dalla stanza, dove stasera dormiranno gli ultimi fortunati del gruppo. Ci vuole molto tempo per riunirci, l’ultima cena si svolge ancora all’ultimo piano dell’hotel, poi iniziamo i saluti e a mezzanotte un piccolo bus ci porta (siamo 7) in aeroporto.

Cosa abbiamo visitato:

IL CAIRO – la capitale è una megalopoli con ben 20 milioni di abitanti, il 25% dell’intera popolazione egiziana, pertanto racchiude tutti i problemi possibili, dall’inquinamento al traffico, dalla sporcizia al disagio sociale in molti quartieri. Ma il Cairo nasconde anche piccole oasi di pace come perle rare, che con un po’ di fortuna si possono visitare lontani dal caos dei luoghi più turistici o dei ritrovi dei cairoti, primo fra tutti le sponde tranquille del Nilo su cui scorre una parte della vita cittadina. Il “must see” è senza dubbio il Museo Egizio, summa di tesori immancabili che vanno visti e studiati insieme a “tutto il resto” ovvero i preziosi beni rimasti nei siti originari e i tantissimi cimeli custoditi nei principali musei d’arte del mondo. Altri luoghi di interesse includono il quartiere copto e il quartiere islamico, aree molto diverse ma interessanti, la Cittadella che si erge su una collina a raccontare la storia più recente della città e ne offre un panorama particolare sino alle piramidi, e naturalmente il souk per i patiti dello shopping ma non solo. Un discorso a parte (in questo non sono obiettiva) meritano le numerose splendide moschee: esse da sole varrebbero un tour dedicato non solo per il loro valore architettonico, ma anche per l’indubbia valenza sociale che rivestono nella vita quotidiana della città.

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