Secondo il programma dovremmo alzarci presto per vedere l’alba, nuovamente, dalla duna. Io mi sveglio alle 4,30h con i migliori propositi, ma non ho voglia di muovermi.

Con quattro compagni di viaggio approfitto per riposare e fare colazione al camp, mentre in effetti 10 pax si alzano presto e, più o meno organizzati, con o senza l’alba, fanno un altro giro in fuoristrada. Son tutti contenti, sia quelli che hanno riposato sia quelli che si sono mossi presto.

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Salutiamo Wahiba Sands col sorriso sulle labbra e andiamo a Wadi Bani Khalid dove passiamo una mattinata super tra verdi e fresche acque, cascate e pescetti, ponticelli e passaggi su rocce.

Lasciamo le auto a valle al mega parcheggio e camminiamo, c’è un baretto per rifocillarsi prima o dopo l’escursione che utilizziamo come base e luogo d’appuntamento per ritrovarci dopo 3h. Io cammino fin quasi alla grotta, faccio fatica perché ho dei grossi arretrati di sonno e rientro al baretto dove mi sistemo al sole a scrivere in attesa del gruppo.

Man mano che i pax tornano carichi d’energia dalle loro avventurose nuotate, li ascolto con attenzione. Contenti loro contenti tutti ma… che fame! Dopo le 12 ci facciamo portare dalla guida a un ristorantino pakistano sulla strada, tipico luogo di sosta dei gruppi Anm. La pappa è buona ma il servizio è lentissimo!

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Jalaw Bani Bu Ali è un paese dove si può passare un’ora piacevole, prima di andare al mare. Ci sono due belle cose da vedere, un castello diroccato e una moschea ben tenuta, dove abbiamo la fortuna di entrare perché i fedeli (maschi) sono gentili e accoglienti con noi.

Khalid ha fretta, non si sa perché, di arrivare a destinazione, spesso pesta sull’acceleratore e abbiamo vita dura a dirgli di rallentare. Oggi finalmente prende una multa per eccesso di velocità, una cifra irrisoria tipo 25 euro, ma ancora non gli serve di lezione per rallentare.

Ras Al Jinz è la base per andare a vedere le tartarughe sulla spiaggia, di notte, con la speranza di imbatterci nella schiusa delle uova. Ci arriviamo all’imbrunire, in tempo comunque per vedere che il camp, della stessa proprietà di Wahiba Sands, è ottimale per noi: stanze e bagni sono puliti, per il resto è molto basic. Per non pensarci dopo, chiedo al personale di farci portare una cassa di birra per la sera, ma per delle vicissitudini loro non ci riescono.

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Pazienza, dopo l’ottima cena a buffet al camp vorremmo già andare in spiaggia alle ore 20, ma ci fanno aspettare così arriviamo solo alle ore 21 al Turtle Reserve. Il parco nazionale è famoso nel mondo per la tutela delle testuggini in tutte le fasi della vita, sin dalla deposizione delle uova. Siamo infatti circondati da decine di persone di ogni tipo, con in mano un bel bigliettino numerato. Nella lunga attesa leggo il libro degli ospiti. Gli italiani sono i soliti frustrati criticoni in perfetto stile Tripadvisor, ma ci sono anche commenti entusiasti di chi ha visto un tartarugone e/o deposizione delle uova, schiusa dei tartarughini deliziosi e loro corsa verso l’acqua, è tutta questione di fortuna.

Usciamo sulle 22,30 ci caricano su un pulmino e ci portano in una spiaggia buia dove la guardia con voce sommessa sciorina dati e numeri sulla riserva, e descrive i buchi dove le tartarughe dovrebbero avere deposto. Parla così piano che lo si capisce solo standogli vicinissimo. A noi capita una povera tartaruga semisepolta in una grossa buca, nella quale annaspa con le zampe anteriori senza avere alcuna possibilità di uscire. La guardia regge in una mano la torcia per mostrarci lo spettacolo (!!!), nell’altra mano con lo smartphone scrive agli amici su whatsapp. Scena pietosa e inutile che più di tutto ci irrita. Per completare l’opera una seconda guardia fa uscire un tartarughino (dalla tasca dei pantaloni) e, appoggiato sulla sabbia, lo inonda con la luce della torcia per metterlo sulla buona strada verso il mare. Povero, speriamo che non s’imbatta in pesci o altri predatori, certo la sua sopravvivenza non dipende da noi. Se tutto va bene, da adulto misurerà 1,20 m di lunghezza, arriverà a 80 anni di vita e verrà qui a nidificare ogni tre anni, soprattutto a giugno e luglio. Scaverà un metro di sabbia per deporre uova che, dopo 60 giorni, schiuderanno, saranno maschi se la temperatura arriverà a 28°C, femmine se supererà 29°C. Memorizzo tutti questi dati e li annoto subito al nostro rientro, mi interessa tutto quanto ma dobbiamo riconoscere che assistere a questa messinscena ci è sembrata una presa in giro enorme. Cosa potevamo fare in alternativa? Se andavamo da un’altra parte, qui vicino da soli (sconsigliato, è vietato muoversi nel parco fuori dai percorsi) o a Ras al Hadd, avevamo la stessa probabilità del 50% di vedere le tartarughe. Con questa domanda senza risposta andiamo a dormire, pensando che domani è il giorno del relax in spiaggia, finalmente. Notte!

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