Pure questa giornata inizia all’alba, visto che dobbiamo percorrere oltre 600 km per attraversare tutto il Paese sino alla capitale, passando per la famigerata Marib affascinante ma “molto pericolosa” quindi con molti tratti dov’è necessaria la scorta. Partiamo alle 6,30 e salutiamo il verde fertilissimo Wadi Hadramaut, incrociamo le donne velate con il capo coperto da altissimi cappelli di paglia, e a velocità sostenuta giungiamo al governatorato di Shabwa con il deserto da dove normalmente i gruppi sono prelevati dai beduini, ma per andare poco oltre a dormire in un postaccio! Noi facciamo solamente le foto di rito alle belle dune e proseguiamo fino alla zona di Marib, decisamente affascinante e carica di storia ma purtroppo mal conservata e poco valorizzata. Visitiamo i cinque siti del giro classico: la diga vecchia, la diga nuova, il vecchio insediamento di Marib, i templi del sole e della luna.

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Img1151 Ma'rib

Seguono impressionanti pozzi petroliferi e una piana senza fine che però, dopo circa 200 km, si risolleva nelle alte montagne che ci riportano al paesaggio da cui eravamo partiti dieci giorni prima. Mangiamo frutta a bordo strada, ripartiamo e prima delle 17 siamo di ritorno in hotel. Salutiamo a malincuore i nostri tre angeli custodi, gli autisti, convinti di non vederli più (!!!) e diamo loro la mancia. Ci sistemiamo nelle stesse stanze che avevamo all’inizio del viaggio e, per l’ultima cena, andiamo a mangiare pesce: gamberoni fritti, contorno di zuppa riso e verdure.

Img1148 Ma'rib
Img1203 Wadi Dahar

L’ultimo giorno del viaggio Yemen Nord Sud andiamo nei dintorni di Sanaa, nei villaggi che guardano la capitale dall’alto e ce la mostrano ancor più grande e bella. Beit Baws è la “città del bacio”, con un bell’insediamento medievale completo di moschea e sinagoga, incassato in una valle dove scorre un fiume bloccato da una diga antica, e Wadi Dahar è un altro wadi con viste assai scenografiche, ma più famoso per la casa sulla roccia (ce n’è una simile, e più antica, ad Al Mukalla) che ha solo 70 anni ma è diventata una casa museo concepita e arredata con cura e gusto, con la suddivisione degli spazi e tutte le caratteristiche delle case yemenite tradizionali. Dopo un bel tè caldo all’ombra di un’elegante tchaikana alle 13 torniamo a Sanaa; qui possiamo dare un ultimo sguardo alla spettacolare magica capitale dello Yemen, lasciandoci guidare dai sensi alla scoperta di angoli già visti o di nuovi scorci, ognuno dove vuole, abbracciati dai dolcissimi abitanti che a ogni età ci salutano e chiedono da dove veniamo, che facciamo ecc. Avevo già fatto un rullino di foto al nostro arrivo, ora ne faccio di più. La sera mangiamo pollo fritto in un ristorantino anonimo e semplice vicino all’hotel, poi sbrigo le ultime formalità con il corrispondente. Poco dopo le 21, stracarichi e stanchi, con il pulmino andiamo in aeroporto. Maher e Ali vengono con noi e qui davvero li salutiamo, facciamo un lungo check in con molti controlli, il volo parte quasi puntuale. All’alba del 30 settembre atterriamo a Fiumicino, l’aeroporto è ancora deserto, alla coincidenza con i voli per Milano e Venezia ci salutiamo e ci separiamo. Tutto è bene quel che finisce bene, è stato un viaggio intenso ma altrettanto intense sono le emozioni che spero ci porteremo dentro a lungo. Ancora una volta shukran – grazie – ai miei compagni di viaggio, spero di incontrarli ancora per le strade del mondo, come sempre, Inshallah.

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2 comments

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Meravigliosa la casa sulla roccia! un pizzo! grande l’uomo!

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grandi gli uomini che hanno costruito. piccoli gli uomini che hanno distrutto. ciao elisabetta

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