Adesso è rimasta solo sui tetti e nei giardini, ma la poca neve scesa a Milano la scorsa settimana ne ha cambiato il volto. Per fortuna le strade e i marciapiedi sono stati puliti in tempi brevi, così da limitare i disagi alle persone e ai mezzi. E sabato mattina un incontro pianificato da tempo, una passeggiata fotografica in centro con compagni di viaggio vecchi e nuovi, è stata una piacevolissima scoperta.
Quando li ho raggiunti in Piazza del Carmine erano già in giro da quasi mezz’ora, tutti imbacuccati per il freddo e ognuno con in mano una bella macchina fotografica. Ne conoscevo pochi ma l’influenza e gli impegni hanno tenuto lontano molte persone, peccato. Alcuni dei presenti stavano appresso a Delia, il migliore cicerone che ci potesse capitare, per ascoltare le sue dettagliate spiegazioni. Altri si guardavano intorno poco lontano in cerca di uno scorcio ispiratore o del dettaglio originale che i colleghi fotografi non avrebbero visto. Infine c’erano i chiacchieroni, gli irriducibili che parlano sempre ma si confondevano nel gruppo.

Mi sono semplicemente mescolata a loro salutando senza clamore, finché in pochi minuti anch’io ascoltavo, parlavo e fotografavo. Abbiamo potuto ammirare palazzi vecchi e nuovi, angoli suggestivi, scorci che nella frenesia di tutti i giorni restano inosservati ma non per questo sono meno interessanti.

In tarda mattinata abbiamo trovato le porte delle chiese chiuse, così ci siamo consolati sorseggiando una bevanda calda in un bar di corso Garibaldi. E poi ancora in giro, abbiamo fatto zigzag tra le piccole vie di Brera punteggiate di negozi eleganti sovrastati da balconi e finestre altrettanto eleganti.

Siamo saliti fino al Ponte delle Gabelle e all’incrocio con i bastioni infine, lentamente, abbiamo ripreso il corso per mangiare qualcosa insieme dato che era l’una passata.

A quel punto però ho pensato di rientrare verso casa per fermarmi in Papiniano a comprare frutta e verdura. Ho salutato gli amici vicino a piazza duomo e di buon passo ho imboccato via Torino. Avevo il naso all’insù e ogni momento dicevo che meraviglia, è tutto bianco. In realtà i colori chiari non erano dominanti, ma solo allora mi sono accorta che la città aveva assunto delle sfumature insolite, per il timido sole che non scaldava ma dava la sua bella luce, e un percorso arcinoto visto con occhi diversi sembrava altro: un’altra città, altre persone, un contesto impensabile.
Al Carrobbio ho guardato a destra, dove avrei dovuto andare secondo programma, ma davanti a un viale più luminoso e aperto non ho avuto dubbi ad andare verso le colonne!!

Non avevo mai ammirato così le colonne di san Lorenzo, il parco delle basiliche, le porte che si vedevano l’una nell’altra fin quasi a riflettersi all’inizio di corso San Gottardo, oltre porta XXIV Maggio.

A Sant’Eustorgio mi sono soffermata ad ammirare uno splendido giardino innevato e mi sono sentita nella città che ho dentro di me, vicina alla Mitteleuropa che scoprivo oltre 20 anni fa e che ultimamente, andando più spesso alla scoperta di lidi lontani, avevo in qualche modo dimenticato.

Gli altri passanti erano più sbalorditi che infreddoliti, molti come me facevano foto o portavano a passeggio cani bellissimi e felicissimi.

E un passo dopo l’altro, una foto dopo l’altra, sono arrivata fino a porta Genova all’imboccatura dei navigli.

A quell’ora sono pressoché deserti ma pure là, con una leggera coltre bianca che copriva tutto, non mi sono sentita a Milano.

Si erano fatte le 15 e i miei banchetti di Papiniano se n’erano andati, io dopo cinque ore in giro a piedi me ne sono tornata a casa e ho notato con piacere che non ero stanca né avevo freddo. Fame sì, ma con uno spuntino me la sono cavata.

Bellissima esperienza, da ripetere sicuramente, inutile dire che le mie foto sono celate in un rullino e chissà quando le vedrò, ma arriveranno.
Grazie agli amici di sabato: Arcangelo (che gentilmente mi ha concesso una parte delle sue foto), Delia, Gianni, Guido, Maya, Rosangela, Simona, Stefano che conoscevo già, a Isabella e agli altri che non conoscevo, arrivederci a presto.

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6 comments

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Bello il tuo racconto sulla passeggiata nella Milano imbiancata.
Complimenti !! ciao ciao Ettore e Piera

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Ciao Bianca, mi chiamo Rosy. Sono un’amica di Simona Riccardi. Il racconto della vostra passeggiata nelle strade ancora innevate e cariche di suggestione, mi ha ricordato come per riappropriarsi della nostra città, a volte sia sufficiente percorrerla a piedi e senza fretta (cosa che ci accade assai di rado) e soffermarsi con piacere su particolari che spesso ci sfuggono perchè siamo abituati a guardare solo all’altezza dei nostri occhi!!!!!!!! Bellissimi il tuo “articolo”!!

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grazie cara rosy, non so dove stai ma se con questa scusa cominceremo a guardare tutti il luogo dove viviamo con occhi curiosi, o anche semplicemente ci prenderemo il tempo necessario ad apprezzarlo, vivremo tutti un po’ meglio! a presto su questi schermi!! roberta

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E si! la neve ci permette di cambiare punto di vista e scoprire cose nuove nel noto andamento quotidiano.
Grazie per il viaggio in una Miano insolita, a presto Nadia

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eccoti nadia che piacere, ti assicuro che passare dal grigio invernale così tipicamente milanese, ahimè, al bianco, attenzione non il total white della montagna ma un bel bianco qui e là, è stato emozionantissimo. e ho tanta voglia di venire ad abano quindi preparati, ti avviso asap, a presto grazie ancora e buona serata. roberta

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ehi, l’ultima domenica di marzo, il 25 per essere precisi, ritorna il photowalk, venite?

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