6 gennaio 2013, da Erg Chebbi alle Gorges du Todra e Gorges du Dades.
Tutti in piedi prima delle 7, andiamo a vedere l’alba su quella che è ormai la nostra duna. Anche adesso il sole sale in un attimo, ma ci scalda di più un bel tè caldo. Riprendiamo la strada della civiltà, chi in groppa al suo dromedario, chi a piedi. Che meraviglia! La sabbia del mattino è più compatta di quella della sera e si procede con facilità senza sprofondare, l’importante è non seguire le impronte dei dromedari.
In hotel facciamo colazione e ci laviamo sommariamente ma riprendiamo il bus dopo le 10, ciò significa avere davanti una lunga giornata di trasferimento tra altri paesaggi eccezionali, davvero di tutti i colori, mi impressionano soprattutto le altissime montagne innevate che si stagliano all’orizzonte. Oggi e domani percorriamo la valle delle kasbah , una sequenza di villaggi, oasi, souk autentici privi di turisti dove tutti ci salutano sorridendo, vallate desolate. C’è abbastanza benessere, sia per chi vive di turismo sia per il resto della popolazione. Invece di mettersi “quelle cose nelle orecchie per ascoltare la musica” come io chiamo l’ipod, noi cantiamo come ai vecchi tempi di avventure. Qualsiasi canzone degli ultimi 50 anni è buona, siamo ben assortiti come immaginavo dall’inizio, proprio un’allegra compagnia.
Facciamo brevi soste tecniche e shopping funzionale, mangiamo in una specie di autogrill, scambiamo le impressioni di metà viaggio e la cosa più bella che mi dice un partecipante, uno dei più giovani membri del gruppo, è: “Questo gruppo spacca”! Dovremmo scegliere se visitare le più turistiche gole del Todra o le più nascoste gole del Dades , la nostra destinazione della sera. Corriamo un po’ per fare tutto e arrivare prima del tramonto, stiamo quasi sempre sul pulmino, camminiamo solo per vedere alcuni scorci delle gole. Al Todra l’ampia strada fiancheggia il fiume ma è “infestata” dalle famigerate bancarelle provviste di paccottiglia per turisti, mentre alberghetti in stile vagamente alpino invitano a una visita. La strada sempre più tortuosa attraversa altri paesaggi stupendi, man mano che si abbassa la luce del sole dà colori sempre diversi al paesaggio dominato da possenti rocce vulcaniche dalle forme bizzarre, mani di scimmia, piedi di scimmia… Giungiamo al Dades al calar del sole, come temuto, poiché siamo quasi a 1.700 m slm e andiamo su e giù a piedi per vedere il tramonto, questo posto è molto aspro e brullo ma affascinante, con negozietti e alberghetti tutto mignon. In hotel facciamo presto a prendere le stanze, gelide come nei precedenti alloggi e con stufette inutili per scaldarci. Doccia e cena sono i momenti più tranquilli della giornata, poi l’andazzo canterino del mio bellissimo gruppo si scatena e con l’aiuto di un ipad scatta un karaoke pazzesco fino a…. tarda serata.
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