I GIORNI DELLA PASTA MADRE
Vado in giro con la mia pasta madre in barattolo e la farina per rinfrescarla almeno una volta a settimana. Non sia mai che inacidisce, non potrei più fare il pane e la focaccia, funziona così da quasi un anno e non intendo abbandonarla. All’inizio di febbraio si tiene il Pasta Madre Day, un evento che le Comunità del Cibo hanno dedicato alla condivisione dei metodi naturali per produrre pasta madre e fare il pane in casa. Non posso mancare, anzi unisco l’utile al dilettevole: Francesca, una collega coordinatrice di Avventure, ospita la lezione e spaccio di pasta madre nel suo agriturismo in Valdarno, il Poderaccio. La raggiungerò per le strade traverse che solo nel fine settimana posso fare. Ripasso per l’ennesima volta davanti all’ufficio e svolto a sinistra per Badia a Passignano, ma che meraviglia, chissà quando avrò il tempo di visitarla! La strada è tutta curve e tornanti, tira un vento caldo e c’è un’aria surreale come se dovessero scatenarsi insieme tutti gli elementi atmosferici alla fine di una settimana tiepida, sempre sopra i 10°C. Calcolo meno di un’ora per arrivare a San Michele in Collina, ma non basta! Greve in Chianti e Figline Valdarno sono i centri principali lungo il mio percorso, separati da chilometri di saliscendi tra boschi e vigneti, belli e vari anche nei colori spenti dell’inverno. Le ultime salite mi spaventano, vi sono lunghi tratti di sterrato e la mia auto non è in condizioni ottimali, diciamo così.
Arrivo in tarda mattinata, quando mi presento la lezione è iniziata, anzi trovo una decina di signore già intente a massaggiare un impasto enorme con le mani, come se si trattasse di un malato da soccorrere, scena fantastica ma oggi sono in observation mood. Annalisa, la docente, da anni persegue la preparazione casalinga del pane tra gli stili di vita sostenibili, ha scritto un bellissimo libro sull’argomento. Le chiederò il permesso di copiare l’incipit perché quello dice tutto. Anche per una come me, con qualche conoscenza tecnica sul tema, le sue spiegazioni sulla storia e l’utilizzo della pasta acida sono interessanti e utili. Gli impasti formati a mano restano due ore a lievitare, presso il caminetto acceso.
Vado su e giù con inquietudine per vedere e ascoltare tutti, mi preme visitare la location che ospiterà, tra quattro settimane, il raduno del mio ultimo viaggio con Avventure in Marocco. Piove a dirotto ma che bel posto! Tutto sa di natura vera, pulita, di una terra che lavorata in un certo modo dà buoni frutti, in equilibrio con l’uomo, un posto a misura di famiglia ma pieno di vita e voglia di fare, seppur tra mille fatiche. La gentilissima Francesca, seppur molto indaffarata a preparare il pranzo per oltre venti persone, inclusa una decina di bambini piccoli, mi dedica del tempo. Io ottengo la sua attenzione con una selezione delle mie conserve di cui le avevo parlato, con grande sorpresa le ritrovo nel menù, che soddisfazione! E che gioia sentire nuovi amici che le assaggiano e ne fanno commenti entusiasti! E che pranzo sontuoso: antipasto toscano abbondante di salse, olive, pomodorini secchi e pecorino di fossa semistagionato con pane fatto in casa (echevvelodicoaffà), ribollita, stufato di chianina e insalata mista. Per finire il cheesecake che purtroppo non riesco a mangiare. Vogliamo parlare del vino? Una base chianti delle più semplici nel classico fiasco ma senza marchio, scorgo la brochure del produttore e prendo appunti; sta a Tavarnelle (e un’idea mi balena subito in mente)!!
Dopo pranzo il forno a legna è pronto per infornare: la temperatura giusta è quando gettandovi un pugnetto di farina bianca imbrunisce in 20-30 secondi. Le pagnotte gonfie entrano una a una e io… devo partire. Tutte le cose belle finiscono, le assaggerò la prossima volta. Arrivederci al Poderaccio, grazie e a presto a Francesca e alla sua bellissima famiglia!

Inoltre vi consiglio di leggere...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. Required fields are marked *