Quaggiù a Hammoudi non ci sono più i pulmini per tornare a casa, così io e Simo saliamo coraggiosamente i famosi 260 scalini della vecchia mulattiera che ci riporta al centro di Oia, sotto un sole ancora caldo.

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Il panorama è così bello che ci ripaga di tutte le fatiche, sia in basso dalla parte di Hammoudi, dove molti somarelli portano ancora in giro i turisti…

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sia a metà percorso dove vi sono addirittura alcuni edifici diroccati…

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finché in cima abbiamo il colpo d’occhio.

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C’è il bianco accecante degli edifici meravigliosamente arroccati sulla falesia da una parte, il vulcano e le isolette di fronte con lo sfondo del mare blu dall’altra.

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Scatto foto a raffica consapevole che finché siamo in due facciamo presto, mentre poi in 18 saremo rallentati.

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Santorini ha una bellezza di cui non mi stanco, anzi la meraviglia cresce ogni giorno anche quando torno in un luogo già visto.

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Il tempo passa e, arrivate in cima alla salita, c’è da camminare almeno mezz’ora per tornare da Galini: arriviamo alle 17,30 e alle 18,30 dovremmo uscire col gruppo. Infine voglio chiedere alla nostra padrona di casa info sui traghetti per Ios, che per me sono una questione semplicissima: vanno, tornano, ce ne sono tanti. Non so come mi sia messa in testa questo, ma Anna mi spiega subito che le cose sono ben diverse. A malapena c’è un traghetto che va e uno che viene ogni giorno, a orari diversi nei vari giorni della settimana, a volte sostoituiti dai carissimi aliscafi. Funziona così: se vogliamo andarci in giornata l’unica possibilità è domani, mercoledì, partendo col traghetto delle 7 (!!) e rientrando con lo speedjet delle 22,30 (!!), nei giorni successivi gli orari ci permetterebbero di fermarci solo 5-6h. Non ha senso a meno che ci fermiamo a dormire a Ios. Le prometto di consultarmi col gruppo a cena e di chiamarla per comunicare le nostre decisioni.

Alla fine ho tempo per rientrare in stanza, fare una doccia veloce e presentarmi in ritardo al gruppo che non si è manco accorto della mia assenza, tanto sono presi dalle chiacchiere e dal desiderio di fare gruppo, fra i 12 trentenni soprattutto. Rifacciamo tutta la strada di un’ora fa, stavolta per fortuna in discesa. Ed è tutto ancora più bello adesso che, al calar del sole, a ogni minuto cambiano le luci e i colori. Sguardi meravigliati e commenti estasiati, tante altre foto, un lento procedere in cerca delle nostre scalette. Una partecipante lamenta un mal di pancia fastidioso causato, a suo dire, dalle melanzane mangiate a pranzo. Ci spiace perché non gode appieno del panorama unico che ci circonda, brontola, procede molto lentamente. Visto che è in buone mani io accelero per arrivare “non tardi” al ristorante, tutto bene, il nostro tavolo vista mare è imbandito e pian piano lo riempiamo. Non dobbiamo far nulla stasera, tranne sederci e mangiare man mano che arrivano le numerose e gustose portate. Dopo il primo brindisi ci sparpagliamo in cerca del tramonto, che sarebbe… dietro le rocce oltre il ristorante. Ecco perché qui la cena costa meno! Pazienza, sono sfinita dopo tutti i giri di oggi, non mi alzo più e mi accontento di fotografare porto e falesia, peraltro bellissimi in questi colori accesi, giallo arancio rosso.

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La cena è ottima e abbondante. Il mio gruppo è bravissimo, in questi due giorni siamo stati sempre insieme e sicuramente si sono creati quei legami e confidenze per cui c’è piacere nella condivisione, anche se il piccolo gap generazionale con la mia parte di gruppo sui 40 – 50 anni c’è, e io ci convivo bene anche perché il mio ruolo richiede di stare con tutti, ascoltare e far uscire il meglio, possibilmente, da tutti. Li conosco abbastanza da aspettarmi la loro risposta quando propongo l’escursione a Ios per l’indomani: mugugni e rinuncia dei trentenni, curiosità e adesione dalle mie coetanee. Perfetto, andremo via in sei e ci sentiremo col resto del gruppo via telefono. L’ultima richiesta dei “trentenni”, che mi aspettavo, è comprensibile ma difficile da soddisfare: vorrebbero tornare nell’hotel di Thira che è vicino ai locali e alla vita notturna, alle spiagge, insomma a ciò che vogliono vedere e fare nei prossimi giorni. Invece nella nostra pensione di Oia in effetti c’è calma e silenzio (anche troppo), la città forse più bella di Santorini è a dieci minuti di passeggiata ma la sera dopo cena non c’è molto da fare. Inoltre i bus sono affollatissimi e siamo in cima all’isola, non al centro della movida. Cercherò di capire con entrambi gli hotel se ci possiamo spostare ma la vedo dura.

Ovviamente dopo cena buona parte del gruppo va a ballare a Thira, io faccio un po’ di PR con il gentilissimo ristoratore che mi mostra anche la parte all’interno, che useranno d’inverno (!!), bella e arredata con del legno chiaro molto caldo. Questo ristorante (appena rinnovato) è l’ultimo aperto da questo piccolo gruppo che opera anche a Mykonos e Atene. Basta scalini! Siamo pronte per rientrare in hotel con un pulmino taxi, anzi no: per concludere in bellezza la serata iniziamo le ricerche dei 14 del gruppo parallelo. Ne ho già parlato? Sono d’accordo con Elisa, la coordinatrice, di sentirci appena possibile per un saluto e per passare una serata insieme. Poiché stanno a cena al ristorante Mou, che è attaccato al nostro alloggio, corriamo su a cercarli ma… sono appena usciti. Chiamo Elisa: aspettateci all’angolo! Scendiamo velocemente, non ci sono, proseguiamo, niente. La richiamo, risponde così: i miei partecipanti hanno voluto scendere verso il centro, mi spiace. No comment, io dopo una giornata più che intensa ho fatto le corse per salutarli, per niente. Ci rifaremo, ma ora vado a nanna!

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