Gennaio 1998, isola di Madeira. Dopo i primi giorni nel brulicante capoluogo Funchal ci spostiamo a ovest di quest’isola stupenda, per cercare la natura e il silenzio che solo i paesini affacciati sull’oceano possono regalare. Prendiamo a noleggio un pulmino e un’auto e via, lungo la costa settentrionale: Machico, Santana, Porto Moniz, Ribeira Brava sono le nostre tappe principali.

Porto Moniz, nella parte occidentale dell’isola, mi sorprende al tramonto: stiamo in un alberghetto sul mare che sembra quasi un rifugio, arredato in legno e con coperte colorate nelle stanze, sembrerebbe un posto da godersi senza andare tanto in giro. Invece io mi affaccio alla finestra e vedo le piscine naturali di roccia vulcanica, ecco la cosa più bella del paese!

Le avvicino con circospezione, tocco la roccia ruvida e l’acqua fredda, faccio due foto e rientro nella mia stanza. Poi mi entra in testa una canzone perfetta per l’occasione ed esco sul terrazzino per vedere il tramonto, cantare e contare.

Sting aveva messo in musica una speranza e un invito, nel 1985, in un disco perfetto per i miei 17 anni. The dream of the blue turtles cominciava con un inno all’amore come l’ho sempre sognato io, per poi parlare della fine della guerra fredda e di altri legami. Love is the seventh wave mi ha portato a cantare e contare al tramonto, guardando le rocce di Porto Moniz e le onde dell’Oceano Atlantico.

Cavalloni, come li chiamavo da piccola, sono queste ondate d’acqua enormi che si innalzano per 6-7 metri sulla superficie del mare e, quando scoppiano d’energia, si infrangono sulle piscine di roccia lavica e spruzzano in giro una quantità enorme di pulviscolo. Le onde fragorose, colorate di rosa e arancio come si conviene ai tramonti sull’oceano, sono sempre più alte. Uno, due, tre… le conto e canto. Quattro, cinque, sei… ci siamo, l’amore è la settima onda. Alla sesta risacca segue una piccola rincorsa dell’acqua e un’altrettanto piccola, insignificante onda, per nulla apparentata con le precedenti. Ecco qui la sintesi dell’amore al tramonto di Porto Moniz: un breve momento di piacere che viene subito risucchiato dall’acqua e da altri eventi. Che delusione!

Aprile 2012, Tel Aviv. Entro in Israele con un passaporto pieno di timbri e visti, invece di chiedere “No stamp” lascio che l’impiegato all’ingresso nel Paese lo timbri, nonostante ciò potrà darmi problemi per entrare in altri Paesi come Iran e Oman, dove non sono stata, o Libia, Siria, Yemen, Sudan, dove sono già stata. Non mi fanno storie e l’apprezzo, poi accarezzo il timbro triangolare, la mia sessantanovesima bandierina sul mappamondo, 69 Paesi visitati che non dirò mai a Tripadvisor anche se me lo chiede spesso.

Israele mi stupisce in tutto, mi fa sognare, arrabbiare, battere il cuore. Tornata in Italia mi immergo in una nuova avventura, il trasloco da Milano per tornare in Veneto, vicino ai miei. Mi spacco la schiena e forse un po’ mi rompo anche la testa. Niente vacanze estive, Natale e Capodanno in famiglia.

Marocco una settimana a gennaio, è un gradito ritorno, ci vado con un gruppo ed entro con la carta d’identità. Anno nuovo, lavoro nuovo: tanto da fare, poco tempo per i miei viaggioni ma va bene così.

Bosnia a luglio con carta d’identità, in una settimana di educational tour memorabile che sto cercando di raccontare qui.

Grecia una settimana ad agosto, entrando con carta d’identità. Di nuovo è una seconda volta da leggere qui. C’ero già stata, non si parla di mettere nuove bandierine sul mappamondo.

Rinnovo il passaporto che ora ammicca da un cassetto, “Usami” mi dice. Ma non ci siamo. Salta l’Algeria per mancanza di iscritti, salta la Birmania perché Avventure mi anticipa il volo in partenza, queste sarebbero state due gran belle bandierine! Faccio due conti e la quadratura del cerchio diventa una rentrée.

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Israele due, il ritorno: ecco dove passo la fine del 2013, facendo quasi lo stesso giro del 2012, con un lavoro perso e forse una semina già in atto per il nuovo lavoro. Gerusalemme generosamente mi aiuta a trovarlo, con tutti i foglietti e le preghiere che infilo nel Muro Occidentale. Ma tant’è, siamo ancora a quota 69, dopo due anni la settantesima bandierina non è stata posta, non ho idea di dove e quando la metterò giù. Speriamo nel 2014!!

The Dream of the Blue Turtles (Sting, 1985)

If You Love Somebody Set Them Free

Love is the Seventh Wave

Russians

Children’s Crusade

Shadows in the Rain

We Work the Black Seam

Consider Me Gone

The Dream of the Blue Turtles

Moon Over Bourbon Street

Fortress Around Your Heart

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Avventure Israele breve, dicembre 2013, tra luoghi sacri, storia e bellezze naturali

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