L’ultimo weekend di ottobre ho partecipato con una dozzina di altri blogger, e oltre venti tour operator internazionali, a uno speciale Educational Tour in Terre del Grappa. Speciale perché si è svolto “vicino a casa” (la mia terra d’origine) e mi ha fatto scoprire luoghi stupendi dietro l’angolo, dove al più avevo dato un’occhiata fugace in passato. Terre del Grappa è stato breve, intenso, con luci e ombre e lo voglio raccontare tutto. Buona lettura!

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Le Terre del Grappa sono un territorio del Veneto centrale dominate dallo scenario del Monte Grappa a nord e da una cresta collinare, diffusa tra le province di Vicenza, Padova e Treviso. Ci arrivo in poco più di un’ora, sia partendo dalla casetta di campagna vicino a Conegliano sia dalla casa dei miei a Mestre. Velocità media inferiore a 40 km/h, l’autostrada più vicina si ferma a 40 chilometri di distanza, se per lavoro questo allunga i tempi e aumenta gli intoppi, al contrario è l’occasione di scoprire per diletto questi posti belli e unici.

Avvicinandosi in auto e facendo base in località dai nomi strani come Monfumo, Borso e Crespano del Grappa, si può proseguire in molti modi: pedalare lungo nuovi percorsi finalmente agibili, camminare e in teoria raggiungere Padova lungo il cammino di Sant’Antonio. Ai più ardimentosi il Monte Grappa offre tutti gli ingredienti per una vacanza attiva all’aria aperta: passeggiate, scalate, una palestra di roccia frequentata da professionisti del freeclimbing e ben quattro punti di partenza del volo libero, deltaplano e parapendio, con due punti d’arrivo a valle. Occhio alla sicurezza perché gli incidenti capitano, anche ai più preparati!!

Il Grappa, la grappa: a Bassano (del Grappa) c’è il ponte degli Alpini e un piccolo centro storico assai gradevole da visitare, ma ci sono anche due grandi distillerie di cui una con annesso un bellissimo Museo della Grappa e molti piccoli distillatori. Sul Grappa e sul Montello si sono combattute storiche battaglie durante le fasi finali della Grande Guerra iniziata nel 1914, cent’anni fa, come ci ricordano ad esempio Moriago e Nervesa della Battaglia, due paesi che hanno mantenuto questo riferimento nel proprio nome. Oltre alle celebrazioni ufficiali e allo snocciolare numeri sui danni e sulle vittime di guerra, spero che questo triste anniversario sia una buona occasione per venire a vedere i teatri di guerra, riflettere sul significato dei conflitti e sulle conseguenze che questi provocano, sempre tristemente uguali.

Sono stata decine di volte in Terre del Grappa in vent’anni di lavoro, quando il tempo tiranno permette al massimo di gettarvi uno sguardo, ripromettendosi di tornare con più tempo disponibile. Asolo ha un profilo inconfondibile, così come sono uniche le ville palladiane.

Nei centri abitati, ma spesso anche in case isolate in campagna (caratteristica diffusa a Nordest più che in altre zone italiane) la gente operosa ha smesso di emigrare alcuni decenni fa. Anzi, intorno agli anni ’80 è rientrata in massa in Veneto e ha portato a casa i talenti appresi all’estero. Ho incontrato molti miei compaesani in giro per il mondo: in Svizzera, Germania e Belgio per esempio, dove lavoravano in fabbrica e in miniera. Ma ho ascoltato anche storie strappalacrime di emigrazione in America e Australia, quest’ultima era una grande terra da coltivare e i Veneti andavano soprattutto nelle piantagioni di tabacco e canna da zucchero. Talentuosi Veneti hanno declinato le competenze acquisite in attività produttive che hanno fatto crescere e prosperare il Made in Italy, anzi Made in Veneto. Amici giovani e non più giovani mi hanno raccontato cosa significò l’emigrazione prima e dopo le due guerre mondiali, non ho ancora avuto il coraggio di mettere le loro storie sul blog, sono intime e commoventi, fanno capire tante cose sulla storia veneta recente e, purtroppo, su alcune storture che si sono manifestate nella nostra società.

Manifatturiero, metalmeccanico e soprattutto il distretto della scarpa tecnica e sportiva, che aveva la sua capitale a Montebelluna, oggi lamentano la crisi e la concorrenza di paesi produttori più economici.

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Di contro assistiamo alla crescita costante dell’enogastronomia, con prodotti tipici, DOP, IGP che escono soprattutto da piccole aziende e arrivano sulle tavole vicine degli italiani. Alcune eccellenze arrivano lontano, ai quattro angoli del mondo, grazie alle aziende e ai consorzi che sono riusciti a mettersi insieme e fare sistema per valorizzare i prodotti e il territorio. Insaccati, formaggi e vini, non solo Prosecco, sono il fiore all’occhiello di queste zone, sostenuti da un’agricoltura familiare e dall’allevamento a filiera corta. Cantine sociali e latterie sociali cooperative fanno parte di questo tessuto; ultimamente hanno un po’ mutato ruolo, sia per la sempre più rigorosa legislazione agroalimentare, sia per i cambiamenti nel mercato e nelle abitudini di consumo. Anche questo vorrei scrivere sul blog!!

I “piccoli” prodotti stagionali non sono da meno, i “frutti” più buoni crescono proprio nei mesi freddi. Autunno in Terre del Grappa significa funghi, castagne e zucca. Inverno invece è sinonimo di radicchio, che proprio qui ha le due pregiatissime IGP di Treviso e Castelfranco. Primavera uguale asparago, il più pregiato cresce a Cimadolmo.

Per non parlare sempre di cibo, l’arte e la storia sono l’altra grande ricchezza locale. Voltando le spalle ai monti, dalla Pedemontana verso la pianura si vedono bellissime città murate come Cittadella e Castelfranco patria del Giorgione. Il connubio artistico con una città caratterizza anche Vicenza e Palladio, Possagno e Canova. Gli illustrissimi artisti vissero ed operarono sempre in stretta sinergia con la madre Venezia, potentissima sino alla discesa fatale di Napoleone e al 1797, data del drammatico trattato di Campoformido che ne segnò la fine.

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Terre del Grappa, ottobre 2014

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