falcone

23 maggio 1992, sabato

A Mestre c’era l’aria della primavera inoltrata e io bighellonavo in giro per la città, a piedi, senza l’auto. Neolaureata con un lavoro già quasi in tasca, che sarebbe iniziato alla grande poche settimane dopo, mi sentivo libera e leggera come ogni giovane di belle speranze.


La sera c’era una festa di compleanno con barbecue a casa di amici, quelli carini con cui avevo condiviso più o meno da vicino il percorso di studi. Ognuno di noi sentiva il peso delle responsabilità, ma soprattutto sentiva di avere in mano il proprio avvenire. Trovarsi nel giardino di una bella casa a far festa ci sembrava un’occasione per stare insieme, un importante momento di condivisione. E c’era anche Fabio, un ragazzo poco più grande di me, ingegnere , che mi piaceva davvero e con cui c’era una certa intesa.


Arrivai alla festa con le mie amichette, ma avevo il muso lungo e la testa altrove . Come possiamo festeggiare? mi chiedevo, sforzandomi di celare il pensiero triste che avevo in testa. Il giudice Giovanni Falcone era stato ucciso, con la moglie e la scorta, a Palermo . E i media erano stati inondati da immagini terribili e parole a fiumi, di quelle che si devono dire ma che servono a poco, e si potrebbe anche fare a meno.


Ci pensai per quasi tutta la serata tra le chiacchiere allegre, le libagioni in compagnia, gli auguri, la torta, non ricordo nemmeno chi compisse gli anni quella sera. Non c’era molto da festeggiare a mio avviso, e mi ci volle qualche bicchiere di vino per recuperare la verve abituale e la vis comica che sfoggio sempre in tali occasioni. Ma il mio pensiero era laggiù, a Palermo, in quella città squarciata da un buco fumante sull’autostrada, che anche dopo vent’anni non ho avuto voglia di visitare perché è un’idea che mi spaventa.


Prossimo anniversario a luglio , un altro ventennale per ricordare Borsellino . Ci avevo fatto l’abitudine? No, non ci si può abituare alle stragi di mafia ma quell’altra pessima giornata scivolò via nella mia vita senza grossi scossoni, non so perché.



Il vero anniversario pesante per me sarà invece un trentennale e cadrà a settembre. Carlo Alberto Dalla Chiesa, 1982 , un capitolo terribile che mi colpì profondamente. Ma questa è un’altra storia.

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2 comments

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Ecco….letto il primo????!
….mi sono allontanata da scontate e ripetitive parole sputate a raffica su Cuba….
Altra QUESTIO ….Tu sai a cosa mi riferisco….Pat

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cavolo pat hai letto un post serio sulle stragi di mafia, ma ora divertiti con un bel racconto di viaggio, questo è il mio consiglio!

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