All’inseguimento degli invasori è il titolo di questo sabato dove potrei dividermi tra invasioni vicine e lontane: per non smentire la mia eterna confusione, scelgo quelle lontane e passo la giornata a correre dietro agli altri, quelli puntuali che si sono trovati in tempo per le presentazioni e l’introduzione alla visita. Invece io NO, accumulo un ritardo sistematico su entrambe, analogamente alla precedente giornata di invasioni. Mi godo solo una parte degli spettacoli, un vero peccato sapendo che con la mia grande passione per la scrittura e i libri avrei potuto imparare mille cose dall’originale, utilissima collezione che racconta la storia dei tipi dal piombo ai bit come recita la comunicazione ufficiale. E che in centro a Vicenza non vado da oltre dieci anni!
Il mio primo contatto con la costruzione della carta stampata, intesa come contenitore di parole, risale letteralmente agli anni di piombo ossia alla gita scolastica al Gazzettino nel 1978. Ricordo che fu un’esperienza assai affascinante, soprattutto per la composizione dei testi che allora si faceva davvero mettendo vicine lettere di piombo che diventavano parole, e poi righe e infine pagine. Un lavoro di grande precisione e fatica, affidato alla testa e alle mani di tecnici precisi e preparatissimi, nulla a che vedere con tutte le operazioni che oggi affidiamo al computer. L’altra esperienza illuminante fu nel 1992 quando visitai il Museo Plantin Moretus ad Anversa, in pratica la storia del libro stampato da Gutenberg a oggi. In mezzo ci sono stati il Book of Kells a Dublino, tanti codici miniati nei monasteri, e soprattutto nei musei che amo vedere quando vado in giro per il mondo; infine, lo scorso anno, la mostra che celebrava i 500 anni della stampa a Venezia. Questo attaccamento si spiega col mio rapporto con i libri, che tratto quasi come feticci, che amo sfogliare, annusare, guardare da tutti i punti di vista, e che conservo gelosamente, anzi conservo anche giornali e riviste! Non ho mai pensato di passare a E-book e compagnia. Ma ora mettiamo in ordine pensieri e immagini delle invasioni.
Arrivo a Cornuda trafelata, saluto con un sorriso gli organizzatori che già conosco e ascolto come posso la guida.
Nella tipoteca, attiva ormai da quasi vent’anni, si possono ammirare gli strumenti e gli oggetti che hanno permesso nei secoli di produrre libri e giornali, ma anche prodotti stampati diversi: biglietti da visita, inviti, annunci, menu, spartiti musicali, locandine e tanto altro ancora. Questa struttura così preziosa è perennemente alla ricerca di materiale come macchine per la stampa funzionanti, materiali d’uso, stampe eccetera, da salvare dall’oblio e dall’omologazione, a cui la tecnologia vorrebbe condannarci.
Computer e cellulari che sembrano voler fare tutto loro, riducendo la stampa a un’operazione automatica, a prova di stupido, sono strumenti insostituibili nella vita e nel lavoro di (quasi) tutti.
Comodi, in grado di accumulare parole e immagini sfruttando una memoria molto più ampia di qualsiasi archivio analogico, sono però “disumani” e non faranno mai un lavoro come possono farlo la mano e la mente umana.
La sfida per dare un futuro all’arte della stampa è legata proprio alla possibilità di crescere in un mercato di nicchia, di utenti alla ricerca di un prodotto unico e disposti a riconoscerne il valore.
Il preziosissimo Sandro, nostra guida simpatica e sapiente, immagina che tra i sei miliardi di abitanti della terra vi siano alcuni milioni di clienti potenziali, glie lo auguro di cuore!
La tipoteca si può visitare individualmente o in gruppo, spesso vi si ospitano visite scolastiche con percorsi dedicati. Le mie parole preferite durante la visita sono tre: refuso, monotype, linotype, cosa sono?
Alla fine mi è tutto più chiaro, ringrazio Elena Sandro e gli altri organizzatori, mi mangio le mani perché ora loro vanno a pranzo insieme in un bel locale lì vicino ed esco con la consapevolezza che la parola scritta è un mezzo espressivo formidabile. A metà pomeriggio è prevista l’invasione digitale di Asolo, mi mangio le mani per non voler rimanere e corro a Vicenza.
1 Commento
gamberettarossa
si, meravigliosA! Grazie x avere organizzato e a prestissimo!