Alla fine del 1997 sono di nuovo alle prese con un cambio di lavoro, il terzo in cinque anni (non male a pensarci ora), son così carica che voglio festeggiarlo con un viaggio, una nuova breve evasione. Marrakech express è la settimana perfetta in Marocco, mi iscrivo con la scheda cartacea più bollettino postale ma… il viaggio è pieno e ANM mi chiama per il cambio viaggio dandomi un’altra scelta ottimale: Madeira. Così si chiamava il viaggio, ora secondo un processo inarrestabile di Avventure ce ne sono due: Madeira 15g e Madeira breve 10g.

Visiteremo due isole in mezzo all’Atlantico (quasi) per dieci giorni, noi siamo dieci più la capogruppo Olga: brava, con l’esperienza dell’insegnante di lingue e la saggezza sabauda della sua Torino. Ha dieci anni più di me e ascolto le sue perle di saggezza, non solo sui viaggi. Mi colpisce il suo disincanto verso la vita di coppia e una sua frase mi rimane in testa. Gli uomini, a cosa servono? Si può benissimo vivere senza. Io ho 29 anni, un po’ la penso come lei, per il mio futuro ho in mente tante cose che la vita di coppia non è certo una priorità. Diciotto anni dopo ripenso alle parole di Olga: in fondo aveva ragione, ho seguito le sue indicazioni e sono sola, allora era bello ma ora inizia a pesarmi. Lei nel frattempo ha continuato a viaggiare, con molta Africa incluse delle belle missioni sulle quali chiederò informazioni. Ha anche continuato a insegnare, ultimamente lo fa in un posto così bello che la invidio un sacco: la Costa Azzurra. Bravissima Olga!

Siamo otto donne e tre uomini – soprammobili, ne troverò tanti altri che ora mi ci son quasi abituata! Non sarà un gruppo memorabile ma porterò a casa alcune amicizie con care ragazze, profonde, colte, sensibili, che rivedrò con grande piacere e con cui condividerò alcuni piccoli viaggi e fatti della vita molto toccanti, gioie e dolori. Ora le ho perse di vista, mi piacerebbe sapere qualcosa di loro ma son così riservate che dovrei chiamarle per ristabilire un contatto. Userò questo post come scusa!

Ma torniamo a Madeira. Ricordo poco o nulla del ns incontro in aeroporto, sono sicura di un breve scalo a Lisbona che mi è servito di spunto per tornarci un anno e mezzo dopo. Nel giugno 1999 faccio un viaggio da sola, una favolosa settimana in cui mi diverto da pazzi, sto in due ostelli bellissimi e conosco tanta gente. Che bello a volte viaggiare liberi e soli! Anche a Madeira ci sono due basi, due isole, noi atterriamo a Porto Santo che ha un micro aeroporto su una corta striscia di terra, dove l’aereo deve prendere bene le misure e frenare in modo efficace.

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Prendere il primo giorno di viaggio con calma è un bel regalo per un gruppo in formazione. Stiamo in una bella pensione sul mare, camminiamo e andiamo a Praia Dourada, la spiaggia vicino a noi che a dicembre non è affollata ma si può fare il bagno, o almeno qualche turista mitteleuropeo lo fa.

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Per inciso son quasi tutti uomini, bei ragazzi che trovano in Porto Santo un luogo tranquillo per vacanza e per incontri. All’epoca è un luogo rinomato per la comunità gay internazionale, non so se lo è ancora.

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Il terzo giorno raggiungiamo il capoluogo Funchal con un traghetto e già all’arrivo quest’isola mi esalta. Barche e navi ormeggiate al porticciolo, viali alberati e fiori, opulenza che trasuda dai suoi bei palazzi del Settecento costruiti con la pietra vulcanica che abbonda nell’arcipelago e non solo. Ritroverò la stessa terra scura a Capo Verde quattro anni dopo, in un ambiente simile ma governato lungamente dal Portogallo in modo totalmente diverso, come se Madeira fosse un luogo di villeggiatura da valorizzare e Capo Verde una terra da colonizzare, un po’ Europa un po’ Africa ed America. L’ho raccontata in questo lunghissimo reportage. Presto vorrei rivedere qualcosa di simile, alle Canarie e alle Azzorre, saranno Spagna e Portogallo ergo nessuna nuova bandierina sul mio mappamondo ma pazienza.

Capoverde ha per titolo Natura e Musica all’incrocio di tre continenti, a ripensarci anche Madeira trasuda musica. Una cosa molto elegante di Funchal, o almeno io la percepisco così, è la filodiffusione che ci fa compagnia con i Dire Straits. Funchal è più un posto da vivere che un luogo da visitare, frequentata da turisti internazionali di una certa età, eleganti e raffinati. Molti purtroppo arrivano con le navi da crociera quindi arrivano e se ne vanno, come tutti i crocieristi non sanno cosa si perdono, evidentemente a loro non interessa. Noi ci passiamo un paio di giorni, ricordo con piacere le visite a interessanti chiese e palazzi, il giardino botanico con piante tropicali e fiori, la discesa dal monte in città con le slitte di legno, una sferzata di adrenalina molto turistica ma chi se ne frega! Bellissimo! Ci si sta in due, accovacciati in un cesto di vimini, un prodotto tipico ora buono per i turisti ma in passato utilizzato per le attività quotidiane.

Dopo una discesa lunga e vertiginosa brindiamo con il vino Madeira, denominazione d’origine che richiama alla mente i suoi profumi e aromi intensi, derivato dalle condizioni pedoclimatiche e dalla maturazione in piccole botti di legno. Circa tre secoli fa arrivarono qui le botti (il contenitore) e le piccole viti (la preziosa materia prima) a bordo di navi che portavano altro vino dal continente. Non so come siano iniziate le coltivazioni di Madeira ma il clima caldo, con molto sole ma rinfrescato e umido la sera, è ideale sia per i vigneti sia per la canna da zucchero, l’altra coltivazione tradizionale madeirense. Il prodotto finito è ottimo, si degusta con parsimonia mentre a pasto consumiamo il vinho verde, più leggero ed aspro. La pesca nelle ricche acque dell’Atlantico è ancora redditizia e alimenta la cucina locale che verte sul pesce, il mio preferito è il bacalhau in tutte le sue sfaccettature: bollito, grigliato, fritto, cotto al forno con fettine d’arancia o maracuja.

Funchal ha anche una bella vita notturna, forse perché è affollata da tanti ospiti che hanno deciso come noi di passarvi le ferie natalizie. In particolare il lungomare è illuminato a festa e la sera dopo avere passeggiato per smaltire la cena indugiamo alle giostre, un divertimento che non è solo per i bambini anzi… Le montagne russe e i giochi più spericolati ci danno una nuova scossa di adrenalina e ci divertiamo come i pochi ospiti giovani.

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A parte mangiare e bere facciamo tanto movimento, una splendida escursione si svolge nel cuore verde di Madeira verso il Pico do Areiro alto ben 1.800 m slm. Andiamo su e giù per boschi e vallate verdissime seguendo il percorso delle levadas, le antiche vie d’irrigazione delle suddette coltivazioni. Ce ne sarebbe per giorni, considerate seriamente di effettuare un viaggio trek e ne sarete entusiasti!

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Una sera andiamo al casinò, forse a capodanno (altro ricordo di viaggio offuscato dal tempo) e poi in discoteca. Non chiedetemi dove, ricordo di esserci arrivata verso mezzanotte con le ragazze e di avere trovato una sala vuota, tutta per noi, con musica dance buona e non troppo alta. I pochi clienti locali chiedono da dove veniamo. Italia è la nostra risposta sicura, ho la malaugurata idea di richiedere una canzone, chissà se si usa ancora la musica a richiesta. Ora non osi nessuno prendermi in giro ma ho nominato una grande hit del 1997: Nek, Laura non c’è. Non avete idea di cosa si è scatenato per noi, la versione originale ballabile ma soprattutto cantabile mentre la sala da ballo si riempiva. Un bellissimo ricordo.

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Ora per rivangare il viaggio devo aiutarmi con il redazionale di avventure, chissà dove è finito il mio consueto diario. A Funchal e nei dintorni camminiamo o al massimo prendiamo dei taxi la sera ma per fare il giro dell’isola, con le sue strade strette e tortuose, prendiamo un’auto e un van a noleggio, un’operazione a cui non mi abituerò mai nei viaggi di gruppo e che infatti ho scansato (e scanserò) quasi sempre con motivazioni documentate che sottoporrò ben volentieri agli eventuali interessati. Però così possiamo visitare: Porto Muniz, Sao Vicente (nome bellissimo che ora mi ricorda Cabo Verde e la compianta Cesaria Evora), Santana dalle vecchie case col tetto di paglia, Machico, Camara de Lobos.

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C’è ancora della buona musica nel nostro viaggio in un posto e un post specialissimo che ho già raccontato citando Sting.

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L’ultima tappa per l’epifania è un paio d’ore di relax sulla punta dell’isola, un promontorio scosceso con un sentiero che scende al mare, dove altri intrepidi turisti fanno il bagno.

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Noi ci spaparanziamo al caldo sole di gennaio, per nulla pronte a rientrare nel grigio e freddo inverno padano. Per queste emozioni e ricordi di viaggio, che sono sempre il meglio, continueremo a viaggiare, con e senza Avventure. Perché non è necessario andare lontano né star via a lungo, perché chi non ha tanto tempo né soldi ha comunque tante alternative e, a volte, le destinazioni vicine ci uniscono più dei viaggi memorabili e delle grandi traversate. Buon viaggio. Sempre Appassionatamente.

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