Carissimo papà,
oggi sarebbe il tuo compleanno ma tu non sei qui con noi. Ci guardiamo intorno smarriti e ne parliamo sottovoce con i parenti che ci salutano, ricordando insieme a noi questa data, prima bella ora brutta.
Oggi è il primo 17 aprile senza di te, tra un mese sarà il mio compleanno e sarà senza di te poi tra due mesi si chiuderà il cerchio di un anno senza di te. Un anno faticoso e brutto anche se qualche raggio di sole si vede finalmente nel nostro cielo. Un cielo che quando è azzurro mi ricorda sempre i tuoi occhi, quelli che hai dato a me mentre Claudia ha preso gli occhi dalla mamma.
Un anno di fatiche dolori e lutti, ma anche di nuove relazioni, di maggiore unione con la famiglia e le persone, una volta selezionate quelle da tenere dentro le mura degli affetti. E quelle da lasciar fuori, tante, a crogiolarsi nei propri problemi. Quelle che non capiscono e non si interessano. Quelle che non sanno cosa dire e che mettono valori diversi, i loro, davanti a tutto e tutti.
Oggi andiamo a votare, ricordo perfettamente la prima e l’ultima volta che siamo andati a votare insieme.
Trent’anni fa mi portasti al seggio per le politiche, dandomi le istruzioni tecniche e soprattutto un’indicazione di voto. Non la scriverò qui perché potrebbe essere fraintesa ma la ricordo così bene che la ritengo ancora valida nonostante tutto sia cambiato intorno a noi. Un anno fa andammo alle amministrative in bici e trovammo varie persone amiche al seggio, con cui chiacchierammo animatamente. Chissà chi troverò oggi al seggio. Grazie per avermi insegnato i valori in cui credo e che spero rimarranno, anche dopo di me.
Considero ancora la tua una morte ingiusta perché c’era tanto da fare e da vivere insieme, ma quante persone sono salite in cielo con te dallo scorso giugno? Quante morti ingiuste ci sono state? Tu sai chi c’è ora in cielo vicino a te mentre noi, quaggiù, siamo sempre un po’ più poveri e soli. State vicini, sostenetevi, giocate a carte, camminate. Questo mi auguro per te e per voi lassù.
Noi (io Mamma e Claudia) siamo fortunate sai papà, ti abbiamo avuto vicino fino all’ultimo e per grande che sia stato lo strappo della tua morte, viviamo nel ricordo di quello che eri. Il papà più bravo e più buono del mondo. In questi giorni ho rivisto le nostre foto di aprile, insieme. In campagna la scala fiorita c’è ancora, con il glicine azzurro e profumato, era così bello, quante foto ci siamo fatti su quella scala. Ora è tutto diverso ma la mamma ha ragione, non possiamo vivere di soli ricordi. Dobbiamo guardare avanti. Il ricordo di te è fortissimo, la tua presenza silenziosa segna le nostre giornate e spesso anche le mie notti quando vieni a trovarmi e a indicarmi la via. La vita continua ma quanto ci manchi. Tanti auguri papà, ovunque tu sia.