Chi non è mai stato a Venezia alzi la mano!

Un giorno scriverò un post del tipo “Quelli che odiano Venezia” come recitava una vecchia canzone dei Pitura Freska. Se Venezia non vi piace ditelo senza paura, è lecito uscire frastornati da questa città “unica al mondo”, financo delusi perché è quasi sempre affollata, difficile da vivere per gli ospiti… figuratevi per i suoi abitanti! I Veneziani per tutto l’anno sono alle prese con milioni di ospiti che spesso, come faccio io, in un giorno o in poche ore invadono il centro storico, fanno le loro cose e come sono arrivati se ne vanno. Mordi e fuggi, senza approfondire, senza chiedersi come si svolge la vita qui e come stanno le persone più disagiate come anziani, malati e disabili.

Voi che odiate Venezia, la prossima volta che venite in laguna per una visita pensate a vederla per un’ora da un altro punto di vista. La Serenissima dall’alto è, se possibile, ancora più bella. Vi darà una visione d’insieme della sua forma a pesce, a diverse prospettive e su vari livelli. Potete salire ai piani alti degli edifici del centro storico, siano essi musei, hotel o case private, da dove si vedono gli altri palazzi e le chiese, i tetti e i canali che rispecchiano il colore del cielo. Con il sole è il massimo ma meritano anche nelle luci soffuse di un giorno di nebbia, o addirittura con l’acqua alta quando si vede il cielo in terra e tutto diventa uno specchio.

Per vedere Venezia davvero dall’alto bisogna salire su un campanile, in Piazza San Marco o sull’isola di San Giorgio Maggiore. Ho provato entrambe ed è statisticamente più probabile fermarsi nella prima, la piazza detta “il salotto di Venezia”, prendere l’ascensore e in pochi attimi vedere la città da quasi cento metri d’altezza.

Ma se volete provare un’esperienza speciale vi consiglio San Giorgio, l’isola che si raggiunge col vaporetto numero 2 in partenza da Piazzale Roma, passando per San Marco – San Zaccaria. Potete prendere l’ascensore o salire le scale. Da lassù, a 75 metri d’altezza, avrete una prospettiva eccezionale su San Marco, sul bacino solcato dalle barche e sulla laguna circostante. Vedrete l’isola della Giudecca alla vostra sinistra, Riva degli Schiavoni e Sant’Elena a destra, poi il Lido, infine la laguna e il mare dietro di voi. Salite e scendete con calma, fermatevi nella chiesa, bellissima dentro e fuori, se potete visitate chiostro e giardini con una guida, è un luogo unico carico di suggestione, via dalla pazza folla.

Alcuni giganti dell’arte rinascimentale come Palladio, Veronese e Longhena hanno operato qui. L’isola di San Giorgio ha una storia antichissima ed è passata di mano molte volte nei suoi 1300 anni di vita: si sviluppò come monastero benedettino e ne conserva le fattezze. Napoleone la destinò a uso militare e solo negli ultimi decenni è tornata ad essere fruibile per uso civile, anche grazie alla Fondazione Giorgio Cini. Vi sono spazi adibiti a mostre temporanee, attive soprattutto nei mesi centrali dell’anno, durante la Biennale.

Se avete pazienza vi avviso appena posso: vi sono altri punti di vista per vedute speciali sulla Serenissima. Guardate qui. Alcuni giorni fa sono riuscita finalmente a salire sulla nuova terrazza del Fontego dei Tedeschi. Mi piace chiamarlo ancora così anche se con la nuova gestione ad uso di ricchi ospiti stranieri ha cambiato il nome e le fattezze, è stato letteralmente scippato ai veneziani che in passato lo frequentavano in quanto sede delle Poste e telegrafi. Io e loro lo consideriamo uno scempio a cui temo non si possa porre rimedio. Alcune immagini che ho scattato con lo smartphone fanno vedere la prospettiva eccezionale che spazia sino alle montagne. Ma io continuo a preferire la vista dal campanile di San Giorgio.

Per saperne di più:

http://www.turismovenezia.it/Venezia/Chiesa-di-San-Giorgio-Maggiore-6106.html

http://www.cini.it/come-arrivare

http://www.abbaziasangiorgio.it/

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2 comments

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Tornare a Venezia, anche se virtualmente, è una delle cose belle dell’essere vivi.
Lo devo a questa mia parte nostalgica e romantica.
Quando ero a Torino, non mancava anno in cui non passavo a “timbrar cartellino” alla Serenissima.
Spero quest’anno di poterla rivedere con la scusa di farla conoscere a mia moglie…

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Grazie Ernesto per questo bel commento sincero e profondo com’è nel tuo stile. Avvisami quando vieni e chissà che chiacchieriamo un poco, io te e la tua cara signora alla quale vorrei fare 1000 domande!

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