Venerdì torno qui dove a fine agosto ho passato una bella giornata intensa, in puro stile milanese, con due cari amici che sono venuti a trovarmi, appunto, da Milano. Vediamo se indovinate dove sarò tra questi bei posti…

Per iniziare prendete una cartina e seguite il corso del fiume Piave: vedrete quante soste potete fare tra Feltre e Belluno, una trentina di chilometri dove potete passare diversi giorni senza mai annoiarvi. Valbelluna, sinistra Piave, se fate base a Feltre leggete in questo post i miei consigli per mangiare e dormire. E dopo avere passeggiato sotto i portici di questa cittadina, una piccola Venezia con una sua precisa identità storica e culturale, andate verso Trichiana e cercate i cartelli per Brent de l’Art, dove il torrente Ardo ha scavato in epoca postglaciale la roccia formando concrezioni e forre, che vi faranno sentire esploratori in questo canyon piccolo ma scenografico. Lasciate l’auto al parcheggio nel prato, proseguite dritto sulla strada e oltre il chiosco girate a sinistra. Pannelli esplicativi descrivono bene gli aspetti geologici e naturalistici del luogo. Per scendere il sentiero ci vuole mezz’ora, meno a salire, fate attenzione a dove mettete i piedi per non scivolare. A me piacerebbe già spaparanzarmi sui prati che si incontrano all’inizio ma proseguiamo. Scarponcini e bastoncini sono utili anche se vi sono gradini e protezioni. Appena vedete l’acqua trovate il canyon a destra con le più belle concrezioni colorate bianche rosse e verdi, segno dell’erosione prodotta dall’acqua nel corso dei millenni, dove si può camminare in sicurezza in cerca degli angoli più nascosti. A sinistra invece si può passeggiare lungo il greto del torrente pucciando i piedi nelle fresche acque dell’Ardo (bellissimo). Pace e relax sono assicurati anche se ci sono molti altri visitatori, se non si tratta di grossi gruppi è facile sparpagliarsi e cercare ognuno la propria roccia o un angolo tutto per sé. Se siete appassionati di canyoning qui c’è pane (e acqua) per i vostri denti ma fatelo in sicurezza che le insidie sono dietro l’angolo! Se invece siete dei tranquilli escursionisti portatevi copertina e pranzo al sacco, potete scegliere di fermarvi al sole o all’ombra a mangiare e riposare. Se infine venite quaggiù in inverno avvisatemi, concrezioni di ghiaccio e neve potranno aumentare ancora la straordinaria gamma cromatica e il fascino di questo magico canyon!

 

Vi confesso una cosa – fino a un paio di anni fa non sapevo nulla di Brent de l’Art e mi vergogno per questo, poi i miei amici blogger (quelli lontani eh, almeno 300 km) hanno cominciato a tempestare il web con le loro immagini e descrizioni fantasmagoriche e finalmente ci sono arrivata, con immenso ritardo e senza giustificato motivo. Ora vi elenco altre cosette belle che così avremo tutti voglia di tornare, vi dico due sole cose: passo San Boldo e Valmorel, paesaggi spettacolari dove camminare al cospetto della natura, di verdi prati e boschi, delle Dolomiti UNESCO.

 

Io dopo avere camminato ho fame, è quasi ora di pranzare e ho la balzana idea di portare i miei amici in un altro posto che amo, nei miei ricordi semi abbandonato e affascinante: il castello di Zumelle. Situato nel comune di Mel a qualche chilometro di distanza dal centro storico, ha visto passare Romani, Barbari, Longobardi, Veneziani, per poi cadere in rovina. Questi luoghi di passaggio presso il fiume Piave sono sempre stati strategici e per questo contesi. Ho visitato il castello pochi anni fa, con enorme sorpresa lo trovo ora perfettamente restaurato, adattato alle visite di famiglie e bambini, un parco tematico dove si può mangiare, dormire, celebrare matrimoni e cerimonie familiari, trasformato insomma in una piccola Disneyland. Posso dire che lo trovo orribile e un poco mi sono vergognata di averci portato amici a cui l’avevo descritto in modo totalmente diverso? Siamo completamente fuori target ma tant’è, business is business, ora è un antico castello riportato all’antico splendore. Andateci amiche mamme e ditemi se vi piace, a me è piaciuto solo lo spiazzo con tavolini e barbecue dove abbiamo consumato un pranzetto leggero vegetariano con una bella vista.

 

Dopo pranzo cerchiamo un caffè e sono sicura di trovarlo nella piazza di Mel, un borgo che adoro perché due anni fa ho partecipato a Mele a Mel, l’evento che con la scusa delle mele nelle loro numerose varietà raduna migliaia di persone, che vengono a visitare il paese accessibile sino ai suoi angoli più nascosti: cortili, botteghe, piazze dove si può assaggiare il meglio dell’artigianato e della gastronomia locale. Bandiera arancione del TCI, Mel è davvero un posto coccolissimo, dove la vivace impronta veneziana è data soprattutto dai palazzi nobiliari cinquecenteschi, che ben si sposa con l’architettura di montagna, più funzionale, dai colori tenui. E le vedute verso la valle e verso i monti non mancano… manca invece un bar aperto, per fortuna lo troviamo in piazza accanto alla chiesa parrocchiale, assieme all’ufficio turistico dove chiedo informazioni sulle ricchezze di Mel, a partire dal Museo Civico Archeologico, sino ai prossimi eventi. Malghe aperte per esempio fino a settembre, e poi il mio appuntamento preferito che si terrà a ottobre…

 

Belluno è la nostra prossima tappa, il capoluogo di provincia anch’esso con una forte impronta veneziana, bello in centro dove abbondano negozi, farmacie e botteghe (ottime le panetterie, quasi assente l’ortofrutta), non mancano le chiese (Santo Stefano è la mia preferita, meglio del Duomo) ed è bellissimo passeggiare tra piazze, portici, giardini.

 

E Belluno è bellissima fuori dal centro, da dove si può scendere fino a Borgo Prà e passeggiare sul sentiero del ferro. Dove c’è acqua c’è vita ci hanno insegnato, dove c’è acqua fervono da secoli le attività umane che nei secoli si sono trasformate in manifatture e poi attività industriali. Veneti operosi, i miei compaesani hanno imparato l’arte anzi le arti: della carta, della lana, del ferro appunto. Magli e mulini rimangono a testimoniare un glorioso passato che non può e non deve essere solo archeologia industriale. Gli occhiali stanno tornando finalmente agli antichi fasti, in provincia di Belluno l’occhialeria nel dopoguerra si è trasformata in un’attività industriale di respiro mondiale con aziende di cui non devo fare i nomi ma sappiamo come si chiamano e cosa fanno. Ora l’occhialeria sta tornando alle origini, all’artigianalità, al pezzo unico fatto a mano, fatto per durare, fatto di ricerca e design, di una qualità che si paga ma che “salta all’occhio” perché con i prodotti industriali non ha proprio nulla a che fare. E questo sarà oggetto del prossimo post, state all’occhio…

Ti è piaciuto questo post su Venezia? Allora leggi anche gli altri, li trovi qui:

https://www.gamberetta.it/it/myselfsudime/bentornata-a-nordest/

Per saperne di più:

http://www.prolocotrichiana.it/i-brent-de-lart.html

https://www.magicoveneto.it/Belluno/Trichiana/Brent-de-l-Art-Trichiana-Tortal.htm

http://www.veneto.eu/itinerari-dettaglio?uuid=64e7970c-f0a6-43fe-9c59-399b17cb3a0d&lang=it

https://www.castellodizumelle.it/

https://www.magicoveneto.it/Belluno/Mel/Castello-di-Zumelle-Mel.htm

http://www.infodolomiti.it/dolomiti-da-vedere/castelli/castello-di-zumelle/6753-l1.html

https://www.magicoveneto.it/Belluno/Mel/Mel.htm

Post dei miei amici blogger:

http://viaggiverdeacido.com/2015/06/brent-de-l-art-trekking-dolomiti.html

http://www.montagnadiviaggi.it/2015/02/brent-de-l-art-canyon-belluno-dove-vedere.html

http://www.girovagate.com/2014/09/brent-de-lart-canyon-spettacolare-valle-unica.html

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