Salvatore è il mio parrucchiere a Balestrate, mi accompagna da lui Francesco, il mio padrone di casa. Cosa hanno in comune questi due giovani balestratesi? Sono appena rientrati dall’estero dove hanno vissuto alcuni anni con una idea di impresa, hanno fatto esperienza e soldi, poi sono rientrati al paese (da poco) pronti ad aprire un’attività: ristorazione con casa vacanze e appunto parrucchiere. Mentre mi affido alle mani sicure e alle forbici di Salvatore ci conosciamo un poco, io gli racconto i miei giri e lui i suoi, ben lontani dai tempi della traversata dell’oceano atlantico in nave, che pure i miei parenti mantovani hanno fatto. Lui è stato in Germania dove sapeva che poteva scegliere di viverla in due modi: guadagnare e godersi lo stile di vita decisamente migliore, oppure fare una vita normale e mettere via i soldi. Ha scelto la seconda, ha messo su famiglia, quando ha dovuto iscrivere i figli a scuola ha scelto di rientrare per dare loro l’educazione italiana. Sono scesi tutti a Balestrate e lui ha aperto il negozio di parrucchiere, grande, molto carino, su due piani.

Francesco è andato molto più lontano, in Australia, ad occuparsi di ristorazione. Me l’immagino in una grande città dall’altra parte del mondo a lavorare e fare sacrifici con l’obiettivo di rientrare, a tempo determinato quindi. Tic tac tic tac. Ora ha una casa nel centro del paese con una bella pizzeria al piano terra e degli appartamentini al piano superiore, arredati in modo semplice ed essenziale, molto accoglienti. Quante storie di migrazioni vengono dall’Italia di ieri e oggi, quanti “migranti economici” si muovono in tutto il mondo! Ammiro tantissimo chi lascia la famiglia e la terra natale, chi va e torna, come Salvatore e Francesco. Mi raccontano anche del loro bel paese sul golfo di Castellammare, tra Palermo e Trapani, dove si sta bene, anzi benissimo. A marzo trovo un clima primaverile con giornate tiepide e serate fresche, panorami incredibili a partire dal tramonto che Balestrate mi regala la prima sera, guardando verso ovest, sulla terrazza del belvedere posto alla fine del paese. Nella spiaggia sottostante dove non c’è quasi nessuno. Guardare ma non toccare, chissà se l’acqua è fredda, certo d’estate dev’essere affollata. Festeggio il mio arrivo con un calice di catarratto nel baretto vicino poi vado a casa da Giuseppe amico di viaggi, che mi ha portato qui. Facciamo una cena tranquilla parlando dei nostri viaggi, lui non se n’è andato, anche la sua casa di famiglia ora è una casa vacanze ma piena dei ricordi e delle foto, totalmente diversa da quella di Francesco.

 

 

Nel fine settimana si celebra la festa di San Giuseppe, gli abitanti si aggregano attorno ai falò posti agli angoli delle strade e nelle case si allestiscono altari riccamente decorati, dove ci rechiamo in processione ricevendo pane e agrumi. Il paese è pieno di vita e la sera si accendono le sue suggestive luminarie, è d’obbligo passare nella piazza dove si erge la chiesa madre di impianto neoclassico, dedicata a Sant’Anna. Tutto è vero e sincero, il paese si stringe attorno alle sue anime. Si vede che ha un’anima, che le attività agricole e l’ospitalità funzionano. Balestrate è agevolato dalla sua posizione privilegiata su questo splendido lembo di mare, raggiungibile e vivibile. Per forza gli emigranti ritornano!

 

Al mattino sono fuori prima delle otto per fare colazione al bar, mezz’ora spesa bene tra chiacchiere e una sana passeggiata sul lato est dove grandi murales ornano le pareti di molti edifici. Accanto a belle case piene di fiori si trovano case chiuse che avrebbero bisogno di restauro. Chissà di chi sono e quali storie ci raccontano. Chissà se la prossima volta ci troverò nuove case vacanze. La vista sul mare dalla stazione di Balestrate è strepitosa, siamo sulla linea ferroviaria Palermo – Trapani. Mi guardo attorno, a destra, a sinistra. Respiro profondamente l’ara di mare e penso… La prossima volta mi muovo in treno!

PS – se vi servono i nominativi dei miei amici balestratesi ve li mando volentieri, vi troverete bene da loro.

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