Ho visitato Merano lo scorso fine settimana ed è stato un soggiorno breve, intenso e ispiratore. Sono arrivata in treno dopo due giorni di intense nevicate e ho trovato un panorama inatteso, l’atmosfera mitteleuropea e suggestioni lontane a rincorrermi sulle due sponde del Passirio. Sabato solo il cielo era grigio, tutto il resto era pieno di colore e calore, caldo e accogliente come i (pochi) locali aperti in centro. Domenica ho preso confidenza con i luoghi che volevo vedere e mi son fatta prendere per mano dai meranesi. Lunedì infine sono stata premiata con il cielo più blu che potessi immaginare, un cerchio bianco di montagne attorno a me, le persone in movimento sorridenti, attive, frizzanti come l’aria di montagna. Pura, trasparente, totalmente diversa da quella che respiriamo in pianura. Era la mia prima volta a Merano, incredibile no? Non avevo immagini di riferimento e ho scoperto la città a passeggio, con la mente libera e la curiosità che viaggiando da sola esprimo al meglio. C’era abbastanza gente per i miei gusti, evviva la bassa stagione; negozi e ristoranti in molti casi erano chiusi ma pazienza, quando ci tornerò in momenti più affollati sarà tutto diverso e avrò ancora un sacco di cose da vedere.

Merano a febbraio mi ha folgorata con il suo fascino senza tempo, potrebbe essere una piccola capitale europea. Volete cinque motivi per visitarla, anche d’inverno? Eccoli.

  1. La sua storia millenaria con testimonianze artistiche e architettoniche notevoli, abbinate alla grande cultura, lascito della dominazione austroungarica.
  2. L’acqua che scorre nel centro, da sempre fonte di ricchezza e uno dei motivi del clima mite della città, non per nulla Merano è legata da duecento anni alle cure e alle terme, luogo ideale dove concludere la giornata. Ma sono tanti i fluidi qui presenti, come caffè, birra e vino. Non lasciateveli scappare!
  3. La neve di Merano 2000, il comprensorio di quaranta chilometri di piste sopra la città, che si può raggiungere in funivia per praticare tutti gli sport invernali, passeggiate con le ciaspole e tante soste golose.
  4. La vita che si svolge nelle sue strade da percorrere a piedi indulgendo nello shopping, per tutti i gusti ma soprattutto elegante, e in pause golose in caffè e ristoranti, ugualmente per tutte le tasche ed esigenze.
  5. Il viaggio per arrivare qui che può dare un sacco di spunti per le visite lungo il percorso, e nei ricchissimi dintorni. Non abbiate paura di usare i mezzi pubblici che qui funzionano anche se il treno può apparire un po’ lento, funziona, aiuta l’ambiente a ridurre l’inquinamento e aiuta noi a muoverci.

La prima impressione è stato lo stupore per l’eleganza della città e della sua gente, nel contesto invernale e con la magia della neve finalmente arrivata a coprire tutto, lasciando i colori solo sulle pareti degli edifici. Mi sono mescolata alla folla del sabato sera con il suo calore e poi mi sono lasciata avvolgere dal calore delle terme. Mi sono persa alcune cose: i mercatini di natale terminati da poco, ma di questo sono contenta perché non li ho mai cercati nei miei viaggi, e il mercato del sabato mattina e di questo sono dispiaciuta. Pazienza. Seguitemi alla scoperta di Merano a passeggio, per vedere insieme la sua grande bellezza, con un dolce pensiero finale.

Camminando sulle due sponde del fiume Passirio vedo la maggior parte dei punti di interesse in città e mi infilo dentro le vie a curiosare. Inizio e finisco nel luogo dove sono ospite nel fine settimana, si chiama Hotel Westend e ne parlerò perbene alla fine. Ho una cartina pieghevole in mano più bella e funzionale di Google maps, con le cose importanti cerchiate a penna – stazione, albergo, terme – i miei luoghi di partenza e arrivo. Dal giardino dell’albergo si accede proprio al lungo Passirio, vado a sinistra verso il centro lungo questo “non viale” costruito duecento anni fa con argine e tutto, per arginare appunto la forza distruttiva del fiume che più volte esondato, come diremmo oggi “aveva provocato danni a persone e cose”. Il Lungo Passirio è ornato da grandi alberi, a volte centenari, con una bella targhetta che indica nome e anno di nascita. Mi fermo all’altezza della chiesa evangelica, dove molti artisti e personaggi famosi sono stati immortalati in busti eseguiti da scultori moderni. A Merano sono rappresentate tante confessioni religiose diverse: qui di fronte, dall’altra parte del fiume, si trovano la sinagoga e un piccolo museo ebraico, non particolarmente affascinanti ma dall’indubbio valore simbolico. La più antica religione monoteista mi attrae per altri motivi, come i quadratini luccicanti che si trovano proprio qui vicino e mi fanno rabbrividire, ogni volta che li incontro sui miei passi. Le pietre d’inciampo indicano le case degli ebrei deportati con il nome, la data di nascita e il luogo che vide la loro triste fine. Per non dimenticare.

Il Teatro Civico di Merano, noto anche come Teatro Puccini, si trova subito dopo e spicca con le sue eleganti forme, mi piace molto l’architettura eclettica e il Liberty anzi, come lo chiamano qui, lo Jugendstil molto presente in città. Non resisto alla tentazione di entrare per vedere il cartellone degli spettacoli: danno “Il clan delle vedove” domenica pomeriggio alle quattro e mezza, in italiano! La biglietteria mi dà tutte le info e lo tengo come possibile attività alla fine del giro. C’è un sacco di posto e i prezzi sono davvero modici per questo luogo davvero bello, chissà perché. Qui dietro c’è un teatro completamente diverso, si chiama Tisa – Teater im der Altstatt – e domenica è pieno! Forse perché è in tedesco? Danno “Il Processo” di Franz Kafka, e questo è solo uno dei protagonisti delle arti e storia che hanno trascorso parte della loro vita a Merano, facendone sin dall’Ottocento un luogo di incontro di nobiltà e cultura europea. Una scelta strategica di quando questo era il centro dell’impero austroungarico, la stessa Mitteleuropa che a Trieste ha segnato l’impronta urbanistica e umana della città. Merano e Trieste sono diverse, una sul mare, una in montagna, ma forse sono cresciute con un identico principio e quando sono diventate città italiane, cent’anni fa, sono rimaste ancorate al loro glorioso passato, per quanto possibile.

Cosa avrà portato a Merano il fior fiore dei governanti ed intellettuali europei? Un fattore sicuramente è il suo clima mite: io sono arrivata nel bel mezzo dell’inverno ma la vegetazione non è proprio di montagna, magari ora sono spelacchiate e protette ma ci sono tante palme! Trovo che Merano sia sommamente affascinante e intima con questo clima, immagino che nell’Ottocento fosse un luogo di classe, per i veri viaggiatori, i nobili e i letterati dei tempi. Tra i suoi tanti ospiti illustri la più famosa è l’imperatrice Elisabeth, meglio nota come Sissi. Nel suo giardino c’è una statua che attira la mia attenzione e che fotografo in pose diverse, devo zompettare nella neve per raggiungerla ma che soddisfazione! Mi fermo davanti al Kurhaus: la scena culturale meranese è vibrante, il cartellone dei concerti è davvero ricco. Il sito lo descrive con le parole migliori: splendida sala in Jugendstil adatta per concerti, convegni, ricevimenti. Kurhaus ricorda nel nome la vocazione di luogo di cura e riabilitazione, espletata in tempo di pace e di guerra, da più di cento anni.

La grande I delle informazioni turistiche mi attira, ma l’ufficio è chiuso. Idem i musei che avrei piacere di visitare, nel fine settimana qui si dà la precedenza ad altre attività e dovrò tornare per vederli. Palazzo Mamming ospita il Museo Civico con i cimeli dalla Preistoria ai giorni nostri; al Touriseum al castello Trauttmansdorff farò un tuffo in duecento anni di storia del turismo. Infine c’è il Museo delle Donne che più di tutti desidero visitare. Cammino sempre e vedo tutto in esterno per questa volta. Di qua e di là del Passirio si passano vari ponti, il più bello è il ponte della Posta, da cui inizia il sentiero Sissi e poi la passeggiata d’inverno, elegantemente coperta e decorata da vedute di Bolzano e provincia. La percorro col naso all’insù chiedendomi quanti posti potrei visitare qui vicino. La successiva passeggiata Gilf è in salita e attualmente chiusa, molti lavori impediscono di camminare sui percorsi a piedi ma sono sicura che sia per motivi di sicurezza. Dall’altro lato del ponte la sponda sud del fiume si chiama passeggiata d’estate ed è tutto un saliscendi, decisamente meno riparato, più fresco anzi a tratti ghiacciato, che pertanto percorro con gran cautela.

Tornata sulla sponda nord passo per piazza della Rena, uno dei pochi spazi ampi del centro storico, chiusa da Porta Passiria, e sono attratta dal campanile di San Nicolò il duomo medievale di Merano, molto bello sia fuori sia all’interno. Porta Venosta è la mia preferita per le fattezze degli edifici che la circondano. Scendo via delle Corse fino a incrociare via Portici al centro del centro, così opulenta nella sua lussuosa bellezza da stancarmi e desiderare di allontanarmi. Tanto è bella, tanto sono eccessive le sue vetrine luccicanti che se mantengono un poco di carattere mi sta bene, ma se diventano (e accade spesso) insegna delle catene coi nomi internazionali sempre uguali, in tutte le parti del mondo, perdono tutta la loro autenticità. Mangiare qui per esempio è possibile, provo la birreria Forst e il Signorvino. Se la prima è la birreria icona del territorio, con cucina tipica e ottime birre alla spina da scegliere, il secondo è una catena e nulla più, dove il Pinot grigio della Cantina di Terlano è l’unico prodotto locale. Ci vorrà un altro giro per provare le specialità meranesi, in una fredda e vuota serata invernale va bene.

La visita di Merano continua nel prossimo post, arrivederci anzi… Auf Wiedersehen!

Link utili:

https://www.westend.it/

https://www.europa-splendid.com/it/hotel-merano/1-0.html

https://www.imperialart.it/it/home

https://www.termemerano.it/it/

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