All’inizio di ottobre sono scesa nel profondo sud per una settimana in cammino, in quella Calabria autentica che da tre anni scopro a pezzetti e sempre mi sorprende, fatta com’è di profondi contrasti. Borghi e paesaggi, nuove infrastrutture e sentieri selvaggi, gente schiva e continui assaggi. Cose di una volta che nel profondo sud sono ancora vere, vissute. Dopo tutto il tempo impiegato per arrivare laggiù meritano una visita approfondita, non certo un viaggio mordi e fuggi.

E come dico spesso: cosa c’è di meglio di camminare per scoprire un territorio?

Potrà sembrare paradossale ma da tempo non mi trovavo in un luogo così arroccato al suo passato, in senso fisico e figurato, e al contempo immerso nel presente ma aperto, in alcune istanze, al futuro. Anelante a uno sviluppo necessario per garantire un domani grazie la nascita di nuove imprese, al fermento di idee portate qui da giovani emigranti di ritorno, portate avanti da amministratori locali (sindaci e non solo), da associazioni e gruppi (con molto volontariato). Tutte queste persone ci hanno prima ospitato, sfamato, dissetato nel migliore spirito meridionale, e poi allietato con le loro storie struggenti che parlano di tradizioni vive, grandi sacrifici e sane prospettive. Sempre col sorriso sulle labbra e senza dimenticare i problemi vecchi e nuovi della regione, la presenza della malavita, una reputazione non certo brillante frutto di pregiudizi e fatti di cronaca.

Se scrivo tutto ora vengono fuori migliaia di parole, provo a scandirle piano per diluire io stessa il dolce peso delle emozioni di questo viaggio, particolarmente toccante. E pure faticoso.

Camminare per una settimana è stata una piccola impresa che non ero sicura di compiere, finché mi sono decisa di aderire all’invito del presidente di Associazione La Via Popilia,con cui ero in contatto da due anni, l’ingegner Ferdinando Morelli che inizio a ringraziare da qui. Ho dovuto farmi qualche esame di coscienza sulle condizioni della mia schiena, e non solo, prima di partire. Gli organizzatori hanno assicurato la presenza di un mezzo d’appoggio e hanno preparato un programma che sapientemente alternava il cammino alle visite ai borghi, per cui non avrei dovuto camminare per i classici 20 – 25 chilometri al giorno ma solo 12 – 15 chilometri, senza portare lo zaino in spalla. Ho confermato la mia presenza e preparato i bagagli: trolley e zainetto.

In caso di pioggia era pronto il piano B che abbiamo dovuto attuare un paio di volte, senza perdere tempo né perderci d’animo. Alla fine ero stanca, lo confesso, poiché mi spaventava la descrizione di un paio di percorsi ci ho rinunciato e ho atteso gli amici all’arrivo sul pulmino. Oppure mi sono aggregata al gruppo birretta, coloro che hanno preferito una pausa nel baretto del paese prima di riunirci ai camminatori più tosti.

Partenza sabato cinque ottobre, rientro sabato dodici ottobre. Sono scesa dalla Toscana (dov’ero andata a camminare, NdR) in auto con due grandi camminatori, che non conoscevo ma in sette ore di viaggio siamo diventati un po’ amici, chiacchierando e cantando. Abbiamo continuato a conoscerci in Calabria e il prossimo mese spero di andare a camminare da loro in Toscana. Dopo la Via Popilia vorrei conoscere la Via Sacra Etrusca, un nuovo cammino che parte da Pisa e in circa 300 chilometri arriva al Lazio settentrionale, attraverso il cuore più antico della Toscana.

I MIEI NUOVI COMPAGNI DI CAMMINO

A cinquant’anni suonati e a fronte dei tanti tour tra cui gli ultimi, in cui sempre più spesso sono circondata da giovincelli, anche sulla Via Popilia pensavo di camminare con persone più piccole, a cui dispensare le mie perle di saggia viaggiatrice e le esperienze in giro per il mondo. Invece NO, al contrario ero la più giovane ed è stato assai piacevole trovarmi nella fascia junior, avere accanto brillanti coetanee, illustri viaggiatori e camminatori, ora amici. Li ho osservati e fotografati, anche di soppiatto, con alterni risultati.

Nuovi compagni di cammino sono pure i calabresi, ho chiesto loro di raccontarsi e spero raccolgano l’appello, per unire le loro voci alla mia e fare della nostra esperienza, anche stavolta, un racconto corale.

Cosa fa il cammino alle persone? Le unisce prima nel silenzio e nella fatica del camminare, ognuno nel suo spazio dentro e fuori dal corpo, poi nelle pause e nei momenti conviviali. Alla fine della giornata a tavola si consuma il racconto della giornata, condiviso e aumentato dalle sensazioni personali, dalle esperienze di ciascuno, una cosa bellissima. Di seguito un breve profilo personale dei miei nuovi amici, che saluto con questa semplice domanda: Quando ci rimettiamo in cammino?

ISABELLA

Canadese di nascita, italiana anzi calabrese di stirpe, Isabella Voce ha scelto la Calabria per studiare e al suo arrivo nella terra natia, dopo lo shock iniziale climatico e umano, ha capito che qui voleva stare e qui ha trovato l’amore con cui ha messo su famiglia. Con Tonino Isabella condivide oneri e onori di raccontare la Calabria ai canadesi tra i quali vi sono migliaia di oriundi italiani, soprattutto nella città dov’è nata, Toronto. Turismo delle radici è il soggetto della loro attività di operatore turistico incoming, nata per promuovere la Calabria come destinazione turistica sia alla scoperta delle sue bellezze, sia per cercare le origini e le storie che ciascuna famiglia ha portato con sé, da una sponda all’altra dell’Oceano.

EMILIO E CRISTINA

Riminesi doc e motociclisti, Emilio Salvatori e Cristina Zoli scoprono il mondo su due ruote. Fanno viaggiare le persone sia verso Rimini sia verso mete lontane. Si muovono in moto per viaggiare due volte, non solo verso una destinazione ma per tutto il tempo del viaggio. Ci hanno raggiunto a Laino Borgo proprio in sella alla loro motocicletta, quando sono scesi hanno tolto il casco per presentarsi. Li ho visti un poco stanchi per la lunga traversata dell’Italia e un attimo perplessi all’idea di lasciare il loro mezzo qualche giorno, per unirsi a noi in cammino. Un bel cambio, non c’è che dire, ma ci siamo subito affiatati e alla fine del giro si sono rimessi in moto per rifare il percorso verso nord, lungo i mille chilometri che separano Cosenza da Rimini. Ho molto imparato dal loro modo impeccabile, sempre garbato e rispettoso nonostante le tante esperienze al loro attivo, di approcciarsi al viaggio con qualunque mezzo, con la curiosità di un bambino pronto e attento a vedere chi o cosa c’è oltre una collina o dentro un edificio. Una bella lezione per me da viaggiatrice, non su due ruote. Moto e Viaggi è il portale con i loro tanti reportage di viaggio.

GIANFRANCO

Toscano doc, scrittore, divulgatore e camminatore di lungo corso, pioniere di diversi cammini oggi diventati di moda, Gianfranco Bracci studia e costruisce percorsi escursionistici di varia difficoltà. Progettare sentieri è una cosa seria e in questi anni di turismo lento, con la riscossa dei cammini in vertiginoso sviluppo più di altre attività ludico sportive, c’è tanto bisogno di affrontarli con serietà e in sicurezza. Camminare con Gianfranco è una fonte di arricchimento costante per la gioia che traspare dalle sue parole, dagli sguardi protesi verso l’infinito, dai movimenti armoniosi e sicuri di un corpo plasmato per camminare: è stato un piacere conoscerlo e lo attendo trepidante per il prossimo cammino, lungo la Via Sacra Etrusca.

LEONARDO

Dirigente bancario in pensione, toscano come Gianfranco il suo amico e compagno di merende, Leonardo Valentini si comporta da moderno trascinatore di folle. Capace di condurre le persone come un abile direttore d’orchestra, unisce gesti sicuri a parole forbite, in vari idiomi del presente e del passato. Canta pure, a volte è facile seguirlo a volte è meglio lasciarlo fare, specie quando mescola serietà e facezie, rigore e colore.

FERDINANDO

Il presidente dell’associazione La Via Popilia è l’ingegner Ferdinando Morelli, a cui per due anni ho dato del lei dall’incontro a Paestum durante BMTA (Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico) sino all’inizio del nostro cammino a Laino Borgo. Ora ci diamo del tu e posso dire che ho imparato molto da lui sulla gestione dei gruppi, della serie non si finisce mai di imparare. Se si vedono subito il suo animo di ingegnere e le indubbie capacità organizzative, ho imparato a conoscere anche il suo animo gentile e disponibile, che deve sempre accomodare tutto e tutti, partecipanti e collaboratori locali. Un grande uomo che ringrazio ancora di cuore.

GIUSEPPE

Last but not least, l’autista del nostro pulmino (anzi dei pulmini al plurale, abbiamo dovuto cambiarlo a un certo punto) è stato bravissimo e gentilissimo. Pure a Giuseppe Baratta va un sentito grazie, lui ci ha tirato fuori più volte da situazioni delicate tipo parcheggi improbabili e fuoristrada inattesi nel buio della notte. A parte l’uscita da un parcheggio che l’ha messo in difficoltà per il resto è stato impeccabile. A presto!

Post in collaborazione con Associazione La Via Popilia:

Sulla pagina Facebook de La Via Popilia trovate tanti post sulla nostra settimana in cammino e anche sui numerosi eventi locali previsti tra cui rievocazioni storiche e visite guidate.

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2 comments

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Hai centrato perfettamente l’anima di questo meravioglioso viaggio.
E’ stato un piacere conosceerti!
Brava!

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Carissimo Gianfranco sono stata bene con voi e non finirò mai di ringraziarvi, se posso scendo tra una settimana per iniziare ad amare la Via Sacra Etrusca. Ps come sottotitolo hai già pensato a una frase ad effetto??

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