Lo scorso novembre sono stata alla Reggia di Venaria in una tiepida domenica d’autunno: una bella giornata in cui abbiamo fatto un sacco di cose, una giornata speciale perché ero in ottima compagnia, con due care amiche di Milano. Se potete dedicarle tutto il giorno è meglio, c’è moltissimo da vedere a Venaria, dentro e fuori la reggia.

Se la primavera dona tanti colori grazie alle numerose fioriture in atto nei giardini reali, i mesi autunnali sono un’alternativa ottima. Abbiamo avuto la fortuna di trovare gli alberi nel pieno del foliage e, sullo sfondo, il profilo delle Alpi innevate. C’era anche un bel sole tiepido che ci ha scaldato, dopo giorni di freddo e pioggia.

Abbiamo iniziato la visita proprio dai giardini per poi portarci all’interno, con la scuderia juvarriana e la reggia propriamente detta. Infine alla chiusura ci siamo attardate a passeggio per il centro di Venaria, prima di tornare a Milano.

Questo è un luogo che tipicamente si presta a diverse letture e spunti di riflessione. Sulla storia e sulla società, sul rapporto dell’uomo con la natura che lo circonda, in questo caso molto razionale: qui nulla è stato lasciato al caso, in tempo di pace e purtroppo anche in tempo di guerra. Cercherò comunque di dare una lettura emozionale della reggia, sulla base della mia esperienza, assieme alle informazioni pratiche per la visita. Per i dati più tecnici rimando alle guide e ai siti istituzionali (interessante la motivazione con cui UNESCO ha inserito le residenze sabaude) fra i patrimoni italiani alla fine degli anni Novanta, all’inizio del “nuovo corso” di Venaria).

Visitare “la Venaria Reale” significa tuffarsi nella storia di Torino e del Piemonte di cui la reggia rappresenta una sintesi perfetta: sobria all’esterno, sontuosa all’interno. E nella storia dei Savoia che con i suoi mille anni di gloria è arrivata ai giorni nostri, al pari di alcune grandi dinastie europee (ma non tutte).

Di questo si parla al piano terra della reggia dove si trovano pannelli dettagliati con chiari riferimenti storici, e didascalie delle opere esposte.

Al piano superiore i fasti dei Savoia sono celebrati in una cinquantina di stanze di ogni dimensione: dai piccoli gabinetti decorati alle pareti e sui soffitti, agli immensi saloni con un tripudio di marmi bianchi e neri.

Per finire in un altro gioiello del Seicento ad opera di Filippo Juvarra, la chiesa di Sant’Uberto.

Tra i regnanti d’Europa i Savoia occupano un posto importante assieme ai membri della corona inglese, agli Asburgo dell’Impero Austro Ungarico e, ovviamente, ai regnanti di Francia che vennero spazzati via nel 1789 dalla rivoluzione. Napoleone ha lasciato un segno indelebile nel mondo conosciuto di allora, ha portato via enormi ricchezze dall’Italia (che ancora non esisteva) oggi visibili nei maggiori musei di tutto il mondo.

Così come ha spogliato le chiese e i palazzi di Venezia, ha svuotato o quasi la reggia di Venaria che ha subito un lento declino da allora, a causa del suo utilizzo a fini militari che ha danneggiato sia le stanze sia i giardini.

Ma non per sempre. La sua rinascita fino allo splendore odierno si deve agli imponenti lavori di restauro, iniziati una trentina d’anni fa. Il suo successo è stato suggellato prima nel 1997, quando la reggia è stata inserita tra i patrimoni UNESCO assieme a 21 residenze sabaude situate a Torino e in Piemonte, poi con l’apertura ufficiale nel 2007.

L’afflusso turistico da allora è stato incessante e ha contribuito al lancio di Venaria a livello internazionale, al pari dei maggiori luoghi di interesse storico in Italia e in Europa.

Oggi nelle sue sontuose sale possiamo ammirare mobili e suppellettili, quadri di grandi artisti italiani ed europei, in parte riportati rispettando le caratteristiche originarie.

Visitare la Venaria Reale significa avvicinarsi al cuore d’Europa, quella a cui l’Italia è oggi fortemente legata, straordinariamente bella e unica e in grado di evocare le più famose dimore di Parigi o Vienna: un poco reggia di Versailles, un poco palazzo viennese.

Se pensate che alla reggia si vedano solo le collezioni permanenti vi sbagliate: mostre temporanee la rendono ancora più ricca. A novembre ospitava, fra le altre, una monografica su David Lachapelle e una mostra sull’Art Nouveau.

C’è infine la possibilità di partecipare a iniziative speciali che a volte coinvolgono tutta Venaria, nonché mostre ed eventi, convegni e concerti. Un’amica che lavora a Torino ha partecipato a una di queste serate, mi ha mandato delle immagini suggestive della cena di gala nella Galleria di Diana, dove figuranti in costume accoglievano gli ospiti mentre uno spettacolo di suoni e luci illuminava fontane e giardini della reggia.

I GIARDINI REALI

Riconosciuti “il parco più bello d’Italia” nel 2019, fanno parte dei Grandi Giardini Italiani e sono aperti nell’attuale configurazione solo dal 2007. Curati in ogni stagione da una squadra di giardinieri permettono di godere delle prospettive più ampie: da un lato verso la reggia, di cui si distingue la sobria costruzione, dall’altro verso il parco della Mandria e sullo sfondo la corona alpina.

Ad arricchirne il profilo ben quattordici sculture, alcune delle quali enormi, costituiscono il Giardino delle Sculture Fluide.

Composti di due parti principali, Parco Basso e Parco Alto, i giardini reali stupiscono per la presenza di opere naturali sia di impronta estetica, sia pratica. Vi sono infatti molti alberi da frutto e piante commestibili. Nell’orto ammiro i finocchi e le brassicacee tutte, fra i miei ortaggi preferiti.

I colori pastello, il grigio e il rosa degli ultimi fiori stanno vicini al verde degli alberi che resistono con addosso le ultime foglie, accanto ai gialli e rossi più accesi delle piante che mostrano il loro vestito autunnale. Guardare ma non toccare.

In fondo, alla fine della passeggiata, piante acquatiche a me sconosciute si riflettono nella lunghissima pesciera, assieme ad altri alberi da frutto e piante rampicanti.

Se penso che nei periodi bui erano una piazza d’armi, adibiti a scopi militari come tutto il sito, mi vengono i brividi. Del resto Venaria è stata studiata sin dall’inizio – lo dice il nome – per l’attività venatoria, come residenza di caccia dei Savoia. Il Tempio di Diana al fondo del parco ora non esiste più, doveva essere proprio un bel vedere!

LA VENARIA REALE

Il corpo principale della reggia è costituito da 54 sale, tutte da visitare e da seguire con le spiegazioni riportate sui pannelli e dall’audioguida. Le donne e gli uomini, i Savoia che hanno governato Torino e il Piemonte per mille anni sono raccontati e confrontati con i sovrani degli Stati europei, che si sono succeduti nei secoli. Al piano terra si acquisiscono o si ripassano tali conoscenze.

Diverse postazioni multimediali permettono una visione teatralizzata della reggia, animata dalle voci e dalle figure di alcuni fra i maggiori attori italiani, di cinema e di teatro. Sono il frutto di un progetto del 2007 di Peter Greenaway “Ripopolare la Reggia”, t.o. Peopling the palaces. Si tratta di un percorso tematico sulla vita di corte raccontata da dieci personaggi che portano il visitatore nelle stanze della reggia, installazione che si è deciso di lasciare sul posto. Non sono sempre favorevole a queste cose ma a posteriori riconosco la qualità elevata del lavoro svolto, di sicuro impatto anche per una persona molto “tradizionalista” come me.

Se vi siete un poco stupiti fin qua vi aspetta un’apoteosi di emozioni al piano superiore, davvero difficile da descrivere. Qui arazzi e arredi, quadri e oggetti preziosi di arte decorativa ci fanno sentire non più a Torino, ma Parigi e nella Vienna del Seicento e Settecento. Questi furono per la reggia di Venaria i due secoli d’oro dopo una lunga progettazione.

Nella metà del Cinquecento i Savoia chiamarono grandi architetti e artisti, con il preciso intento di rifondare la struttura architettonica della città con Torino al centro e, tutto attorno, le residenze come Venaria costituiranno la “Corona delle delizie”.

Sontuosi saloni come la Galleria Grande, lunga ben ottanta metri, sembrano non finire mai, con le loro infinite ricchezze fanno da contraltare all’esterno davvero sobrio, che si intravvede attraverso le ampie finestre.

LA SCUDERIA JUVARRIANA

Questa lunghissima sala ricca di cimeli colpisce per l’allestimento che ne valorizza le dimensioni, ospita le carrozze di gala dell’Ottocento tra le quali la carrozza dorata spicca per ricchezza e sfarzo.

Per tutta la sua lunghezza si snoda la sagoma dorata, sinuosa e imponente, del Bucintoro dei Savoia, che ho riconosciuto da lontano e ho subito paragonato al Bucintoro di Venezia. Ho molto apprezzato questa forma di sincretismo, questa unione tra est a ovest, tra Torino e Venezia.

Questa splendida nave percorreva Il fiume Po, come dimostrano immagini e ricostruzioni storiche, si può ammirare “sopra e sotto” con un gioco di specchi strategicamente collocati.

ATTORNO ALLA REGGIA DI VENARIA

Architettura barocca e rigore sabaudo caratterizzano una località di 30000 abitanti, Venaria è una cittadina della prima cintura torinese con una storia e vita propria fuori dalla reggia, un piccolo centro storico bello da vedere di giorno e di notte.

Il passato manifatturiero è rimasto quasi solo nelle insegne sbiadite e nelle vecchie case, dignitose anche quando sgarrupate. Forte è il contrasto con la moderna conversione ai servizi turistici e di ospitalità.

Affollata di giorno, silenziosa di sera, Venaria dona lunghe prospettive sulla reggia, panorami imponenti verso le Alpi e scorci ondulati dove passa il fiume Stura di Lanzo.

COME ARRIVARE ALLA REGGIA DI VENARIA

Venaria si trova nella prima cintura torinese. Calcolate quasi due ore per arrivarci in auto da Milano oppure da Torino valutate i mezzi pubblici: treni e tram oppure il bus turistico Venaria Express. Noi abbiamo parcheggiato in una delle vie di accesso laterali, con le strisce blu (anche di domenica) al modico prezzo di un euro l’ora. Cinque euro per cinque ore ci sembravano sufficienti ma si è rivelato un tempo minimo, potevamo benissimo fermarci più a lungo. Questo vale soprattutto nei mesi centrali dell’anno con le giornate più lunghe.

DOVE MANGIARE

Nonostante siamo nella patria del cibo di qualità, dove trent’anni fa la chiocciolina di Slowfood ha mosso i primi passi per rendere consapevoli tanti italiani delle ricchezze enogastronomiche, in un sito di grande afflusso turistico come questo il mercato si è adeguato alle esigenze di una ristorazione veloce, non sempre improntata alla qualità. Nelle vie del centro che portano alla reggia è più facile incappare in una trappola per turisti frettolosi, come peraltro eravamo noi, che in un locale tipico in grado di servire specialità piemontesi. O in prodotti come pizza e piadina che sicuramente incontrano il favore dei numerosi ospiti stranieri e sono pratici per un pranzo veloce, ma nulla di più.

Quando mi sono accorta che nel piazzale della reggia c’è un ristorante stellato era troppo tardi e mi spiace, l’avrei volentieri provato. Sarà per la prossima volta, magari fermandomi a dormire. Devo però spezzare una lancia in favore del Bicerin de Venaria, un locale dove dopo il caffè avrei passato volentieri più tempo: in questo ristorantino e caffetteria ho respirato un po’ di storia del Piemonte grazie al ricco arredamento con specchi, vecchie stampe e richiami a personaggi storici, come Camillo Benso conte di Cavour.

VISITARE LA REGGIA DI VENARIA

Sono stata a Venaria grazie a Musement che, fra le tante esperienze di visita, a Torino propone il Museo Egizio e appunto la reggia e giardini reali. Non sono incluse la scuderia juvarriana e le altre parti, come il Castello della Mandria e la citroniera, per i quali si deve provvedere con un biglietto a parte. In biglietteria si trova questo pannello con varie indicazioni utili.

L’audioguida che viene fornita con il biglietto è comoda per seguire i punti salienti della visita e consente, per ciascun punto da vedere, di scegliere descrizioni più dettagliate (in verde) o sintetiche (in rosso), attenzione che il percorso è talmente ricco che i tempi vengono facilmente dilatati. Noi abbiamo dedicato un’ora ai giardini, un’ora alla scuderia, due ore e mezza ai due piani della reggia (avremmo potuto starci più a lungo) fino alla chiesa di Sant’Uberto, capolavoro di Filippo Juvarra.

Fate attenzione agli orari di apertura che cambiano nel corso delle stagioni, in inverno i giardini chiudono alle ore 17 e la reggia alle ore 19, per entrambi l’ultimo ingresso è un’ora prima. Praticamente siamo uscite per ultime dalla reggia e hanno chiuso il portone dietro di noi! Il sito è chiuso di lunedì e per buona parte del mese di febbraio.

“Fatevi rapire” è il titolo del pieghevole che consegnano alla biglietteria e posso confermare che mi sono fatta davvero rapire alla reggia, anzi “dalla reggia”. Ho provato sensazioni contrastanti tra lo stupore e un positivo smarrimento. Spero che faccia lo stesso effetto anche a voi!

Oggi su Facebook il racconto e le immagini della giornata.

I giardini reali

La visita di oggi pomeriggio è durata cinque ore, solo perché ci hanno detto di uscire all’orario di chiusura. Grazie a @Musement oggi ho coronato questo sogno! Partendo dai suoi giardini che anche a novembre inoltrato ci hanno mostrato il loro vestito fatto di colori pastello e tanta voglia di vivere, soprattutto nell’orto dove ho ammirato i finocchi e le brassicacee tutte. Guardare ma non toccare. In fondo alla fine della passeggiata c’erano delle spennellate di rosa da piante acquatiche sconosciute che si riflettevano nella lunghissima pesciera, assieme agli alberi da frutto e alle piante rampicanti. Sullo sfondo le Alpi innevate verso nord, altro regalo di questo strano autunno, e il profilo sobrio della reggia verso sud 

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La Venaria Reale

Ci sono 54 sale da visitare e le spiegazioni da seguire nella reggia, sui pannelli o con audioguida. Qui vanno via due ore tranquillamente, ripassando i mille anni di storia dei Savoia, vedendo in sequenza le donne e gli uomini che hanno governato Torino e il Piemonte, e ne hanno esteso i possedimenti per terra e per mare. Al piano terra tutto ciò è ben spiegato ma la meraviglia arriva al piano nobile dove arazzi, arredi, quadri e oggetti preziosi di arte decorativa ci trasportano nelle regge costruite a Parigi e a Vienna tra Seicento e Settecento. La reggia di Venaria non ha nulla da invidiare a tali dimore. Sontuosi saloni sembrano non finire mai e con le loro infinite ricchezze fanno da contraltare all’esterno davvero sobrio. E la visita non finisce qui 

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La scuderia juvarriana

La scuderia iuvarriana rende la visita della reggia più completa e la consiglio, è tutt’altro che una semplice scuderia ovvero una sala lunghissima ricca di cimeli che, ancora una volta, collega est a ovest, Torino a Venezia. Ospita le carrozze di gala dell’ottocento, tra le quali la carrozza dorata spicca per ricchezza e sfarzo. Ciò che salta agli occhi è soprattutto l’imponente Bucintoro dei Savoia che percorreva… Il fiume Po, come dimostrano immagini e ricostruzioni storiche. L’ho subito riconosciuto e paragonato al Bucintoro di Venezia, l’ho ammirato sopra e sotto grazie al suo allestimento con gli specchi che ne valorizzano l’intera figura

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Attorno alla Reggia di Venaria

Venaria è una cittadina di 30000 abitanti della cintura torinese, con una storia e vita propria anche fuori dalla reggia che è la sua attrattiva principale. Nel piccolo centro storico, bello da vedere di giorno e di notte, passa il fiume Stura di Lanzo. Accanto a vecchie case dignitose anche quando sgarrupate, si susseguono insegne di catene di dubbio gusto e prive di personalità. Spesso propongono cibo globalizzato (tipo piadine) invece della cucina tipica, poco presente, di fronte alla reggia invece si trova un ristorante stellato. Siamo in Piemonte dove è nato il movimento del cibo buono pulito e giusto! Andate a vedere, cercate di passare tutto il giorno qui e ditemi il vostro pensiero 

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Post in collaborazione con Musement:

https://www.musement.com

Per saperne di più:

https://www.lavenaria.it/

http://www.unesco.it/it/PatrimonioMondiale/Detail/118


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