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Oggi pomeriggio ho visto i Marziani a Venezia, è stato un incontro bellissimo, inaspettato e, possibilmente, con un futuro. Ecco come sono andate le cose.


In rete trovo un simpatico invito per un mercatino – baratto natalizio così mi dirigo a metà pomeriggio verso il campo designato come luogo di ritrovo “Vicino a Santa Marta”. Si tratta di una zona defilata sia rispetto ai consueti itinerari turistici, sia ai percorsi dei veneziani; è molto vicino a piazzale Roma e pertanto dovrebbe essere raggiungibile in pochi minuti a piedi ma… confondo i campi mescolando i nomi dei santi e faccio un enorme giro della parte est di Venezia prima di arrivare. Dopo due ore che giro intorno chiedo lumi in un’osteria, poi a un passante (inglese) che mi aiuta, poi tra un ponte e una calle sento due signore indicare in fondo a noi “Vedi, laggiù da stamattina fanno un mercatino del baratto” e finalmente sono arrivata.



Sono in un campiello con degli strumenti musicali su un palco, e una decina di tavolini con esposti gli oggetti che di solito si cerca di barattare, soprattutto scarpe e vestiti, libri e DVD ma anche dei sacchettini con semi per realizzare un piccolo orto casalingo o urbano . Ognuno indica su un foglio cosa offre (si vedono gli oggetti più leggeri ma si possono offrire anche mobili o oggetti voluminosi, elettrodomestici ecc.) e cosa cerca (spesso lavori di casa e servizi come lezioni scolastiche ecc.). Con l’aria stanca di chi è stato tutto il giorno in piedi, al freddo e all’umido, i titolari dei banchetti chiacchierano, attendono la musica e i balli che scalderanno la serata e spillano vino rosso da una damigiana . Che voglia avrei di un vinello! Ma cosa sono venuta a fare qui? Ah sì, voglio parlare con i responsabili per proporre di assaggiare e barattare le mie conserve , come ho fatto in novembre vicino a Mestre. Mi indicano una certa Chiara, una cascata di riccioli rossi su un viso pulito illuminato da due splendidi occhi azzurri. Per essere una studentessa di architettura ha le idee fin troppo chiare ma la gente che popola il campiello è tutta così. Mi conforta che, anche oggi, tanti giovani abbiano nella testa buone idee e buone pratiche.


Chiara mi descrive questo primo baratto a Venezia: è venuta un po’ di gente ma tra dieci giorni è Natale e molti hanno preferito passare la domenica a fare shopping o sulle piste da sci; in futuro lo spazio e il tempo del baratto saranno più razionali. Le chiedo di poter mettere le mie conserve in assaggio sul tavolino delle cibarie, Chiara annuisce e mi manda dalla cuoca, che mi racconta nuovamente come è nata quest’idea. Alle 19, però, non è proprio l’ora migliore per esporre confetture di arance, pesche e ciliegie , metto via a malincuore i miei vasetti e prometto che la prossima volta organizzerò una degustazione come si deve, con il pane e i formaggi in abbinamento . Ci scambiamo i biglietti da visita e a questo punto, finalmente, parliamo dei marziani.


Marziani a Venezia è un gruppo di Veneziani che gravitano, nella vita o per lavoro, intorno a Santa Marta . Quelli come Chiara che studiano nelle vicine aule di Architettura vedono ancor più lo svuotamento progressivo del quartiere che da una parte subisce la sorte comune a molte parti di Venezia, lontane dalle zone turistiche, con sempre meno negozi e servizi . Ma dall’altra parte Santa Marta subisce anche l’aumento vertiginoso dei prezzi delle case , per gli interessi speculativi legati alle vicine zone strategiche per molte attività economiche di Venezia. Non c’è quindi da stupirsi se gli abitanti fuggono in terraferma , ma così si svuota la città sradicando molte persone dal luogo natio e togliendo il futuro alle giovani generazioni: oggi, mi dice Chiara, se non hai un bar nel posto giusto, un hotel o un’attività basata sul turismo, è impossibile stare a Venezia, non te lo puoi permettere. Venezia è una città unica e stupenda ma non è per nulla facile abitarci, anche se sei giovane e sano. Se sei anziano o hai problemi di salute o di deambulazione, è ancora più difficile. Alla faccia della città metropolitana e delle belle parole della politica. Chiara mi racconta che anche la sede universitaria di Ca’ Tron stava per essere messa sul mercato poco tempo fa, ma mettendosi di traverso con manifestazioni che l’hanno mostrata all’opinione pubblica gli studenti sono riusciti a fermare questo progetto. Non basta, ovviamente, ma è bello sapere che la cittadinanza attiva può fermare il declino per affermare quelli che sono beni comuni e che, come tali, dovrebbero essere usufruibili ed inalienabili.


Saluto Chiara e i suoi amici, marziani a Venezia , con il cuore pieno di speranza. Nel silenzio e nel vuoto surreale di una lunga fondamenta deserta continuo a pensare, poi dopo un ponte, ritrovo le luci e i rumori che preludono a Piazzale Roma e al ponte che collega Venezia alla terraferma. Arrivederci a presto, e lunga vita ai marziani.
Per saperne di più:
http://marzianiavenezia.wordpress.com/

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