Questo racconto è dedicato alla mia famiglia, che ha portato in giro me e mia sorella sin da quando eravamo piccole, che ci ha fatto innamorare del viaggio, della scoperta, della conoscenza di persone e luoghi diversi e lontani. Oggi mia sorella ha una bella famiglia, mentre io viaggio molto di più e prediligo paesi lontani, eppure non dimentico le bellissime esperienze che abbiamo fatto insieme. E i miei genitori sono due splendidi settantenni innamorati della vita.
L’occasione di raccontare la nostra vacanza in Puglia mi è stata data dal concorso, promosso da Pizzicato Eco BB.
e da Silvia Ceriegi sul suo blog.

IL VIAGGIO

Alla fine di giugno 1983 facciamo le valigie, come sempre al termine dell’anno scolastico. Questa volta però la destinazione non è il campeggio a Cortina, come succede da oltre 10 anni, e la roulotte non ci farà da guscio durante il nostro soggiorno. Tutto nuovo: noi quattro, mamma e papà poco più che quarantenni, mia sorella Claudia tredicenne e la sottoscritta di 15 anni andiamo in tenda nel Gargano, nel campeggio di Manacore dove vanno di solito gli zii. La mia famiglia aprirà la stagione piantando letteralmente la tenda, per poi dar loro il cambio a metà luglio quando essi scenderanno con le due bambine piccole. Il tetto dell’auto di papà si riempie di ogni genere di bagagli in puro stile Fantozzi, anche il bagagliaio è pieno: c’è una grande tenda per tutti e quattro, brandine, materassini, l’attrezzatura da campeggio e gli effetti personali. Nell’abitacolo staremo stretti ma siamo emozionati, come tutte le cose belle queste due settimane voleranno.


Partiamo alle cinque di mattina, nella speranza di trovare meno traffico; a Pasqua siamo stati nelle Marche con la roulotte e la prima metà del percorso è per noi un simpatico déja-vu. Ai lati dell’autostrada il giallo delle ginestre è stato sostituito dai toni pastello degli oleandri in fiore, poi dai capolini gialli e neri dei girasoli, poi ancora dal rosso vivo dei papaveri. Infine nella nostra discesa verso sud, nelle campagne predominano il giallo del grano e lunghi filari di ulivi. In tarda mattinata usciamo dall’autostrada adriatica, costeggiamo i laghi di Lesina e Varano osservando le saline omonime ed entriamo nel Gargano.

IL CAMPEGGIO

La nostra destinazione è il campeggio di Manacore, tra Peschici e Vieste, dove arriviamo all’ora di pranzo. Dopo il rapido disbrigo delle formalità all’ingresso ci dirigiamo alla spiaggia: già, in questo soggiorno staremo in spiaggia nel senso letterale della parola. Siamo in una piccola baia, chiusa da due trabucchi a destra e a sinistra, un posto bellissimo con un bel mare blu. Montiamo facilmente la tenda arancione sotto un gran ramo di pino, in modo da stare un po’ al fresco sotto gli alberi almeno al mattino. Il campeggio è ben attrezzato con un mini market fornito, ristorante pizzeria e una pista, dove la sera si può ballare e a volte suonano musica dal vivo. C’è molto verde negli spazi dedicati alle tende, e un bel viale di eucalipti all’ingresso. Considerato che siamo a fine giugno è abbastanza affollato da turisti italiani e stranieri. Prendiamo subito confidenza con i prodotti tipici, dalle splendide verdure fresche pugliesi al pane e ai taralli, per non parlare dei salumi e formaggi da latte bovino e ovicaprino. Naturalmente non mancano l’olio, che allieterà la nostra tavola a tutte le ore del giorno, e l’ottimo vino rosso.

RELAX E VITA DA SPIAGGIA

Svegliarsi al mattino e trovarsi il mare a due passi è davvero emozionante, ma tutta Manacore è bellissima così andiamo subito alla scoperta dei dintorni… dall’acqua. Gonfiamo il gommone e via! Remare oltre il trabucco, alla sinistra della spiaggia, ci consente di scoprire delle calette selvagge con limpidi fondali, dove nuotano tanti pesci colorati. Stiamo a lungo in acqua, papà si diverte anche a raccogliere le cozze abbarbicate agli scogli, che diventano un ottimo condimento per la pasta. A volte la sera troviamo grosse meduse sulla spiaggia.

campeggio

VERSO SUD

Le bellezze della Puglia ci attendono, abbiamo un programma di visite piuttosto intenso. La prima gita si svolge nelle Murge, anche se in un solo giorno non possiamo vedere tutto. Le grotte di Castellana sono il complesso speleologico più grandioso d’Italia, assieme ad altri siti come Frasassi nelle Marche e Toirano in Liguria. Il sito con cui le confronto più spesso è però Postumia, in quella che ancora si chiama Iugoslavia. Le grotte sono una vera meraviglia della natura, con tante concrezioni e formazioni calcaree dalle forme bizzarre, imponenti guglie e pinnacoli plasmati nei secoli, goccia dopo goccia, in mezzo ai quali passiamo in fila assieme a tanti altri turisti. Penso alla grande emozione che deve avere provato il suo scopritore, nel 1938, e agli altri tesori celati nelle viscere della terra che attendono una mano fortunata o un occhio attento per essere portati alla luce. La vicina grotta di Putignano, infatti, fu scoperta casualmente durante lo scavo di una residenza per anziani, anche se oggi la fama di questo paese risiede soprattutto nelle lunghe manifestazioni legate all’omonimo Carnevale. Murge però significa anche un vasto territorio, un immenso uliveto che darà i suoi frutti alla fine dell’anno e che ha in Bitonto la sua “capitale”. Imbocchiamo una stradina sterrata che costeggia appunto un uliveto e ci fermiamo per fare picnic, tiriamo fuori tavolino e seggiolini, i panini, le bibite e un fornelletto per fare il caffè. Ci raggiunge un signore, probabilmente il proprietario del fondo, che gentilmente ci offre un cestino di fichi appena raccolti, dolcissimi. Passiamo per Altamura e Gioia del Colle, e ci fermiamo ad Alberobello terra di trulli, le tipiche abitazioni in cui su uno spazio centrale quadrato viene impostata una cupola, rivestita esternamente di lastre sottili ad anelli concentrici.

alberobello



Quando arriviamo in un paese papà chiude l’auto, temendo i malintenzionati, ma per fortuna non ci succede mai nulla di spiacevole. Al ritorno da questa bella gita ci rendiamo conto che abbiamo percorso centinaia di chilometri in un solo giorno, siamo stanchissimi ma soddisfatti.

NELLA FORESTA UMBRA

Nelle nostre estati in montagna facciamo spesso delle simpatiche gite nel bosco; pure qui, tra un pomeriggio di relax al sole e una nuotata, approfittiamo per andare alla scoperta dell’entroterra. Alle spalle del Gargano si estende una vasta, fitta foresta di faggi, aceri e pini: si chiama Foresta Umbra proprio perché il bosco è particolarmente “ombroso”. Ci arriviamo dopo un lungo giro in auto: raggiungiamo dapprima Vieste, dominata dal grande faraglione detto Pizzomunno.

pizzomunno


Attraversiamo senza fermarci Pugnochiuso e Mattinata; la Baia delle Zagare è occupata da un hotel di lusso e purtroppo non è visitabile. Saliamo quindi su a Monte Sant’Angelo, dove si arriva dopo alcuni tornanti che ci fanno sentire davvero nel profondo sud, un mondo molto diverso dai nostri paesini di montagna. Gli anziani vestono ancora “come una volta” e spesso si muovono a dorso d’asino, oppure procedono a passo d’uomo accanto a queste povere bestie caricate con pesi enormi. Arrivati alla nostra destinazione, la Foresta Umbra appunto, facciamo un bel picnic, poi passeggiamo per qualche ora nel silenzio e nella magia del bosco, dove gli alberi sono davvero enormi. Troviamo funghi porcini e qualche ovulo, che nei boschi del nord non ci sono, ma soprattutto osserviamo molti daini in semilibertà. Potremmo allungare il percorso di alcuni chilometri e fermarci a San Giovanni Rotondo, ma non ci andiamo: siamo nei primi anni 80 e probabilmente la macchina impressionante legata alla fede e al business del turismo religioso non si è ancora sviluppata. Rientriamo a Manacore passando per Vico del Gargano.

trani

ISOLE TREMITI

Cos’è una vacanza nel Gargano senza un’escursione alle Tremiti? In una giornata assai intensa andiamo a scoprire questo eccezionale arcipelago. Prendiamo il traghetto all’alba da Rodi Garganico e, una volta sbarcati a San Domino, saliamo nel centro storico e facciamo il giro dell’isola a bordo di una barca a motore per scoprirne le tante grotte, gli angoli e gli scorci più remoti.

tremiti



Scendiamo poi a piedi dall’altra parte dell’isola sino a una splendida caletta, dove non resistiamo alla tentazione di raccogliere i capperi per accoccolarci infine su uno scoglio. Che posto speciale, che mare stupendo, certo qui potremmo passare una settimana intera di relax, sole e spiaggia per tutto il giorno, ma noi siamo una famiglia dinamica, anche troppo!! Prima di sera ripercorriamo a ritroso tutta la strada e riprendiamo la nave traghetto che ci porta sulla terraferma.

LE CHIESE E GLI ANTICHI CASTELLI

Per tutta la durata del soggiorno alterniamo il relax al mare con le escursioni, evitando i centri più grossi come Foggia e Bari e privilegiando le cittadine, dove possiamo passeggiare e acquistare gli ottimi prodotti tipici per poi visitare i palazzi antichi ma soprattutto le chiese. Andiamo così a Manfredonia, con la splendida chiesa di Santa Maria di Siponto appena fuori dal centro, poi a Lucera e Troia ammiriamo il romanico pugliese, fiorito soprattutto nei secoli XII e XIII, che ci sorprende per le sue diverse e originali espressioni. Questo stile è così ricco che molte chiese potrebbero appartenere anche ad epoche più recenti. A Barletta diamo un’occhiata al Duomo e al Castello. A Trani visitiamo il bianchissimo duomo, costruito a pochi metri di distanza dal mare.

castel del monte

Vediamo da lontano l’inconfondibile sagoma ottagonale di Castel del Monte, costruito da Federico II di Svevia, a fine giornata ci siamo solo noi e possiamo parcheggiare vicino all’ingresso del sito.

RITORNO A CASA

Il tempo purtroppo è tiranno, due settimane volano e a metà luglio, con l’arrivo degli zii, dobbiamo salutare il Gargano e riprendere la strada verso nord, abbronzati e felici. Non torniamo più a trascorrere le vacanze laggiù, dopo quasi 30 anni chissà come sono cambiate le infrastrutture, sempre più moderne e funzionali, i luoghi e le genti. Conservo tuttora un’immagine nitida e bellissima di questa vacanza speciale, con il tripudio di sensazioni e colori, con la certezza di avere conosciuto persone splendide e semplici, che ci hanno fatto assaggiare le loro mille specialità enogastronomiche. All’epoca si iniziava appena a parlare della valorizzazione dei prodotti tipici come in questo caso i taralli e il pane pugliese, l’olio di frantoio e la burrata, la frutta dolcissima e il pesce freschissimo, vini rossi corposi come il Cacc’e Mmitte di Lucera e il Primitivo di Manduria. Sono stata qualche volta in Puglia per lavoro, ma sempre di corsa e con le ore contate. Quando torno dopo molto tempo in un luogo che ho amato temo di non riconoscerlo, sapendo che magari le immagini nella mia mente non corrispondono più alla realtà e tutto è stato stravolto. Ma non vedo il Gargano da quell’epoca lontana, la bellissima estate del 1983. Quasi quasi nel 2012 ci torno, sarebbe davvero bellissimo.

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16 comments

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Gamberettarossa, ora pure questo….sei una scoperta senza fine,sempre piacevole, caralamiaziarob!!!! Paola

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ciao tesoro che piacere pure tu qui, leggi leggi … e commenta e di quel che ti pare, mi fido di te. in arrivo altri racconti di viaggio (plurale) e altri viaggi (plurale) a presto su questi schermi BACI zia robi

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HO VINTO… LA PUGLIA SI AVVICINA…
http://trippando.wordpress.com/category/scrivi-e-vinci-la-puglia/

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Ora mi è chiaro il motivo delle mie insufficienze nei temi.
Delizioso il racconto, bella la famigliola da mulino bianco evoluto ma davvero tanti complimenti anche per numeri che dimostri di possedere nel marketing: ci sai proprio fare!
Te lo meriti un bel giretto in Puglia; io intanto proseguirò nella lettura dei tuoi post.
Baci,
Ivi

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cara, grazie anche x la simpatica definizione di mulino bianco evoluto, che mi mancava e che ora si applica soprattutto ad altri membri della mia famiglia ma ne sono cosciente e mi mantengo sulla mia linea finché posso! nonostante abbia molti altri racconti nel cassetto che tirerò fuori mano a mano che si apriranno opportunità, “idee cercasi” quindi gli spunti degli amici sono e saranno sempre benvenuti. a presto sugli schermi del web 2.0

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grazie ancora e buona vita a te 🙂

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bel racconto..e bel viaggio davvero!
molto significativa la memeoria di Robi relatia ad un viaggio avvenuto tanto tempo fa..sembra esserci stata ieri..ma quando parlano le emozioni non c’è bisogno di altro..è la miglior memoria che si possa avere giusto?
Aspettiamo altri racconti!
Ciao!

Cinzia e Silvio

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valtellina blues… il meteo non ci ha fermato, torneremo a trovarvi, assaggeremo le rispettive produzioni (quel vino bianco me lo voglio proprio gustare) insomma grazie ancora e a presto!!!!!

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Altro giro di vintage, altra sorpresa, questa tutta familiare 🙂 anche noi tante estati siamo andati durante le ferie dei miei in Campania, andavamo al mare a Palinuro con attrezzatura altrettanto fantozziana da spiaggia. 900 km in Agosto senza aria condizionataaaa, paura. E ti dirò che questo autunno, dopo tantissimi anni e dopo la morte di mio padre, mio fratello ed io siamo tornati a vedere quelle spiagge. Per ricordare un pezzo di famiglia che non c’è più ma in fondo c’è sempre.

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arieccoti. c’è il rischio che mi commuova sai? ho la lacrima facile in qs momento. a pensare alle mie cose e a quelle che raccontano gli altri. francamente immaginare te e luca che scendete a vedere com’è ora un luogo dell’infanzia mi fa strano, mi racconterai. salutalo tanto xxxx

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Altra bella storia, bei posti, belle foto.
Anche qui non sono mai stata, ma quanto mi sono persa?
Davvero una storia ricca di particolari.
Ciao
Norma

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norma hai tu famiglia? xk se si hai fatto altre cose. io sono allergica a moroso figli e tutte quelle robe li quindi viaggio. semplice. e se ti interessa in primavera si torna nel gargano vieni?

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