Stiamo seduti su degli sgabelli e ci appoggiamo a un tavolo alto mangiando, insieme, quello che esce dalla piccola cucina attigua: un primo, minestra o pasta, un secondo di carne con contorno, più focaccia o insalata.
Quando passa qualcuno sulla via saluta con un cenno della mano, anche tra passanti si è soliti salutare e sorridere. Gli avventori vengono qui con piacere: il mio preferito è un ragazzo che lunedì sera mangia qualcosa qui, prima di andare al corso di degustazione vini. Ha due ettari di vigneto nuovo, impiantati a sangiovese; ha appena iniziato a vinificare, ci scambiamo informazioni e gli auguro tutto il bene possibile perché è proprio bravo.
Ci facciamo compagnia tra un piatto e l’altro con un bicchiere di vino casereccio, parlando di tutto inclusa ahimè la politica. Per una volta è un dialogo facile essendo tutti dalla parte giusta, non litighiamo e speriamo che tra un mese il nostro bel paese migliori con le elezioni, chissà. Sono circondata da brillanti cinquantenni che portano bene gli anni, pur avendoli vissuti intensamente. I miei padroni di casa sono toscani, hanno questi due locali belli e genuini, uno per dormire l’altro per mangiare. Gli altri due, lucani, vanno in giro tutto il giorno sul furgone, per distribuire biancheria dalla lavanderia ai locali pubblici di Firenze e dintorni, la sera sono distrutti. Non mi hanno ancora portato l’aglianico ma glie lo chiedo ogni settimana e prima o poi arriverà. Io sono arrivata lunedì con due bottiglie di prosecco e tre vasetti di crema per degustazione formaggi, non solo le cipolle con l’aceto balsamico che avevano già assaggiato, ma anche i peperoni e un vasetto di miele “biologico vero”.
Parliamo anche di lavoro: dopo un solo mese qui e già ho imparato un sacco di cose dell’azienda che mi ha accolto fra le sue braccia. Con l’anno nuovo ho avuto la favolosa opportunità di fare il lavoro che desideravo, nel posto dove volevo stare. Sarebbe già un motivo per essere contenta, ma se faccio una lista delle mie recenti sfortune professionali e se penso al quadro difficile (eufemisticamente) del mercato del lavoro in Italia, mi bacio le mani.
Cosa farò: venderò analisi, consulenze e servizi per le aziende agro alimentari, di base nel Triveneto ma con una certa mobilità. Mi piace troppo questo lavoro, mi piace tanto l’azienda che fra l’altro sta tra Firenze e Siena, quasi nel bellissimo Chianti. Ci sono arrivata in un momento di cambiamento e allargamento dell’attività, grazie alla fusione con un gruppo internazionale molto più grande e articolato. C’è tutto da fare, ora sono in affiancamento con colleghi indaffarati che mi chiedono di essere disponibile e propositiva, possibilmente senza complicare il loro lavoro che con la fusione sta cambiando radicalmente. Tutto sta cambiando e io capisco che armonizzare i due modi di lavorare non sarà facile, ma dobbiamo provarci insieme. Non sarà facile, nulla è facile oggi. I clienti chiedono condizioni di vendita e servizio sempre migliori ma non è un buon motivo per sbracarsi subito. Spero che i miei capi lo capiscono. Stasera sono stanca e ho ben presenti le difficoltà e i problemi ma ci sto provando, incrocio le dita!
E da quando il tempo è migliorato, le ultime sere sono salita a Firenze per vedere le mie deliziose amichette dei viaggi. Di solito abbiamo due ore per riassumere le rispettive vite di 2-3 anni ma ce la facciamo. Un aperitivo e via, fuori le chiacchiere, concitate, profonde, sincere. E la prossima settimana andiamo al cinema. Chi viene?

Inoltre vi consiglio di leggere...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. Required fields are marked *