Maggio e bicicletta, un binomio perfetto per unire l’utile – ispezionare il percorso verso l’ufficio a Cassina de Pecchi, al dilettevole – un giro in bicicletta lungo la Martesana dove avrei potuto andare da anni, ma ancora no. Navigli, non quelli dove si consumano le notti brave dei giovani, tra divertimento e trasgressione. I Navigli sono quelli antichi: oggi semplici vie d’acqua, un tempo vie di trasporto di persone e merci, inclusi il marmo e i materiali con cui fu costruito il Duomo.

Preferirei andarci in compagnia, ma l’esperienza mi insegna che chi parte solo fa quel che gli pare, se tornerò presto avrò tempo per fare altro, scrivere per esempio. Prevedo 1h circa per arrivare a Cernusco, senza tappe, senza foto, pedalando e basta. Ci mette lo zampino il FAI che, anche stavolta, ha organizzato ben due biciclettate: una è in città dove non andrei mai, ho troppa paura di pedalare tra persone e altri mezzi di trasporto. L’altra è qui, si chiama “Stelle e stalle lungo la Martesana” e include tra l’altro visite guidate a: osservatorio astronomico e tempio massonico di Cernusco, cascine produttrici di formaggi tipici, fino al centro storico di Gorgonzola. L’esposizione di quadri e opere d’arte nei punti di ristoro completano l’accoglienza. In pratica loro, quelli del FAI, iniziano il giro dove lo finisco io (!!!).

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Naturalmente l’ambiente aperto e la bella giornata di sole fanno uscire centinaia di persone di ogni colore ed età. I miei preferiti sono gli anziani, con quel loro fare sornione tipico di chi si è visto sfuggire il loro mondo sotto gli occhi, e i G2, i ragazzi di seconda generazione che nonostante abbiano lineamenti e colore della pelle diverso da “noi italiani” sorridono, vogliono divertirsi e parlano allo stesso modo. Anzi spesso parlano meglio di “noi italiani”.

Arrivo in 40 minuti, chiamo gli amici di Milano che mi hanno convinto a inforcare la bici e li raggiungo dall’altra parte del paese verso Cassina.

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Foto e chiacchiere con questa bella famiglia, mamma papà e tre figli, finisco la mia provvidenziale borraccia di tè e mi faccio spiegare dove – come si prosegue verso est, tra le opere dell’uomo e della natura che fanno tanto bella la campagna intorno a Milano.

Nonostante mi potrei ancora divertire, lo so per certo, la mia voglia di esplorazione è finita, solo stasera trarrò le somme sulla fattibilità della bici come mezzo per andare in ufficio e sulle conseguenze su schiena e acciacchi vari.

Ora cambio registro. Mi soffermo a osservare e fotografare qualsiasi cosa:

I grossi alberi che spero siano tutelati…

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Parchi e giardini…

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Gli anziani seduti sulle panchine all’ombra…

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I riflessi sull’acqua…

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Le scritte dei writer (no comment)…

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I mezzi di trasporto, auto, treno e persino aereo, attorno e sopra di noi…

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Animali cose fiori…

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I lavoratori della domenica…

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Le foto più belle sono come sempre quelle che, non scattate, mi restano dentro, come i cuccioli di nutrie e le canoe colorate ormeggiate a casaccio.

Bandiere bianche e verdi sventolanti mi ricordano che siamo in campagna elettorale. Mi va bene che non siano né l’azzurro di Forza Italia né il verde della Lega, ma anche il PD non scherza.

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Mi rifilano un volantino, confesso che sono un po’ più schierata di loro e mi dicono che ho ragione, ma stavolta sarebbe meglio allearci con tizio e caio per avere i numeri. Il voto utile insomma, una delle peggiori cose con cui i sogni e le speranze di quelli come me sono stati infranti. Futile, non utile. Basta politica, una provvidenziale telefonata mi stacca dalla conversazione e posso ricominciare a pedalare.

Impiego 1,5 h invece di 1h per rientrare. Con tutto l’affollamento del tardo pomeriggio dovremmo stare attenti a rispettarci, ma spesso la pista ciclabile è invasa da pedoni, passeggini e animali. Loro penseranno lo stesso di me. Il pony legato alla ringhiera mi fa tristezza, viene dal vicino campo nomadi.

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Mi sale un sinistro (o destro) impeto di rabbia quando dei ragazzini rom mi vengono in-contro quasi per provocarmi. Ed eccomi di ritorno nella mia amata Milano, lo sento da una bachata strombazzata da una finestra. Via Padova è meglio di Milano? Non ho ancora una risposta, a me piace e mi piace stare qui, ma vorrei sentire anche l’opinione dei milanesi che l’hanno vista trasformata, uno dei miei argomenti preferiti di conversazione. Argomento aperto, apertissimo.

 

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