Questo post è stato scritto a rate e non penso avrà foto. Ma è molto sentito, in perfetto stile Gamberetta. Accattatevillo!

Mesi dopo il trasloco da Milano al Veneto, penso ancora con ribrezzo al peso dei bagagli che ho dovuto spostare da sola (per scelta), non solo per la fatica fisica. Portare le proprie cose da un luogo a un altro impone equilibrio e capacità che non mi appartengono: selezionare, ordinare, buttare. I pesi che ci portiamo dentro tutti, e che solo noi conosciamo, vengono fuori proprio nelle occasioni come un trasloco in cui, contenti o meno, giriamo una pagina della nostra vita per aprirne un’altra, a volte bianca o quasi. Insomma un trasloco è una gran fatica.

Ma alcune cose leggere e lievi fanno piacere viste e riviste, a ogni tocco ci raccontano un viaggio e fanno bene, anche se parlano di luoghi che non ci sono più. Per esempio…

New York fine estate 2001, rientro in Italia just in time prima dell’undici settembre. Ora ho in mano i biglietti da visita dei locali dove ho mangiato e mi chiedo: ci saranno? Potrebbero essere ancora aperti o chiusi o seppelliti, quasi nessuno di questi biglietti da visita, con mia gioia, cita siti web o informazioni riconducibili alla comunicazione multimediale che oggi domina il mercato della pubblicità. Nemmeno indirizzo email. Oggi faccio un gioco, metto in fila i biglietti da visita di questi ristoranti, li cerco su Google e vedo dunque dove sono stata.

KODAMA SUSHI, West 45th. Olé. Il luogo della mia prima cena e un ottimo sushi tranquillo.

CARMINE’S, Theater District. Ristorante italiano, devo esserci andata con la compagna di stanza dell’ostello. Bello eh ma non c’entra con me, rifuggo sempre i ristoranti italiani all’estero. Pare che ora abbia ben sei location, dalla homepage è riconoscibilissimo e il logo è uguale al 2001. Ottimo.

OSTERIA LAGUNA, East 42nd St. Per una vera esperienza veneziana. Mi sa che entrai solo per vedere il locale, manco fossi in ispezione! Osteria Al Doge è l’altro ristorante della stessa società.

FLYING BURRITO’S, W 4th St. Qui abbiamo cenato in tre (hostel-mates) dopo la serata musical. Chicago ci ha stregate poi ci siamo rilassate in questo ristorante messicano.

TURQUACINO, Bleecker St. nebbia totale e pochi riferimenti online.

PASTICCIO, Third Ave. Era il mio ristorantino preferito perché ci ho passato molto tempo a chiacchierare col capo Nicola, coi camerieri Donato Enrico e il mitico Carletto di Cavazzo Carnico (UD). Conteneva un corner con Proseccheria Mionetto, serviva solo vini italiani più spritz, montasio e tutto ciò che fa Made in Italy. Era. Pare chiuso che tristezza.

CHINA 99, Fulton St. me lo ricordo perfettamente, ci andai sabato primo settembre con le amiche della radio, prima di prendere la nave per Ellis Island. Mangiammo una buona zuppa cinese, involtini e le solite cose. Chiuso a Manhattan, pare sia aperto a Brooklyn. Speriamo.

SAM’S 263, West 45th. Inesorabilmente chiuso.

IDEYA LATIN BISTRO, West Broadway. Google dice che è chiuso, mentre della stessa catena cita un locale a Brooklyn. Il sito c’è ma è aggiornato al 2013, butta male e nemmeno mi ricordo com’era, dov’era.

KEVIN ST JAMES, ottava strada. Chiuso…

A questo punto mi chiedo perché non sono andata sul sicuro scegliendo di passare una serata al Blue Note, o al Beauty Bar o nel diner dove hanno girato la mitica scena di “Harry ti presento Sally”, è andata così, avrei altre 1000 cose da vedere anche se non ho voglia di tornare a New York, ora.

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1 Commento

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Evviva il trasloco in veneto che mi ha permesso di conoscerti allora!!!

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