Estate 1997, diciotto anni fa c’è molta confusione all’orizzonte, problemi sentimentali e di lavoro. Non è una situazione molto diversa da oggi, ma se per i problemi di cuore ho trovato una soluzione abbastanza radicale per quelli professionali beh, non ancora. Dove andare?

Marrakech a giugno non mi è bastata. Sapete che son stata in un fighissimo villaggio Valtur e ho giocato a golf tutta la settimana? Avevo un istruttore top e, a dire il vero, ho cercato di imparare il più possibile di un’attività che mi attraeva e mi affascina. Ma non l’ho più coltivata e con la schiena che mi ritrovo adesso è meglio se non penso più a mazze e palline. Peccato. A volte mi presento in aeroporto indossando il cap con logo Valtur, fra l’altro di uno stupendo color kaki, i miei pax (partecipanti, chevelodicoaffà) trasecolano e non fiatano prendendo la questione con coraggio solo qualche giorno dopo. La domanda che mi fanno è sempre la stessa. Ma cosa c’entri tu con i villaggi Valtur? Ecco, c’entro, ci sono entrata e uscita, che male c’è? Ora provate a portarmi in crociera, sarà una missione molto dura ma vi ascolterò: le vostre ragioni pro, le mie ragioni contro. Ma ora è meglio se torno ai ricordi di avventure…

Alla fine di luglio ho voglia, anzi bisogno di partire e andare lontano e la mia superamica milanese, Elena, mi indirizza ad Avventure nel Mondo che lei utilizza per viaggiare in compagnia e farsi nuovi amici. Corro alla libreria moderna di Mestre (che recentemente ha chiuso) e rapidamente scelgo il Paese che voglio visitare: Capo Verde. Con 300.000 lire e un modulo ccp compilato vado alle poste e prenoto, che gioia! Allora tutto girava su carta, bei tempi! Ma eravamo già in una fase di transizione dalle grandi avventure degli anni settanta e ottanta, quando i viaggi di avventure duravano anche un mese e più, verso i viaggi di oggi più brevi e comodosi. Sono contenta di averla vista cambiare, di avere partecipato e contribuito a questa “evoluzione”. Con buona pace di chi rimpiange i tempi dei viasggi di quattro – cinque settimane. Non ho mai fatto un’esperienza del genere, lunga, faticosa, sempre zaino in spalla su e giù coi mezzi pubblici “mangiando cibo di strada e dormendo in alloggi di fortuna”. Non tutto così, ma sicuramente qualcosa per cui vantarsi con gli amici, al ritorno. Sinceramente non mi manca, e mi “accontento” di sentire i racconti di chi ha viaggiato così, gente che descrive un mondo in larga misura scomparso o inaccessibile, ahimè. In attesa di tempi migliori se dio vuole.

All’inizio di agosto, pochissimi giorni prima della partenza, avventure mi chiama (a casa) per darmi un annuncio ferale: Capo Verde non parte, non ci sono state iscrizioni sufficienti. Funzionava esattamente così. E ora che faccio? Ho tipo un minuto per decidere una meta alternativa, che bello chiudere gli occhi e nel mio mappamondo immaginario decidere così, sui due piedi, dove passerò le ferie estive. Vuoi andare al mare mi chiedono? SI rispondo sicura. Abbiamo un posto disponibile sul Florida Bahamas ma son quasi tutte coppie. No grazie rispondo. E Jamaica Farewell che ne dici? Gruppo variegato, viaggio approvato. Fanno tutto loro da ufficio, metto in tasca un assegno dall’importo cospicuo, quasi quattro milioni di lire, ed esco. Saldo il viaggio con un nuovo bollettino postale e vado in agenzia a prenotare il volo A/R Venezia Roma, non compreso nel pacchetto, un altro salasso di 400.000 lire. Non c’erano i low cost all’epoca, e nemmeno le OLTA. Peccato, ma forse si stava meglio diciotto anni fa, c’è chi ci ha guadagnato ma pure chi ci ha perso, tanti lavoratori per esempio. Ricordiamocelo ogni volta che diamo al web il ruolo di panacea di tanti mali!!!

Che il viaggio in Giamaica abbia inizio, evidentemente era destino così, lo stesso destino felice che ha fatto incontrare migliaia di persone e centinaia di coppie formate in viaggio, unite per poco o per sempre, un’altra magia di avventure. Diciamolo subito, partire bene al primo viaggio ANM è fondamentale per aderire alla formula e farla propria.

Il viaggio va benissimo, il mio primo gruppo è perfetto, sono proprio fortunata. Siamo dodici giovani curiosi e giocosi, ci sono due coppie e poi… sei maschietti e due femminucce, io e Ale da Roma. Bello no? Ciò significa che c’è sempre qualcuno pronto a metterci la crema, a offrirci il posto migliore sul pulmino, a proporre un brindisi a orari improbabili. A 29 anni poi ho tutte le mie cose a posto e, da quando mi faccio 95 treccine con le perline colorate, con cui torno pure a casa, va ancora meglio. Fulvio è un capogruppo, pardon coordinatore bravo e tranquillo. Visitiamo l’isola in tutti i suoi 200 chilometri di lunghezza. Partiamo dalla pericolosa capitale Kingston, dove alla prima cena siamo osservati dai tanti serissimi occhi dei giovani giamaicani che ci osservano con strano sguardo, una sorta di razzismo al contrario, saliamo alle Blue Mountains dove si produce uno dei caffè più pregiati e più cari del mondo. Da Port Antonio proseguiamo alle fabbriche di rum, a fiumi e cascate spettacolari e romantici, ai set cinematografici di tanti film di 007 fino agli ultimi giorni spiaggiati a Negril. Montego Bay non fa per noi, peccato, mi sarebbe piaciuto mescolarmi ai tanti turisti yankee che vengono qui con comodi e rapidi voli.

Giamaica è musica, un gioco che faccio a ogni viaggio è tenere in mente la colonna sonora che abbiamo ascoltato e che dopo mi ci riporta. Bob Marley e il reggae sono la prima facile associazione con l’isola, oltre gli aspetti musicali perché con le sue parole, la sua vita e la sua prematura scomparsa Marley è diventato un simbolo e un ideale di libertà tuttora vivo nel cuore dei giamaicani. Reggae ovunque, ma anche rap e le attualissime hit: lo Shaggy di Boombastic e Mariah Carey, che si è appena lasciata dal ricco ma palloso marito presidente della Sony, sono la colonna sonora ideale sia per happy hour improvvisati, sia per il dopo cena, prima di ballare scalzi sulla spiaggia distratti anche dai tanti effluvi presenti nell’aria…

Una delle ultime sere invece di andare a ballare prendiamo una bottiglia di rum e la consumiamo sulla spiaggia, rigorosamente bianca, illuminata da una luna piena pazzesca che ci guarda tutta la notte prima di scendere sul mare, che diventa uno specchio chiaro glittering, luccicante, una cosa stupenda che non ho visto mai più. Cosa ci raccontiamo in questa magica nottata? Facciamo il gioco della verità e vien fuori di tutto, ma cose da tenere rigorosamente “in camera caritatis”. E che però io ricordo e metto per iscritto, molto edulcorate, nella lettera di ringraziamento che mando per fax, ebbene sì, appena tornati. Avventure la pubblica, andate a cercarla se volete, dovrebbe essere nella prima rivista del 1998.

E poi? Niente raduno, peccato perché avrei rivisto volentieri i miei compagni di questa prima fantastica avventura, al tempo stesso profonda e leggera. Ma io sono fortunata perché subito dopo vado per lavoro a Pomezia, dove sta Fulvio, e nella pizzeria Grillo Parlante dopo avere ordinato la consueta margherita e birra lo intravedo, incredulo quanto me. Quante chiacchiere con lui e Flavio, il fratello che gestisce la pizzeria. Ci torno ogni volta che vado alla Fiorucci in quegli anni fortunati, per il mio lavoro e per un’azienda che, non più sostenuta dai politici potenti grazie alla quale era cresciuta, passa di mano e ora è in mano a un fondo se va bene. Fulvio mi vuole bene e ancor oggi, quando ha bisogno di info viaggi su Paesi dove son stata, mi chiama ed esordisce sempre così: ciao bella gnocca. Vorrei che mi vedesse ora, diciotto anni dopo, così per rendersi conto del tempo che passa e per tornare un attimo alla bellissima Giamaica visitata insieme nell’agosto 1997. Buon viaggio!

PS – questo post doveva chiamarsi dalla Giamaica a … ma mi son fatta prendere la mano. Dove andremo nel prossimo post commemorativo? C’è scritto sul blog, cercatelo se volete altrimenti aspettate con pazienza! E se volete una mia foto giamaicana devo cercarla io nell’armadio vintage, ce ne sono tante!

Intanto “accontentatevi” delle splendide immagini delle spiagge giamaicane (credo di averle viste tutte) ritratte dall’amica blogger Monica, anima e mente di un blog bellissimo che si chiama Turista di Mestiere.

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2 comments

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Certo che onore finire proprio in questo post: è bellissimo festeggiare con te i tuoi 18 anni con Avventure nel mondo!!!

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piacere mio, e grazie ancora cara! non ho avuto dubbi che il tuo contributo fosse prezioso e completo. penso solo che con tutte le mie “esperienze” di viaggio mi sento un po’ agée x usare un termine francese carino 🙂

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