Prima delle 8 siamo sul bus, sempre i due gruppi, totale 29 persone che ormai da 10g viaggiano insieme, e che a breve si separeranno. Il primo tratto è lungo, anche se la costa del Mar Rosso è piacevole e ne vediamo il continuo sviluppo, ma mi chiedo: chi verrà a svernare qui in tanti resort modesti, medi, di lusso? Evidentemente c’è ancora un interesse enorme a costruire poi si vedrà, i moncherini di edifici non finiti abbondano. In lontananza vediamo le vere fonti di ricchezza, forse meno effimere del turismo ma che ci mettono molto in discussione: le due principali fonti di energia, quella del passato ovvero petroliere e raffinerie, e quella che in futuro ci auspichiamo ci salverà proprio dal petrolio. Passiamo infatti accanto a un parco eolico impressionante per le dimensioni, chilometri e chilometri costellati da enormi pale bianche, funzionanti, che danno colore all’arido paesaggio desertico, e soprattutto si spera genereranno tanta energia pulita.

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I monasteri, leggermente defilati rispetto alla strada costiera, sono bellissimi anche se fino all’ultimo ci chiediamo se sia il caso di visitarli, dopo l’attentato di capodanno ad Alessandria. Negli ultimi giorni dell’avvento sono stati chiusi, oggi si celebra il Natale copto e in ogni chiesa dovrebbe svolgersi la messa, sarà pericoloso? Decidiamo di andare a vedere, poi se ci dimostreranno qualche rischio potenziale lasceremo stare.

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Invece va tutto bene, come prevedibile non ci sono altri turisti e i monaci che ci accolgono, sia a S. Simone sia a S. Paolo, ci chiedono solo di stare in gruppo e non fare confusione. Che belle oasi di pace, che bel clima, che posti fantastici! Alcuni edifici sono stati rimaneggiati, la storia di questi luoghi sacri fra i più antichi della cristianità impressiona per la sagacia con cui, contro ogni logica perché avrebbero potuto vivere negli agi dell’epoca, sin dal quinto secolo d.C. arrivarono in queste lande diverse persone che fuggivano dalla città e decisero di erigere grotte, chiese e poi queste cittadelle per difendere la loro fede dalle minacce e dagli attacchi dei musulmani, che per secoli cercarono di espugnarli.

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Questa storia è straordinaria, è strano vedere ancor oggi funzionare dei monasteri in piena autonomia di approvvigionamenti e, seppure circondati dal deserto, con il bene più prezioso, l’acqua, disponibile che sgorga pura da sottoterra ma non si sa bene come, poiché il mare dista 17 km e il Nilo ben 260 km. Lo schema costruttivo (chiesa, celle, refettorio, orto, giardino, fonte ecc.) per entrambi è molto simile, la cosa più divertente è l’ascensore manuale con cui i visitatori, una volta identificati, erano tirati su. Da S. Paolo sarebbe possibile salire alla grotta – belvedere, su su per 1.100 scalini, ma purtroppo non abbiamo tempo, ci aspettano almeno altre 3h per rientrare al Cairo più l’attraversamento della città per tornare all’hotel.

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Invece della solita confusione stavolta il traffico è scorrevole, e l’autista ci riconsegna alla capitale egiziana quasi senza colpo ferire. Dopo le solite discussioni gli consegniamo per ciascun gruppo una busta con mancia, lo salutiamo e andiamo in hotel. Cena sontuosa da Felfela, meritiamo di viziarci alla faccia del conto salato e poi a letto.

Cosa abbiamo visitato:

MONASTERI S ANTONIO / S PAOLO – due straordinarie oasi di pace e spiritualità situate circa a metà strada tra Hurghada e il Cairo, raccontano la storia dei padri che dal IV secolo d.C. si rifugiarono qui dando inizio a comunità solide e durature dedite a lavoro, preghiera e un sano (per quell’epoca) isolamento, che da allora sfuggirono ad assalti e persecuzioni sino ad oggi.

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