L’ultimo mese con papà Giulio è iniziato il 20 maggio giorno del mio compleanno. Era strano passarlo a Mestre con i miei – per ben 13 anni ero stata a Milano quel giorno – non mi pareva vero che i primi a dirmi Buon Compleanno fossero proprio mamma e papà. A Milano ricevevo sempre una telefonata dai miei la sera del 20 maggio, e il loro sms del mattino era fortissimo: Tanti auguri da mamma e sarà. Il T9 non è mai stato utilizzato al meglio, era scritto sarà al posto di papà!

Il 20 maggio scorso sono stata a Venezia e Torcello alla presentazione e visita dei Vigneti della Serenissima, ricevendo chiamate e messaggi tutto il tempo, un bel compleanno finito in bellezza con la visita degli zii prima di cena sorseggiando vino buono. La mia festa è stata il giorno dopo con gli adorati nipotini, un’altra bottiglia di vino e la crostata di papà col numero 47, non sapevo che sarebbe stato l’ultimo compleanno in sua compagnia.

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L’ultimo mese con papà è trascorso per metà tempo con la mia famiglia a Mestre e metà in giro, proprio come piace a me: un blogtour tra terme e ville venete, Milano con altri festeggiamenti tra amici, la casetta di Tarzo che mi chiama sempre e dove non vado abbastanza spesso per fare tutto. Poi Cantine Aperte nel Veneto Orientale: era il ponte del primo giugno, mamma e papà erano in giro in Slovenia e in agenda avevano almeno altri due viaggi programmati per i mesi a venire: le capitali baltiche e la Basilicata. Ci scambiavamo esperienze e consigli su entrambi i viaggi come fossimo vecchi amici, la gioia di condividere il piacere del viaggio e della scoperta era ancora vivo e forte in loro, nonostante a 76 anni non si facciano le stesse cose come da giovani.

Appena loro sono tornati io sono partita per la Germania del Nord, un blogtour eccezionale di quasi una settimana “allungato” con un giorno a Milano per visitare Expo. Tanto è stato bello il viaggio quanto è stato bello rientrare in famiglia tra quelle pareti domestiche, al momento simbolo di sicurezza e rifugio nei miei ultimi mesi travagliati per la mia incertezza generale e di lavoro, sperando sempre di smuovere le acque giuste.

I giorni seguenti erano ancora carichi di chiacchiere e racconti, sempre come fra vecchi amici, con qualche bilancio sereno sulle nostre vite fortunate: stare bene e non avere grossi pensieri (!!!) significa sapere di potersi allontanare temporaneamente perché l’intorno familiare lo consente. Questo valeva per tutti: loro due come coppia sempre innamorata, sempre insieme, che non temevano di lasciare a casa nessuno quando andavano via. Ma anche per me figlia maggiore che, senza una famiglia di destinazione, son sempre stata in giro e ho potuto “fare i cavoli miei” perché le condizioni al contorno lo consentivano. Pensieri importanti che tutti dovrebbero avere quando danno per scontate le proprie cose: gioire di ciò che abbiamo potuto fare, senza lamentarsi per ciò che non possiamo fare.

In quei giorni di metà giugno c’è stato anche un fine settimana tranquillo, in cui ho scelto di stare con loro e scrivere al computer per mettere ordine tra i tanti appunti di viaggio accumulati. Sabato e domenica in casa con mamma e papà, tutti felici al punto che lui ha messo su la musica da cantare che gli piaceva tanto e abbiamo cantato insieme, quale modo migliore per passare un sabato pomeriggio? Con un brindisi virtuale alla fine, destinato ai miei bloggamici che invece di andare in giro erano, pure loro, impegnati a scrivere.

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Domenica siamo andati insieme in bicicletta a votare, c’era il ballottaggio per il sindaco di Venezia, lasciamo perdere!!

In quei giorni abbiamo soprattutto ricordato gli anniversari importanti trascorsi insieme.

Per i 25 anni di matrimonio i miei son stati un mese a Tarquinia dove papà faceva il commissario d’inglese agli esami di maturità. Invece dell’albergo hanno scelto di soggiornare in roulotte, in un campeggio sulla spiaggia presso la foce del fiume Martana, alternando gli impegni scolastici con le visite culturali. Sono andati a Roma in giornata con la nonna Erminia arrivata in treno, aveva “solo” 74 anni e ne faceva di cotte e di crude. Li hanno raggiunti dei cari amici di Mestre con la loro roulotte, anche io e mia sorella Claudia siamo scese con un viaggio rocambolesco in treno che sarebbe troppo lungo raccontare qui. Insomma è stato un anniversario di matrimonio lungo un mese intero.

Per i loro 30 anni ho fatto un regalo posticipato, studiato proprio per viaggiare insieme: durante un mio sales meeting li ho fatti venire a Copenaghen, hanno girato per bene la città mentre lavoravo e siamo stati insieme nel weekend ma ce lo ricordiamo ancora, e ricordiamo anche la cena che ho offerto loro in un ristorante stellato di Nyhavn, Leonore Christine.

Per i 40 anni si sono concessi un viaggio davvero speciale, senza figlie stavolta, dieci giorni nella West Coast. Ma l’obiettivo di mamma e papà erano i cinquant’anni di matrimonio che sarebbero arrivati tra poco, due anni bastavano per ribadire al mondo, una volta di più, quanto si amavano. Avevo proposto di fare una crociera insieme: bocciato dalla mamma che mi disse “non mi piacciono le crociere” (e come darle torto). Avevo proposto di rifare in auto il percorso del loro viaggio di nozze del 1967 fino a Schaffhausen al confine tra Svizzera e Germania: bocciato dal papà che mi disse “non voglio tornare in quei posti, saranno sicuramente peggiorati in 50 anni”. Papà Giulio voleva fare una grande festa, l’aveva descritta alla mamma Tina ed era questo il suo sogno per celebrare cinquant’anni di vita insieme.

Invece tutto è finito sabato 20 giugno, quando nella cucina di casa si è consumata la nostra tragedia e papà è stramazzato al suolo mentre finiva di fare la marmellata di lamponi. Senza un lamento o una richiesta d’aiuto, senza sintomi di quell’infarto travolgente che in pochi minuti ce l’ha strappato, lasciandoci sole per sempre. Quanto sia difficile vivere senza il mio papà non si può spiegare, l’ultimo mese era tutto perfetto. Il regalo più bello è stato proprio questo stare insieme, dal mio compleanno in poi. Carissimo papà ti penso sempre, non ho ben capito dove tu sia andato ma ti sento vicino ai nostri cuori. Anche se non posso abbracciarti.

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4 comments

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Che bellissimo mese e che bella vita! Potevano sicuramente esserci più anni da trascorrere insieme ma almeno i tuoi ricordi non saranno quelli di un lento consumarsi in un reparto di oncologia, come purtroppo sono i miei con mio padre…. Tuo padre è stato felice e attivo fino all’ultimo: una cosa preziosa.

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cara annalisa qui siamo distrutte ma sentiamo tante altre storie di dolore e disfacimento del corpo che ci sconvolgono altrettanto. solo che non ce le scegliamo capisci? c’è un destino, un disegno scritto x cui il distacco, sempre dolorosissimo, è più o meno lungo. ti abbraccio forte e sai dove cercarmi se avrai voglia di parlarne – tvb xxx

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Ti abbraccio forte anche se non ci conosciamo. E’ stato bello che tu abbia ripercorso gli ultimi momenti felici, ricordandoli con tanto dolore e sapendo ora più che mai quanto sono preziosi. Ovunque sia tuo babbo, sicuramente è anche dentro di te. Coraggio!

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Giuliamay ciao, faccio fatica a esprimere i miei sentimenti in questi giorni ma leggo tutto ciò che mi scrivete. Non so cosa ci succederà sai – è così difficile vivere senza papà! Grazie del tuo pensiero, continua a leggere Gamberettarossa e vedrai che da qualche parte spunterà il sole!

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