Foggia stazione, scendo alle ore 13, ho un’ora tra la freccia e il trenino. Ci metterò quasi dieci ore per arrivare da Mestre a Potenza ma il mio viaggio slow è bello così, in auto mi sarei massacrata a guidare per 900 chilometri come ho fatto un anno fa, tutto mi riporta alla splendida settimana iniziata nel Gargano da sola e finita a Matera con Simo e Cri le mie bloggamiche. In aereo me la sarei cavata in 3 – 4 ore ma vuoi mettere l’eccitazione della stazione?

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Ho fotografato dal treno come fossi una sedicenne, anche se questi paesaggi mi sono familiari vederli così è molto più bello. Inclusa l’emozione di vedere il mare che mi accompagna da Rimini a Termoli, anzi il mare da una parte, le colline dall’altra col grano biondo, gli alberi da frutta e in Abruzzo addirittura le montagne innevate sullo sfondo. Consumo il Galaxy prima del computer. Con i passeggeri seduti vicino a me non scambiamo nemmeno uno sguardo e questa è la sola nota negativa, tanto sono italiani e la mia passione in treno è dialogare con gli stranieri così, per tenermi in esercizio. Ma torniamo a Foggia. Perché il viaggio è il viaggio, la destinazione è un’altra cosa.

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Caffè lungo a 90 centesimi, bagno, tutto buono e pulito, faccio due passi fuori e del sano people watching con foto. Guardo studentelli che tornano da scuola, uomini (!!!) d’affari in camicia bianca e pantaloni scuri chiedendomi come sempre chi sono – che fanno – dove vanno. Un travestito ammicca a un passante e gli chiede Come Ti Chiami? Respiro l’aria calda di questa strana città dove, sempre un anno fa, mi son persa tra le viuzze del centro dove sbaraccavano il mercato, di giovedì mattina. La stazione è bella e pulita (confesso di essere arrivata con i tipici preconcetti del nord su ordine e pulizia) ci sono strane affissioni alle pareti, ricordi di guerra, una stalattite e una cappella per il culto. Ferrovie del Gargano vedo con piacere scritto su un treno nuovo, alla buon’ora che l’anno scorso non andavano. Il pannello luminoso conferma il binario 4 tronco per il mio trenino, tronco sud mi raccomando. Bello moderno col logo Regione Basilicata sopra, made in Poland sotto. Insomma in Polonia dovevano farlo? E quanto ci è costato?

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Marcella dell’APT Basilicata mi chiama e le confermo gli orari in attesa di sentire la carissima amica di viaggio con cui passerò questa settimana. Paola è partita da Perugia, deve prendere quattro treni e con l’ultimo, Salerno – Potenza arriverà prima delle 17 contemporaneamente a me. Su questo treno non ho voglia di fotografare, terrò tutte per me le immagini del profondo sud. Il treno percorre 110 km in più di due ore, fa una quindicina di fermate in località una più bella dell’altra, conosco solo Melfi ma tutte meriterebbero una sosta. Una volta acquistando il biglietto del treno si poteva scendere e risalire liberamente, ora non più mannaggia.

Che flash, non vedo il castello ma il relais la fattoria sì, è ancora lì come nel 2002! Qui al sud fanno le merendine col pan di spagna farcito: Ferrero a Balvano, Barilla a Melfi sempre in provincia di Potenza. Quando venivo alla Barilla dormivo proprio alla fattoria poi andavo in ZI San Nicola dove per arrivare facevo lo slalom tra le Fiat Punto caricate a centinaia sul treno che le portava a nord. Bei tempi andati. Torno sul treno…

Ci attende a Potenza il BB al Convento, la presentazione della parata dei turchi da parte dell’assessore e infine la cena libera in centro, l’inizio dell’esplorazione di Potenza. Un capoluogo che non avrà il fascino di Matera con i suoi sassi, ma che sicuramente ha tanto da offrire. Ah no c’è anche qualche sorpresina in preparazione per domani… #Explorelucania è iniziato!

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1 Commento

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Aaargh! Sei arrivata da noi a Potenza mentre noi siamo qui ad Udine! Mi avrebbe fatto piacere davvero conoscerti, ma mi farà piacere leggere le tue impressioni della città/regione e della nostra festa. Buon soggiorno 🙂

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