Domenica ho partecipato alla crociera inaugurale Deltatour, che ha aperto la stagione 2017 invitando 120 agenti di viaggio da tutta Italia (e alcuni blogger come me) a bordo della sua nave più grande. Deltatour ha una flotta di una dozzina di barche e navi con capacità da 20 a 200 passeggeri. Ce ne sono di piccole come ho raccontato nel post sull’ultima uscita del 2016, alla scoperta della Padova medievale, e di grandi che impiegano una settimana per arrivare sino a Mantova navigando lungo il fiume Po. Possono percorrere la riviera del Brenta con le sue splendide ville e la laguna di Venezia, sia su percorsi classici sia fuori dalle rotte turistiche principali. Con il turismo fluviale ci si può avvicinare alle bellezze della natura e alle opere che l’uomo ha costruito nei secoli, per trarre profitto da terra e acqua ma sempre in armonia con l’ambiente circostante.

Il turismo sostenibile è una nuova frontiera dell’ospitalità che Deltatour ha abbracciato sia nella scelta degli itinerari sia delle imbarcazioni, sempre più amiche dell’ambiente. Ringrazio il patron Rudy Toninato e colui che mi ha permesso di effettuare una mini crociera stupenda, quel vulcano buono che risponde al nome di Pietro Casetta di Padova originale. Andate a vedere cosa fanno insieme queste persone con le loro attività basate in Veneto, troverete di sicuro qualcosa di interessante e vi verrà voglia di esplorare nuovi territori, o di tornare dove siete stati con nuovi occhi, a passo lento come abbiamo fatto noi. Domenica abbiamo effettuato la visita guidata di San Francesco del Deserto al mattino e San Lazzaro degli Armeni al pomeriggio, con in mezzo una passeggiata leggera nell’isola più colorata e turistica della laguna nord…

A San Francesco del Deserto I frati minori vivono da quasi 800 anni e si dice che San Francesco in persona ci sia passato, di ritorno da Oriente. Per me che sono quasi atea venire qui è un’esperienza pazzesca, immaginate che ci si può fermare alcuni giorni condividendo gli spazi con i frati, in silenzio, a meditare, ad ammirare il paesaggio, a pregare se si vuole. Qui si respira un senso profondo di pace ed armonia, ci accolgono alberi curati come cipressi e ulivi, e piante fiorite che sono un vero inno alla natura, ma c’è dell’altro. La vista su Torcello, con il suo skyline inconfondibile e la laguna nel mezzo, è allietata da statue in pietra e metallo (donate dall’Accademia di Belle Arti) che riprendono il Cantico delle creature, una delle mie poesie preferite, una predica gentile all’amore per la vita in tutte le sue forme. Il deserto è un richiamo ai secoli bui delle epidemie e pestilenze, quando la vita qui doveva essere durissima per i sani e un inferno per i malati, che perivano a migliaia. A fronte di reperti che risalgono probabilmente all’epoca romana imperiale, la chiesa ha un impianto romanico rimaneggiato ed è stata teatro di contese, donazioni e cambi di destinazione. Fu sconsacrata e adibita a polveriera nel periodo asburgico per passare infine al patriarcato di Venezia che l’ha riportata allo splendore e alle funzioni originarie, soprattutto alla ricchezza degli arredi e dei riferimenti a Francesco.

Non esiste trasporto pubblico ACTV che arriva qui, chi volesse effettuare la visita di San Francesco per conto proprio deve ricorrere a una barca privata da Burano mentre ci sono i vaporetti (N 20) per San Lazzaro. In tal caso controllate orari di servizio, giorni e orari di apertura. A San Lazzaro degli Armeni noi arriviamo dopo una lunga navigazione, all’ora di pranzo siamo a bordo e veniamo coccolati oltre ogni limite dai padroni di casa di Deltatour che ci fanno assaggiare il pesce migliore preparato in tanti modi. Sarde in saor, alici marinate, frittura, pasta ai frutti di mare, insalata, innaffiati da un vino bianco frizzantino che va giù che è un piacere. Non nascondo qualche fatica nel riprendere l’attività anche perché fa caldo, ma è un caldo bello con un’aria di primavera altrettanto frizzante. Insomma una meraviglia. Non nascondo nemmeno che dopo un po’ che sto su un mezzo in acqua io sclero, mi viene l’ansia e una volta scesa a terra mi stacco per un attimo dalla visita guidata. Preferisco indugiare nel silenzio del chiostro che fotografo da tutte le angolazioni, approfittando della bella luce pomeridiana e della sua straordinaria bellezza! Poi torno dal gruppo in chiesa che ascolta la storia dell’isola, così nominata in quanto prima fu sede di un lazzaretto, ospitava infatti gli infermi durante le pestilenze, e poi da trecento anni esatti è sede della congregazione mechitarista che ne ha avuto la concessione perenne dalla Repubblica di Venezia e ne ha fatto un centro di importanza mondiale per lo studio della storia e della cultura armena. Il piano superiore è forse ancor più affascinante del piano terra (dove si trovano i luoghi di culto e spirituali).

Una biblioteca ricchissima conserva circa 4000 testi manoscritti di enorme importanza, tanto che Napoleone ne riconobbe il ruolo accademico e scientifico, salvaguardandoli e permettendone la conservazione sino ad oggi. Sarcofagi egizi e una mummia di 3000 anni, modelli di chiese armene e pezzi di storia sono raccolti in varie sale sino al museo, con le donazioni testamentarie di tanti armeni. Le sofferenze di questo popolo che ha subito la diaspora un secolo fa sono inenarrabili, ma essi non ne hanno fatto una bandiera come i loro successori ebrei che hanno altrettanto sofferto, ma da settant’anni hanno deciso di parlarne al mondo intero. La vita continua sembra essere il messaggio subliminale, come si vede nel refettorio di grande bellezza ancora in uso. Nel chiostro infine si coltivano erbe e rose, con cui è prodotta una marmellata pregiatissima e carissima. Non so se gli armeni di buona famiglia vengano ancora a San Lazzaro per trascorrere un periodo di studi, Lord Byron venne sull’isola a studiare l’armeno ed è oggi ricordato con una targa e un quadro. Io 25 anni fa sono stata accompagnata in questo luogo magico, fuori dal tempo e dallo spazio, da un collega armeno che ha studiato qui. Questa nuova visita mi ha riportato indietro nel tempo con grande gioia. Le isole della spiritualità hanno questo potere, e sono sicura che lo eserciteranno anche sui prossimi ospiti.

Burano di domenica è fin troppo piena di vita e ci si svela purtroppo solo per un’ora, invece di passeggiare sull’affollato viale principale dedicato a Baldassarre Galuppi il più importante buranello che si ricordi, io scappo nelle calli laterali facendo un mini giro fotografico assai fruttifero. Questo luogo non ha bisogno di immagini per essere descritto, infatti sui social ho messo solo un’immagine che ritrae una casa gialla scrostata, forse abbandonata. Chissà se conviene acquistare qui rispetto ai prezzi elevati delle case nel centro storico di Venezia.

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L’immagine di Burano è inconfondibilmente iconica e caratterizzata da casette coloratissime, balconi fioriti, panni stesi e incomparabili viste sulle isole circostanti. C’è la sorella famosa Torcello, la grande Sant’Erasmo e la piccola Mazzorbo, tutte con caratteristiche diverse e con secoli di storia alle spalle, anzi con la più antica storia che ha dato origine a Venezia, circa 1300 anni fa. L’artigianato e il merletto di Burano, famoso in tutto il mondo, ora sono in crisi pesantissima per mille motivi. Sempre meno merlettaie portano avanti questa nobile arte antica, i costi e i prezzi sono elevati, esistono sempre meno tavole e luoghi adatti per esporre tali prodotti. Infine tutto ciò stride con le abitudini d’acquisto della maggioranza dei visitatori mordi e fuggi (termine abusato ma calzante) come le migliaia di persone che ogni giorno sbarcano per poche ore a Burano, mangiano e comprano qualcosa prima di andarsene, probabilmente senza la dovuta attenzione al prodotto genuino e originale, scegliendo oggetti più facilmente prodotti in Cina che qui. Mi spiace dirlo ma io stessa non saprei che farmene, nonostante entrambe le mie nonne fossero bravissime a ricamare e produrre splendidi manufatti per arredare la casa. Mi piacerebbe pensare a un utilizzo più rispettoso di queste isole, principalmente Burano, Murano, Torcello, ma francamente non mi viene in mente nulla, se qualcuno ha in mente un’idea l’ascolto con piacere.

Per sapere di più dei percorsi di spiritualità in laguna c’è il sito della compagnia di navigazione, i siti dedicati alle isole e i post di alcuni amici blogger, che vi invito a leggere per continuare a sognare queste oasi di pace via dalla pazza folla veneziana, buone per un giorno o anche per una visita più completa, cosa che mi auguro di poter fare in un prossimo futuro.

http://www.deltatour.it/

http://www.padovaoriginale.it/it/

http://www.sanfrancescodeldeserto.it/it_IT/

http://www.turistadimestiere.com/2011/06/venezia-visita-allisola-di-san-lazzaro-degli-armeni.html

http://www.montagnadiviaggi.it/2017/01/visita-isola-san-lazzaro-degli-armeni.html

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https://www.gamberetta.it/it/myselfsudime/bentornata-a-nordest/

Post in collaborazione con DELTATOUR NAVIGAZIONE TURISTICA e PADOVA ORIGINALE.

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