Alla stazione di Napoli centrale arrivo lunedì mattina, qui sento che la destinazione del primo viaggio dell’anno è vicina, sento di essere arrivata al sud con i suoi pregi e difetti. Potrei fermarmi al caffè meridionale o al dopolavoro ferroviario ma questo non ha il bagno e ne ho bisogno, così prendo un’uscita laterale, attraverso la strada sotto la pioggia e prendo un vero caffè napoletano, anzi appunto meridionale (!!!). Lo desideravo ma non ne avrei avuto il tempo, se il treno da Milano fosse arrivato puntuale, avevo una decina di minuti prima di prendere il secondo treno per Campobasso. Invece la freccia rossa, che è tutto fuori che una freccia, accumula mezz’ora di ritardo e addio coincidenza. Non solo: la presa elettrica non funziona, il wifi va a singhiozzo e di fronte a me siede un manager milanese che parla sempre al telefono, raccontando le sue cose a tutto il treno. Di fatto arrivo a destinazione alle cinque invece che alle tre del pomeriggio dopo avere fatto un’alzataccia per prendere il treno a Milano. Ho un notevole accumulo di stress e nervoso ma presto tutto mi scivola giù e penso che la cosa migliore sia godermi il viaggio, adeguarmi al passo lento e alla serenità molisana, lontanissima dalla frenesia milanese, anche perché c’è un angelo custode ad attendermi.

Antonio Meccanici è la giovane anima di Molise Trekking, è una guida escursionistica ambientale e l’ho conosciuto su un gruppo Facebook dedicato ai viaggi avventura e outdoor. Dalla stazione mi porta a piedi al BB del centro dove alloggio due notti, sarà la guida che per tutta la settimana mi farà conoscere il suo Molise. Sono tornata proprio oggi con il treno diretto da Termoli a Venezia, la freccia che parte al mattino presto da Lecce. Arrivare in Molise coi mezzi pubblici è un delirio ma in futuro prenderò sempre l’adriatica, di cambi a Roma o Napoli non voglio più sentir parlare. Il giro con Molise Trekking è appena finito e subito ringrazio Antonio per la sua enorme gentilezza disponibilità competenza, oltre qualsiasi modello di accoglienza che io possa avere sperimentato nella mia lunga vita in viaggio, un amore viscerale per la sua terra che trasmette a ogni passo, in ogni parola. Se vi mettete nelle sue mani come ho fatto io viaggerete sicuri, camminando per i tratturi come noi o per montagne e boschi, vedendo il meglio del Molise in totale serenità e sicurezza. Il programma denominato Le vie della lana prevede di camminare per quattro giorni da Campobasso a Larino. Settanta chilometri a piedi sulle tracce della transumanza lungo gli antichi tratturi che collegano il Molise meridionale alla Puglia settentrionale, tra paesaggi incontaminati e piccoli paesi con storie antiche e nuove da raccontare.

Il Molise è una regione fatta per camminare e condensa in una piccolissima superficie (è infatti la seconda regione più piccola d’Italia dopo la Valle d’Aosta) tutti gli ambienti naturali dal mare adriatico agli Appennini, passando per campagne fertili, boschi selvaggi e i suoi piccoli borghi, tanti puntini sulla cartina che da fuori appaiono tutti diversi. E dentro, oltre le antiche porte e le possenti mura di difesa vi sono piccoli scrigni di tesori, luoghi caldi e accoglienti a dispetto del clima, d’inverno fa davvero freddo. La gente saluta e sorride nel migliore spirito del sud, apre le porte delle case anche a uno sconosciuto come me e mi fa sedere allo stesso tavolo per dividere un piatto caldo, un tozzo di pane e un bicchiere di vino. Sempre, ma ancor più durante le feste popolari o gli eventi come negli ultimi giorni del carnevale, un’apoteosi di divertimento e condivisione nutrito dalle migliori tradizioni popolari che si spera non muoiano mai, nonostante tutto. Che portano a tornare al paese anche quelli che sono andati a lavorare al nord, affrontando un lungo viaggio come me pur di abbracciare amici e familiari e sentirsi a casa, anche solo per un giorno. Tutto in Molise è rappresentato in piccole dimensioni, miniaturizzato. Volendo dare i numeri la forma a trapezio che si vede sulla cartina comprende meno di quaranta chilometri di costa adriatica con Termoli come centro principale, 2.050 metri slm di altitudine massima nel Monte Miletto, trecentomila abitanti (poco più del comune di Venezia dove risiedo) sparsi in circa 130 comuni. Campobasso e Isernia sono i due capoluoghi di provincia, per il resto quasi tutti hanno meno di mille abitanti. Quasi un milione di molisani invece, tre volte tanto, sono emigrati in tutto il mondo dalla fine dell’Ottocento a oggi, un’emorragia senza fine.

Il Molise è dunque una terra di passaggio, un luogo di transito di persone e animali che ha nel tratturo la rappresentazione solo apparentemente metaforica della vita in movimento. I tratturi sono la spina dorsale che segue il profilo della penisola italiana da nordovest a sudest, si incrociano tra loro in direzione ortogonale, partendo dalle confinanti regioni dell’Italia centrale (Lazio, Campania, Abruzzo) e arrivano più a sud in Puglia e Basilicata. Sono centinaia di chilometri da percorrere a piedi dai pascoli estivi ai pascoli invernali, perché al sud fa abbastanza caldo da permettere di tenere fuori gli animali anche d’inverno. I pastori hanno da sempre nelle greggi la loro ricchezza, un patrimonio da tutelare a dispetto della dura vita che comporta. Pecunia è un termine antico rimasto immutato dal latino all’italiano, a indicare la ricchezza che dava e dovrebbe dare l’attività pastorale. Certo oggi chi possiede gli animali non esce con loro e li affida ai pastori propriamente detti, quelli che fanno il lavoro pesante e di maggiore sacrificio. Se li incontrate sul vostro cammino guardateli in faccia, riconoscerete lineamenti diversi nei volti, tutti ugualmente segnati, traete le vostre conclusioni. Io vorrei fare il pastore e muovermi al seguito di pecore e pastori, almeno per qualche giorno, ma sinceramente non so se ce la farei. Intanto mi preparo a raccontarvi la mia avventura, un’esplorazione che ho chiamato proprio #Exploremolise con tanti articoli sul blog e spero di tornare giù a scoprire un altro pezzetto di questa piccola grande regione detta comunemente “la regione che non esiste” ma vi assicuro che esiste ed è bellissima. Grazie Antonio, a presto e in bocca al lupo!

Per saperne di più:

http://www.molisetrekking.com/it/

Inoltre vi consiglio di leggere...

5 comments

Rispondi

A tratti mi chiedevo se stessi leggendo una poesia o un blog di viaggi 🙂 Brava Roby!

Rispondi

cara grazie allora leggerai con calma gli altri articoli quando con calma li scriverò, a presto xxx

Rispondi

Bellissimo articolo! Non vedo l’ora di leggerne ancora e…visitare il Molise!

Rispondi

yuhuu ciao fiammetta ma voi… siete stati in molise? perché è proprio un paradiso…

Rispondi

Eccoci torniamo a parlare di questa regione piccola e coccola voi ci siete state nel frattempo?

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. Required fields are marked *