L’immensa bellezza di Paestum non si può spiegare, sapevo che sarei rimasta a bocca aperta al cospetto dei templi greci di questa area archeologica tra le più importanti a livello mondiale, ma fino all’anno scorso ancora non c’ero stata.

Alla fine del 2017 ho preso un biglietto aereo per Napoli e ho raggiunto i miei amici blogger alla BMTA dove avevamo un piccolo stand. Cos’è la BMTA? Borsa mediterranea del turismo archeologico, edizione numero venti, che si è tenuta a Paestum. L’associazione di travelblogger Aitb, di cui faccio parte, ha avuto uno spazio espositivo e uno spazio nell’area convegni, dove la nostra presidente Monica Nardella ha spiegato l’importanza dello storytelling digitale, citando alcuni case study in cui noi blogger siamo stati parte attiva del racconto e della promozione del territorio. Abbiamo accolto allo stand i visitatori, privati, associazioni, enti, curiosi di sapere chi siamo e cosa facciamo, e ci siamo compiaciuti dell’interesse verso un’attività che non è nuova, anzi… Poiché il ruolo dei blogger di viaggio è in continua evoluzione e sta “in mezzo tra” diverse figure professionali, è necessario fare chiarezza – oggi più che in passato. Per esempio, per raccontare le nostre esperienze in modo corretto abbiamo messo a punto un regolamento e seguiamo un codice etico. Apprezzato da coloro con cui collaboriamo, dai nostri lettori e “seguaci”.

A Paestum c’erano molte attività in programma, non ce le siamo fatte sfuggire partecipando alle visite guidate del sito, dove si trovano alcuni dei più pregevoli templi greci costruiti a partire dal quinto secolo a.C. I Greci e gli altri popoli che si fermarono qui erano animati dal desiderio di colonizzare una terra fertile vicina al mare, ma sicuramente furono ammaliati anche dalla bellezza del Cilento, la stessa bellezza che molti secoli dopo ci hanno raccontato con parole e immagini artisti e viaggiatori come Goethe e Piranesi nel Settecento, quelli che io scherzando chiamo gli “antenati dei blogger di viaggio”.

Il Parco Nazionale del Cilento è un’area ricchissima di tesori naturali ed opere dell’uomo, dove possiamo passare giorni vedendo sempre cose diverse. Un grande tesoro della Campania, dell’Italia e del mondo intero, inserito nel patrimonio UNESCO nel 1998 assieme al Parco del Cilento e al Vallo di Diano. Vi lascio alle immagini dei templi che spero vi facciano venire voglia di visitare Paestum. La Basilica o tempio di Hera, il tempio di Atena e quello di Nettuno, quello conservato meglio. Poseidon per i Greci, Nettuno per i Romani, è il dio del mare che ha dato il nome al sito di Paestum, ed è proprio il mare il punto finale della visita completa al sito. Il museo archeologico dà emozioni forti sia per la quantità dei reperti conservati sia, a mio parere, per la sua nuova struttura espositiva, installazioni che valorizzano ogni singolo pezzo esposto, sia esso grande o piccolo. Si vede che ha un direttore nuovo e… straniero! Grazie a Franceschini, l’ultimo ministro a capo del MIBACT che all’inizio non mi piaceva tanto perché non lo sentivo abbastanza forte e deciso. Poi ho capito che era il suo modo di fare e la sua cifra, quando ha cercato di far entrare aria nuova nei maggiori musei italiani cambiando le carte in tavola e introducendo figure nuove, di respiro internazionale. Ora che vedo i risultati di tali scelte spero che la sua eredità sia raccolta e sviluppata dal nuovo ministro!

La tomba del tuffatore è il momento più bello della visita al museo, la visione che supera ogni aspettativa dopo essermi già riempita gli occhi di bellezza. Vedere dal vivo queste cinque lastre di pietra dipinta, con un dentro e un fuori, un sopra e un sotto, è davvero emozionante. Ci racconta la sua storia prima un video multimediale, poi la guida, in una spiegazione completa e istruttiva. Per chi andrà a Paestum nelle prossime settimane segnalo L’immagine invisibile, la mostra inaugurata il tre giugno scorso e aperta fino a ottobre, dedicata proprio alla tomba del tuffatore. Voglio spendere due parole per Ilaria Varriano il mio angelo custode per la parte storico archeologica di Paestum, ve la consiglio caldamente come guida perché è davvero brava, competente e preparata. Da buona napoletana (posso dirlo?) aggiunge un po’ di sale ai suoi contenuti grazie alla verve teatrale e alla capacità di incalzare i suoi ospiti con argomenti e aneddoti azzeccati. Che siate grandi o piccini, imparerete molto da lei, grazie Ilaria! Perché ho sottolineato le sue competenze storiche e artistiche? Perché c’è un’altra Paestum da scoprire oltre il sito archeologico propriamente detto.

Il secondo giorno della visita ho scoperto il lato naturalistico di Paestum che è altrettanto bello di quello storico e completa la conoscenza del sito. L’altra Paestum si trova letteralmente dietro ai templi di Nettuno, Atena, Hera. Questi due aspetti sono strettamente connessi, riguardano entrambi la storia dei Greci, Etruschi, Romani e dei popoli che sono vissuti qui negli ultimi tremila anni. Il visitatore frettoloso difficilmente avrà tempo di vedere tutto questo, io per prima alzo la mano. Sin da bambina mi sono abituata a vedere le cose in fretta e ad effettuare le visite nel minimo tempo indispensabile, oggi sfrutto la mia grande memoria, gli appunti che prendo (quasi sempre), il materiale cartaceo e web che raccolgo nelle visite e dopo studio, per imparare tutto e scriverlo quando possibile sul mio blog. Invece a Paestum faccio un’eccezione e godo di tutto il tempo disponibile per le visite, sempre presa per mano da guide professioniste abilitate, come si conviene nella nostra ricchissima Italia. Anche se oggi alcune forze oscure mosse da chissà quali interessi stanno cercando di dare accesso alla professione di guida persone con meno competenze e conoscenze di base. Speriamo che ciò non accada, perché non sarebbe giusto né per i visitatori né per le stesse guide, che tanto faticano per studiare, formarsi e aggiornarsi su questo mestiere bello e difficile. Ma torniamo alla Paestum naturalistica, visitata con il gruppo locale di Legambiente impegnato nella gestione del sito.

Roberto Paolillo ne è il referente e coordina una bella squadra di italiani e stranieri, i richiedenti asilo ospiti del centro d’accoglienza di Capaccio Paestum. La visita inizia dal decumano principale lungo il “Sentiero degli Argonauti” che, secondo la leggenda, assieme a Giasone cercavano il vello d’oro. Arrivati alla foce del fiume Sele avrebbero fondato il santuario di Hera. Arriviamo dapprima a Porta Marina sul lato occidentale del sito, impressionante per le proporzioni delle mura alte sei metri e oltre, che dall’alto si vedono bene (sono lunghe quasi cinque chilometri). Mentre la porta è ben conservata, le mura non sono sempre in buono stato di conservazione, mi dicono che qualche simpatico personaggio “prelevi” di notte dei pezzi delle mura, con tanto di muletto, per uso personale. Come fosse un albero di ulivo, un ornamento da mettere all’ingresso di casa. Non ho parole. Per fortuna la natura ci riserva il suo lato migliore, tra campi coltivati e un grande bosco di pini marittimi si aprono scenari diversi; le colline sullo sfondo sono il luogo di passaggio dei popoli che vi si stabilirono, dopo la dominazione romana. Siamo nel parco delle dune costiere, oltre il bosco si apre una lunga spiaggia ben curata con sentieri e pannelli esplicativi, curati sempre da Legambiente che tiene qui i propri campi estivi. Ogni prima domenica del mese il Parco Archeologico di Paestum è ad l’ingresso gratuito, il biglietto dà accesso anche alla visita dell’oasi dunale.

L’appuntamento con la prossima edizione di BMTA è dal 15 al 18 novembre prossimo, ci vediamo a Paestum!

Per saperne di più:

http://www.legambientepaestum.it/oasi_dunale.html

http://www.museopaestum.beniculturali.it/wp-content/uploads/2016/08/mappa-senza-barriere-paestum.jpg

http://www.paestumanita.it/oasi-dunale/

 

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2 comments

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Quando una persona ha i sensi ben sviluppati conosce la percezione e la differenza tra guardare e vedere, ascoltare e sentire, sfiorare e toccare, mangiare e assaporare, respirare o inebriarsi, “conosce l’arte di evocare i momenti felici” (CB) che significa che è adusa, ha praticato ciò che non capita per caso, ma dev’esser preparato, per poi poter render conto, materializzare l’ispirazione… può sintonizzarsi su un livello più sottile del percepire anche in modo improvviso, quando ti sembra di riconoscere fra chi incontri anche chi non conoscevi ma abbracci come un vecchio amico: prerogativa questa degl’iddei, come quelli che vediamo volteggiare sulle parole di questa viandante speciale che siam felici di avere incontrato speriamo solo per la prima volta.

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Quando una persona è sensibile si circonda di simili da cui trarre giovamento, nella compagnia, nella condivisione, nel tempo breve o lungo che sia, e se lo porta a casa come patrimonio di immagini e sensazioni da tirar fuori nei momenti belli e brutti, come un balsamo profumato. Basta poco. Roberto grazie ci vediamo a novembre, buon lavoro a tutti voi. PS non so se è un caso ma ho voluto sottolineare l’accoglienza che riservate alle persone meno fortunate di noi, spero si capisca!

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