Ho visitato la Biennale Arte nei primi giorni di apertura quando Venezia accoglie, in uno scintillante turbinio di volti e voci, appassionati e curiosi da tutto il mondo. Io appartengo alla seconda categoria e ogni volta che mi addentro fra i diversi padiglioni cerco di trarre tutte le informazioni possibili per viaggiare brevemente tra i Paesi presenti. Questa è per me la prima funzione di ogni Biennale, per questo il mio bilancio dopo ogni visita è sempre positivo. Perché c’è del bello anche nel brutto, se qualcosa mi fa solo pensare va già bene. E se esco senza vedere tutto ancora meglio, è uno stimolo per tornare.

May you live in interesting times è il titolo accattivante scelto per l’edizione numero 58, presieduta da Paolo Baratta e curata da Ralph Rugoff. Suscita curiosità perché da un lato i nostri tempi sono sicuramente interessanti, e dall’altro portano tanti quesiti verso il futuro, con minacce e sfide (per dirla alla maniera dei moderni ambientalisti) che accomunano tutti gli abitanti del Pianeta Terra. E con circa novanta partecipazioni nazionali, provenienti dai cinque continenti, c’è molto da vedere alla Biennale.

I primi e gli ultimi giorni sono i migliori per la visita, soprattutto per il clima (in ogni senso) che si respira in città. A maggio ci si deve destreggiare tra una vernice e l’altra e tra code chilometriche a rischio delusione.

Le sorprese a volte arrivano dai luoghi meno affollati e sicuramente dal periodo meno affollato, alla fine.

Novembre è il mese delle chiusure, in Biennale le vedute brumose e il calore che emanano i visitatori ben coperti sono per me impagabili. Quando alle sei di sera mi cacciano fuori – perché succede questo – il tramonto su Venezia e poi le luci della sera sono una visione splendida e unica.

Giardini e Arsenale, con i loro spazi, quelli aperti e ariosi, quelli chiusi e a volte asfissianti, necessitano almeno di mezza giornata ciascuno, e solo per averne uno sguardo d’insieme.

Come scrivo sempre “prendetevi tempo”. E cercate anche i padiglioni nazionali sparsi in città.

Su e giù tra Arsenale e Giardini, in questi giorni ho imparato che è faticoso ammirare le espressioni artistiche contemporanee, ma fa bene al corpo e allo spirito. Faccio fatica soprattutto ad affrontare la realtà virtuale e le installazioni (video e multimediali) io preferirei sempre avere qualcosa da ammirare in due o tre dimensioni più o meno tangibili.

I miei padiglioni preferiti sono quelli che fanno riflettere per l’ardire degli argomenti trattati. Due temi mi sono particolarmente cari: l’ambiente e le tematiche di genere. Il precario rapporto del genere umano con la terra, il pianeta che ci ospita, viene trattato sempre più spesso. Forse è proprio questo il significato della Biennale: farci riflettere.

L’Europa è sempre il mio faro, la nostra madre, il continente da esplorare in ogni piega. Alcuni padiglioni come Australia, Cina e Russia mi hanno deluso, forse memore di gradevoli visite passate. Altri padiglioni come Austria, Brasile e Romania mi hanno piacevolmente colpito.

Ecco cosa ho visto senza la pretesa di avere capito tutto anzi, ma con la sicurezza di avere trovato spunti interessanti. Proprio come recita il titolo della Biennale May you live in interesting times.

ALBANIA

La storia della miniera di Bulqize, nel nord del Paese, viene trattata attraverso un video. Cent’anni fa qui veniva estratto il cromo. Il metallo pesante compie un viaggio dalle viscere della terra al mondo e allo spazio ed è fonte di problemi per alcuni, di arricchimento per altri.

ARABIA SAUDITA

Ispirato a una poesia araba antica tratta la dolorosa distanza, fisica e temporale, da casa e dai propri affetti. Contrappone realtà e illusione, corrisponde alla ricerca della verità e delle proprie origini, a volte possibile solo in età avanzata.

AUSTRIA

Un cortile circondato da alti muri bianchi è riempito da file di rose – coltelli, installazione di grande effetto capace di generare sentimenti contrastanti di odio – amore, gioia – dolore.

AZERBAIJIAN

Intrisa di valore politico è l’attualissima installazione sulle fake news. Parla del mondo di oggi attraverso video e grandi statue, comunicanti attraverso il legame, fatto di cavi metallici, tra le teste pensanti (ma non molto).

BELGIO

I grandi disegni che fanno da sfondo allo spazio espositivo sono sorvegliati da marionette in grandezza naturale con artigiani al lavoro, pazzi e altre persone collocate ai margini della società. Rappresentano sia il mondo passato del lavoro manuale, sia l’oggi dove i diversi non hanno spazio né ascolto.

BRASILE

Swinguerra è uno dei miei padiglioni preferiti: i video che scorrono su tutte le pareti sono incentrati sulle tematiche di genere, socialità e rapporti umani, visti attraverso espressioni popolari come la musica e la danza.

CANADA

Inuit – i popoli indigeni canadesi, furono trasferiti a forza nel secondo dopoguerra in Canada. Nel video si racconta una loro giornata tipo, all’indomani di questo loro irreversibile cambio di vita.

REPUBBLICA CECA E SLOVACCA

Minimal è la caratteristica di questa installazione che verte sulle dimensioni spaziali di sculture bianche, contrapposte a disegni, linee bianche e nere, tratteggiati alle pareti.

CINA

Quest’anno il padiglione cinese non mi è piaciuto perché l’ho trovato dispersivo, senza una linea descrittiva com’era invece negli ultimi anni. Il tema della saggezza è stato trattato secondo me in maniera non efficace.

EGITTO

Khnum è il messaggero della civiltà egizia che ci porta a riscoprirla dall’interno di una tomba, piena di ori e ricchezze, dove entriamo accucciati proprio come avveniva nelle tombe di questa antica civiltà. Le sfingi vestite di schermi ci riportano all’oggi attraverso la realtà virtuale. Uno splendido viaggio, evocativo come pochi.

FINLANDIA

Miracle Workers Collective ha messo a punto qui un concetto ecologico, che diventa messaggio politico grazie ai materiali naturali utilizzati nella preziosa installazione.

FRANCIA

Immersi in una dimensione acquea fluida, veniamo trasportati nella profondità del mare abitato da pesci e non solo, tra i suoi colori, tra sensazioni tattili fortissime. Accanto a questa, anzi a queste dimensioni, una pellicola immaginifica ci trasporta in un viaggio avventuroso in compagnia di giovani protagonisti. Parte dalla natura della Francia e arriva nel centro storico di Venezia. PS – Ho fatto un’ora di coda sotto il sole per venire a vedere questo padiglione particolarissimo.

GIAPPONE

Il tema dell’ecologia è centrale nel Giappone post – tsunami, sconvolto nel 2011 da una tragedia ambientale che ha portato a conseguenze dentro e fuori dal Paese. Le installazioni mettono insieme i diversi punti di vista di artisti e studiosi e godono di un accompagnamento musicale doppio. Quello strumentale del flauto, quello naturale del canto degli uccelli. Da non perdere.

LUSSEMBURGO

Uno spazio inclinato aperto, dove centinaia di quaderni riposano, stropicciati da vento e acqua, introduce lo spazio chiuso dove l’uomo incontra il mare. Gli elementi si mescolano fra terra, acqua, vento.

GRECIA

Una passeggiata su una superficie ricoperta di bicchieri rovesciati è accompagnata da immagini e suoni in movimento.

INDIA

Dedicato a Gandhi, il padiglione indiano utilizza forme espressive diverse per riproporre alle generazioni future la sua figura “enorme”. Alle pareti “scorrono” file di sandali e immagini biografiche di grande effetto.

ISRAELE

Un ospedale da campo è l’istituzione israeliana qui trattata, alla perenne ricerca di sicurezza laddove sicurezza non c’è: in famiglia per esempio. L’indagine verte sulle ingiustizie sociali e le storture di una nazione, iper civilizzata ma piena di contraddizioni.

ITALIA

Entriamo in un labirinto che ci fa perdere nelle opere di tre artisti italiani, ispirati da Calvino e curati da Milovan Farronato. Privati dei nostri riferimenti rischiamo di perdere l’orientamento tra forme e linee intricate.

PAESI NORDICI

I cambiamenti climatici mettono in discussione la presenza umana sulla terra. Le nostre scelte, quotidiane e individuali, condizionano il nostro futuro. Gli ampi spazi utilizzati ci costringono a pensare come metterci in relazione le forme di vita che ci circondano.

PERÙ

La cultura amazzonica esce dalla sua tradizionale dimensione e, memore del passato, si proietta verso il futuro. Iquitos è la città dove inizia un viaggio immaginifico nel Perù di oggi, alla ricerca di risorse naturali tuttora in corso. Permane il legame con gli elementi architettonici passati come ferro battuto e azulejos importati dalla madre Europa, presenti in questa e nelle altre città coloniali.

POLONIA

Vediamo, dentro e fuori, un aereo sventrato. In volo è la rappresentazione artistica critica con cui dovremmo vedere alcune contraddizioni di oggi. La Polonia è proiettata verso l’economia capitalistica: invece di generare benessere a tutti questa ha arricchito solo una minima parte della popolazione, in contrasto e contraddizione con le politiche passate.

ROMANIA

Tre artisti degli anni Ottanta sono chiamati con le loro installazioni fatte di luce e colore, fluidità e solidità.

RUSSIA

Il padiglione russo prende il titolo da un versetto del Vangelo di Luca, indaga sui temi del perdono e la ricerca del dialogo, contrapposti ai conflitti che caratterizzano oggi i rapporti umani. Si muove su due piani dove si consumano una rappresentazione teatrale e importanti richiami al museo dell’Ermitage.

Non mi è piaciuto molto, ma il paragone sarebbe impietoso verso la rappresentazione dello scorso anno, dedicato a treni e ferrovie. Molto più semplice ed evocativa, la locandina del 1993 con gli stati della CSI è un invito al viaggio. C’è una dozzina di stati ora indipendenti, e un intruso.

EVENTI COLLATERALI

Venezia è molto affollata in questi giorni, c’è l’aria di festa e il pubblico delle grandi occasioni. La Biennale Arte coinvolge tutta Venezia con una serie di eventi collaterali nelle location più prestigiose, come al Sina Centurion Palace. Nell’hotel cinque stelle lusso è presente l’opera “Blue de Chine” dell’artista Bruno Catalano, ora esposta sul Canal Grande.

In occasione della 58° Biennale d’Arte, nell’albergo e nella vicina Ravagnan Gallery potete visitare la mostra diffusa di Bruno Catalano “Poser Ses Valises”, le opere dell’artista francese dedicate ai Viaggiatori.

Un po’ anche a me quindi, infatti mi sono molto immedesimata nella figura ritratta e mi sono come sempre emozionata alla vista dello splendido skyline che si gode da qui.

L’aria di festa non sempre corrisponde al clima, ora caldo ora freddo. Sul vaporetto mi sono congelata, poi per fortuna durante la visita all’isola di San Giorgio le ultime sventolate hanno cacciato le nubi dal cielo.

Ho visto la retrospettiva di Alberto Burri alla Fondazione Cini.

Poi Maurice Marinot alle stanze del vetro.

E infine le installazioni di Sean Scully nella chiesa di San Giorgio Maggiore sono state una grande scoperta.

Su Facebook il racconto delle mie giornate alla Biennale Arte

08 05 19

Venezia è molto affollata in questi giorni, c’è l’aria di festa e il pubblico delle grandi occasioni. Sarà una bella Biennale? Lo scopriremo insieme! #mayyouliveininterestingtimes

La biennale arte coinvolge tutta Venezia con una serie di eventi collaterali nelle location più prestigiose, come quello di oggi al Sina Centurion Palace. L’hotel 5***** lusso ha presentato l’opera “Blue de Chine” dell’artista Bruno Catalano, ora esposta sul Canal Grande.

In occasione della 58° Biennale d’Arte, nell’albergo e nella vicina Ravagnan Gallery potete visitare la mostra diffusa di Bruno Catalano “Poser Ses Valises”, le opere dell’artista francese dedicate ai Viaggiatori. Un po’ anche a me quindi, infatti mi sono molto immedesimata nella figura ritratta e mi sono come sempre emozionata alla vista dello splendido skyline che si gode da qui #brunocatalano #sinacenturionpalace #ravagnangallery #biennalearte2019

09 05 19

Ora è tornato il sole a scaldare le mie stanche membra ma stamattina faceva un freddo che Brr! Sul vaporetto mi sono congelata poi per fortuna durante la visita all’isola di San Giorgio le ultime sventolate hanno cacciato le nubi dal cielo. La retrospettiva di Alberto Burri alla Fondazione Cini. Maurice Marinot alle stanze del vetro. Le installazioni di Sean Scully nella chiesa di San Giorgio Maggiore sono state visite più che soddisfacenti poi sono tornata in centro storico (segue) #biennalearte2019 #mayyouliveininterestingtimes #artbiennale

11 05 19

 Un po’ di padiglioni europei dalla #biennalearte2019 attenzione… Belgio Romania Francia Austria Russia Finlandia Grecia. Ah la locandina del 1993 con gli stati della CSI è strepitosa un vero invito al viaggio. Quanti paesi sono? E qual è l’intruso… Facile anzi facilissimo. Ps Altro che tempi interessanti! #mayyouliveininterestingtimes 

12 05 19

 Su e giù per la #biennalearte2019 tra Arsenale e Giardini ho imparato in questi giorni che ammirare le espressioni artistiche contemporanee è faticoso, ma fa bene al corpo e allo spirito. Qui si vedono Giappone India Scandinavia e altri paesi europei, fanno riflettere per l’ardire delle tematiche, tra cui viene trattato sempre di più il precario rapporto del genere umano con l’ambiente. Forse #mayyouliveininterestingtimes significa proprio questo!

Per saperne di più:

https://www.labiennale.org/it/news/biennale-arte-2019-may-you-live-interesting-times

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