Montecatini Terme è la ridente cittadina toscana che ho scoperto due settimane fa in occasione di Tuscany Walking Event (TWE) costola dell’evento analogo Mallorca Walking Event a cui ho preso parte sei mesi fa. Quest’ultimo si è tenuto ad aprile 2019 nella più grande delle isole Baleari, l’ho raccontato in questo post.

Organizzati da una società olandese entrambi sono frequentati soprattutto da escursionisti olandesi e belgi, in entrambi i casi ho camminato, circondata da signore e signori muscolosi e prestanti, miei coetanei o più grandi, vestiti per camminare (leggi scarpe) e per prendere il sole (leggi pantaloncini).

Le magliette di ciascun evento sono per me un cimelio da esibire, anche se il tessuto tecnico (poliestere) mi fa sudare troppo, infatti preferisco le T shirt di cotone per camminare. E le alterno.

Montecatini si trova in provincia di Pistoia, appartiene alla Toscana minore e ne incarna il migliore spirito provinciale per vari motivi:

  • la collocazione centrale a breve distanza dalle maggiori mete turistiche regionali,
  • la posizione invidiabile fra mare e montagna che la rende appetibile per soggiornarvi tutto l’anno,
  • la stazione ferroviaria vicina al centro, per viaggiare comodamente rispettando l’ambiente,
  • le sue ampie aree verdi, meta per molti delle passeggiate mattutine,
  • la dimensione ideale di cittadina né grande né piccola,
  • le terme.

Scoprire a piedi Montecatini e alcuni borghi vicini ha moltiplicato la mia esperienza e mi ha permesso di osservarne pregi e difetti. Ne parlerò in un post dedicato, qui vi racconto il mio cammino durante TWE.

A Montecatini ho percorso vie poco battute per due giorni. Scoprire la Toscana in cammino è fonte di grandi sorprese, soprattutto nelle mezze stagioni: la Via Francigena è il percorso più noto e battuto. Il tratto toscano si dipana attraverso zone diverse ricche di storia e natura, pianeggianti e montuose, popolate e deserte, prima di avvicinarsi al Lazio dove ad attendere i camminatori c’è Roma Caput Mundi, destinazione finale. Ma non sono venuta qui per la via Francigena. Il tema di TWE dice tutto: From Pinocchio to Leonardo.

La nostra camminata di 15 chilometri inizia e finisce con un breve tratto in treno, da e per Montecatini. Si compone di tre parti uguali di cinque chilometri ciascuna. I coraggiosi camminatori che fanno 25 chilometri fanno una tratta supplementare sempre fra le colline, la prima per Montecarlo, a piedi.

Da Montecatini a Montecarlo

Andiamo in treno a Montecarlo, due stazioni vicine, riempiendo un piccolo treno locale. Vi lascio immaginare la faccia sorpresa del capotreno che a fatica chiude le porte del convoglio, invaso da 350 camminatori!

Dove arriva il treno è ancora pianura ma subito ci addentriamo in salita fra vigneti e uliveti, paesaggio tipicamente toscano. Mancano solo i cipressi, che vedremo più avanti. Nelle colline boscose vi sono soprattutto querce e faggi, mentre i pini marittimi con le loro chiome generose svettano isolati verso il cielo.

Parlo con i miei compagni di trekking, alcuni conoscono l’Italia e la Toscana, altri sono alla prima visita in questa zona e li vedo felici. Non potrebbe essere altrimenti, le vedute che ci circondano piacciono molto anche a me. Il clima perfetto ci agevola, c’è il sole e fa caldo, sembra di essere ancora in estate.

Persino i ruderi sono affascinanti se inseriti in un contesto piacevole, molti vecchi edifici sono già diventati agriturismo o B&B soprattutto ai tempi d’oro quando nasceva il turismo rurale. Ora magari il mercato si è un po’ saturato ma, conoscendo le persone attorno a me, oggi potrebbero adocchiare qualcosa da acquistare.

Non sarebbe la prima volta che gruppi omogenei di stranieri scelgono zone italiane ben delimitate per un buen retiro o un investimento, in Toscana è successo più volte ora il sud è la nuova frontiera. Con le case in vendita a un euro ci sono molte possibilità e poi via ai restauri! Non è affar mio per fortuna.

Dopo un’ora vediamo un paesino in alto che ci aspetta in cima a una collina.

Da Montecarlo a Collodi

Montecarlo è un classico borgo medievale cinto da alte mura, sorvegliato da torri che ricordano il tempo passato, quando era conteso tra Pisa, Firenze e Lucca (siamo a ovest della provincia di Pistoia). Dal 2018 Montecarlo è Bandiera Arancione del TCI. Fra botteghe ricolme di souvenir, prodotti tipici da assaggiare, non solo vino e olio, ci sono da vedere la chiesa di Sant’Andrea e la fortezza del Cerruglio.

Ci fanno compagnia prima i figuranti in costume convenuti per le riprese televisive in corso proprio oggi, poi i gatti del paese. I baretti della via principale sono presi d’assalto dagli amici olandesi.

Io invece rincorro i gattini che si crogiolano al sole: dopo la diffidenza iniziale si lasciano coccolare e mi fanno le fusa. Io sono felice qui! Stiamo fermi quasi un’ora, appena vedo muoversi i primi camminatori chiedo di unirmi a loro e ci inerpichiamo nuovamente nei sentieri tra le colline.

Le frecce blu messe per noi dagli organizzatori di TWE non mi sono molto chiare. Destra, sinistra, dritto, meglio stare insieme. Io sono l’unica italiana e do indicazioni sul paesaggio circostante. Entriamo nel bosco che finalmente ha un aspetto poco antropizzato e selvaggio, per una nuova esperienza sensoriale.

Guardo in basso, voglio sentire il terreno non solo con i piedi: è soffice quanto basta per sostenere il mio peso. Non è umido, scivoloso, né secco da sbriciolarsi. A tratti calpestiamo la strada romana, una via lastricata che mi fa volare con la fantasia fino a un tempo lontano: il Medioevo, quando i commercianti trasportavano beni di prima necessità tra Lucca e Firenze a dorso di mulo. E più indietro in epoca romana, cerco i solchi delle ruote dei carri ai lati della mulattiera, ma non li vedo! Incontriamo alcuni pellegrini sulla via Francigena, alla quale ci accostiamo in questo tratto, e dei passanti che ci indirizzano a un albero.

Quercione è il cartello più evocativo, una indicazione da seguire che ci porta a una radura dove appunto una quercia centenaria sparge i suoi rami su una superficie enorme e fa buio sotto le fronde. Impressionante il suo tronco e l’ampiezza dell’albero, protetto e puntellato, che tutti guardano con rispetto e ammirazione.

Cercando sul web ho scovato anzi scavato nella sua storia che passa attraverso il periodo nazifascista, quando taluni personaggi volevano tagliarne i rami per fare legna da ardere, prontamente bloccati dalla gente del posto. E bravi sempre gli amici toscani!

Dalla storia del Quercione alla favola il passo è breve, proprio qui Collodi si sarebbe ispirato per scrivere Pinocchio. E dalla favola alla leggenda, si dice che le streghe si riuniscano sotto l’albero per i loro sabba, nelle notti di luna piena. I locals mi facciano sapere qualche altro aneddoto grazie!

Da Collodi a Pescia

Carlo Lorenzini era originario di Collodi da parte di madre e ora tutti lo conosciamo come Carlo Collodi. L’autore delle Avventure di Pinocchio ha trasportato i luoghi e le persone della sua infanzia nel famoso libro e l’omaggio che ora gli viene tributato è totale.

Nel parco omonimo e in tutto il paese le statue del burattino e dei suoi compagni d’avventura salutano gli ospiti. La prima che incontriamo, coloratissima e altissima, si trova all’inizio del paese e contrasta con la barocca eleganza di Villa Garzoni, l’edificio imponente che si vede da tutte le angolazioni. Collodi “sarebbe” un borgo antico eppure è diventato famoso grazie a un burattino di legno!

Siamo tutti invogliati a tornare bambini e a immergerci in questa favola moderna, nata alla fine dell’Ottocento. E spiace lasciare il paese ma una salita, l’ultima, ci porta sul sentiero per Pescia lungo la Via della Fiaba.

Sono gli ultimi cinque chilometri e si sentono sulle gambe, nonostante io proceda spedita grazie ai bastoncini dei quali i camminatori olandesi non conoscono l’utilizzo. Presto la salita finisce e inizia una dolce discesa dove vigne sparute, ormai spoglie dei loro dolci frutti, attendono i vignaioli per le ultime pulizie della stagione.

Poco oltre ci fanno ombra immensi uliveti che daranno i loro preziosi frutti fra un mese, sono già corredati dalle reti per la raccolta delle olive. Invero mi sembrano un poco trascurati, o forse il forte inerbimento è una scelta degli ulivicoltori. Se lo fanno per rispetto dell’ambiente ben venga!

Lo splendido clima che ci accompagna all’inizio di ottobre rende possibile la coltivazione di palme e piante tropicali, sembra un’illusione; c’è persino uno struzzo a seguirci per un breve tratto di strada, incuriosito dalla nostra presenza (siamo davvero tanti!) ma per fortuna c’è una rete a separarci.

L’ultimo sentiero in discesa ha, tutto attorno, una distesa di ciclamini che mi fanno tanto autunno, un tappeto rosa incredibile. Non ne ho mai visti tanti come quest’anno in giro per gli Appennini, che sia di buon auspicio?

Da Pescia a Montecatini

A Pescia ci attende un’ultima passeggiata in centro dove invece di immergerci nell’atmosfera cittadina, siamo pronti per rilassarci. Troviamo i camminatori già arrivati, più veloci di noi, sparsi nei baretti di paese seduti davanti a una birretta. Hanno la faccia felice, una gioia contagiosa, ma io corro in stazione per tornare subito al Walking Village del TWE, collocato alle Terme la Salute. Sapete cos’è?

Il Village è un ampio spazio pronto a accoglierci prima e dopo il cammino, accanto agli stand degli sponsor tecnici e dei gadget è corredato da un baretto (aperto praticamente per noi) che sforna bibite, snack, pizza.

Ogni camminatore in arrivo è accolto da un applauso e da una ola, un saluto bellissimo che ci unisce prima del meritato riposo. Qui sembra di tornare a Mallorca, l’atmosfera festosa è la stessa, le facce felici pure, i sorrisi di coloro che ho conosciuto sei mesi fa e rivisto qui dicono tanto del potere aggregante del cammino. Una pratica, il camminare, che apprezzo sempre più.

Mi resta il tempo di un brindisi italo – olandese e un arrivederci al 2020, prima alle Baleari poi qui, e poi… Sorpresa! Pare che Walking Events, la società organizzatrice, si espanda e ci porti a a camminare più lontano.

Arrivederci è un saluto internazionale al quale aggiungo il mio personale Grazie a Nathalie, Armando e coloro con cui ho condiviso queste due belle giornate. Ora ne ho raccontata solo una, nel prossimo post vi porterò alla scoperta di Montecatini, diciamo da diversi punti di vista.

Post scriptum – sapete che il giorno prima e il giorno dopo è piovuto? Ma che fortuna abbiamo avuto?

*** Continua ***

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