La più antica torrefazione di Venezia si trova su Fondamenta dei Ormesini, nel sestiere di Cannaregio, ed è attiva dal 1930. Consiglio di visitarla a tutti gli appassionati della “tazzina del diavolo”. Una vetrina annuncia che siamo arrivati ed è un caldo invito a entrare: Benvenuti in (questo lo aggiungo io) Torrefazione Cannaregio.

Due mesi fa ci ho passato un paio d’ore, un tempo piacevole fatto anche di racconti, assieme alle compagne di gusto Monica, Anna Maria, Romena.
Circondate da sacchi di juta e da immagini evocative, da grossi vasi con dentro tisane e tè, e naturalmente dall’inebriante profumo di quella che, assieme proprio al vino e al tè, è la mia bevanda preferita.

Questa è stata una bella giornata di visite e degustazioni che la nostra instancabile organizzatrice Monica Cesarato ha chiamato #Bloggersforvenice, dove il caffè non poteva mancare.
Che speriamo di riproporre appena sarà possibile tornare nella nostra amata Venezia.

Abbiamo parlato con le persone che seguono il locale, preparate e squisite proprio come i loro prodotti, non solo caffè.

In una location accogliente e dalle dimensioni umane dove i richiami al mondo del caffè vanno fino a paesi lontani, e agli altipiani dove i preziosi chicchi vengono raccolti.
Davanti a una tazzina di caffè fumante, anzi tre tazzine, siamo state prese per mano in un piccolo percorso di degustazione guidata.

In Torrefazione Cannaregio si possono assaggiare miscele come Remer e Bricola, il loro fiore all’occhiello e altre pregiate miscele di Arabica e Robusta, nonché diversi monorigine provenienti dall’Africa ma soprattutto da America e Asia.

Io sono una fan dei monorigine con tutte le loro sfumature che parlano del loro territorio e dell’ambiente circostante. Così come quando assaggiamo un buon vino, in un grande caffè vi sono alcuni sentori caratteristici come l’amaro nei caffè dell’America centrale (Giamaica, Guatemala, Costarica), la vaniglia e le spezie nei grandi caffè africani (Kenya, Etiopia), l’erbaceo e vegetale dei caffè indiani. Tante sensazioni olfattive e gustative insomma, per non parlare della profondità e persistenza. Quante cose si celano in una tazzina!

I caffè di Torrefazione Cannaregio vengono da piccoli produttori che rispettano i lavoratori e l’ambiente.

Da preparare con la macchina espresso o nella moka, con sensazioni tutte diverse.

Maela Galli è l’anima del locale, milanese trapiantata in laguna con una passione travolgente che vi trasmette, assieme al suo sorriso.

Nel corso della degustazione Maela e i suoi due colleghi ci hanno raccontato i caffè in assaggio, la pasticceria fine e il cioccolato in abbinamento.

Potete comprarli sia a Venezia, sia nel loro locale in centro a Jesolo, in Piazza Marina, con pasticceria artigianale e il gelato “a km zero” prodotto con latte biodinamico.

Oppure affidatevi al loro E-commerce dove troverete, assieme a diverse miscele e caffè monorigine, altre prelibatezze quali pasta al caffè e pasta al cacao.

Non so voi ma io ho tanta voglia di caffè. Mentre torniamo lentamente alla vita normale e alle nostre sane abitudini, dopo un periodo difficile per tutti, quante volte ci chiediamo di cosa abbiamo (e avremo) voglia?

Io lo so. Ho voglia di consumare un caffè al bancone di un bar. Un bel caffè bollente è una soddisfazione, la gioia di un minuto che basta a darmi la carica per ore. Ne bevo solo uno o due al giorno al massimo e dev’essere buono. Sarà la prima cosa da provare appena tornerò a Venezia.
Ora passo la parola a Maela, ci siamo sentite durante il lockdown e l’intervista risale allo scorso mese di aprile.
Il quattro maggio Torrefazione Cannaregio ha riaperto, partendo dal servizio per asporto (e poi vendita prodotti), avviandosi così verso la ripresa delle attività.
Maela è tornata “al timone” della torrefazione e non vediamo l’ora di tornare a trovarla. Per salutarla e (a pari merito) per gustare un ottimo caffè nel cuore di Venezia.

1 Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo lavoro.

Sono Maela Galli, e dato che hanno imposto la chiusura delle attività ho deciso di trascorrere la quarantena a Milano, la mia città natale.
Ho una grande passione per tutto il mondo food e ho avuto la fortuna di poter abbinare quello che mi piace al mio lavoro. Il tempo libero lo trascorro alla scoperta di ristoranti, locali, enoteche ed aziende / prodotti che possono essere inseriti anche in torrefazione.
Mi occupo della Torrefazione Cannaregio (dalla produzione, selezione clienti B2B e gestione dei nostri punti vendita) una torrefazione di caffè tramite la quale seleziono e rivendo prodotti coloniali e di prima necessità.
Il tutto cercando prodotti il più possibile a “km 0” o regionali, ed aziende che abbiano a cuore la natura e una produzione il più possibile ecostosenibile. Il nostro locale di Venezia è un’estensione del salotto di casa, dove i nostri clienti ci possono trovare per un caffè al volo o per passare qualche ora in relax, gustando i nostri prodotti assieme alla nostra compagnia e – perché no – fare anche una piccola spesa per casa.

2 Da dove vengono i tuoi ospiti? Sono più italiani o stranieri?

I nostri clienti sono principalmente locali e si dividono in due tipologie. I clienti di quartiere fissi per le colazione o più tappe durante la giornata e i veneziani, che vengono da noi per gli acquisti periodici di caffè e altri prodotti, a cui abbinano sempre un buon caffè.
Da quando ci siamo spostati in Fondamenta dei Ormesini abbiamo un minore flusso di turisti, ma quelli che vengono è perché cercavano buoni caffè o tè a Venezia.

3 Hai verificato alcuni stereotipi sulle caratteristiche dei turisti a seconda della loro provenienza?

I cinesi e giapponesi si documentano molto su quel che andranno a richiedere, infatti si presentano quasi sempre con fotografie (prese da recensioni) per chiedere esattamente quel prodotto.
Americani e russi sono i più aperti a sperimentare, si affidano completamente all’operatore nel farsi guidare nelle degustazioni dei caffè e cercano alta qualità.
Gli europei rimangono sempre molto affascinati da Venezia e dall’atmosfera del nostro locale al punto da diventare, nella maggior parte dei casi, nostri clienti fissi per la colazione o il tè / merenda del pomeriggio.
Di certo tutti vedendoci sempre molto alla mano e disposti al dialogo ci chiedono consigli, soprattutto per dove mangiare e bere.

4 Raccontaci qualche aneddoto bello o brutto legato al tuo lavoro.

Sarà anche il periodo attuale, con l’assoluta mancanza di tutto quello che è la torrefazione. Il mio lavoro, come tutto l’hospitality, è in assoluto uno dei più belli perché ci dà modo ogni giorno di crescere e confrontarci e mi ha permesso, negli anni, di sentirmi di casa a Venezia. Venezia e i veneziani sono una città dal cuore grande.

Ecco un aneddoto che mi ha commosso: la presenza e l’aiuto dei vicini in Cannaregio quando eravamo in emergenza con l’acqua alta. Non parlo di aiuto dello stato o enti, ma solo ed esclusivamente dei cittadini. Ognuno a modo suo ci ha dato qualcosa, chi aiutandoci a togliere l’acqua con i secchi, chi chiedendo di cosa avessimo bisogno, o anche solo passando a controllare e salutarci.
I brutti aneddoti sono legati all’impazienza di alcuni clienti locali, ma sono certa che questo periodo ci farà apprezzare anche le piccole cose della nostra nuova quotidianità, e ci ritroveremo molto più pacati e pazienti.

5 Cosa fa di un ospite una persona speciale, di quelle che a fine servizio fa venire voglia di starci insieme più tempo? Si può diventare amici degli ospiti e mantenersi in contatto anche dopo?

Molti dei nostri clienti sono ormai amici al punto che si tengono aggiornati sulla salute di tutti e ci sono vicini, aspettando con ansia di poter allietare le loro giornate con un caffè o un cappuccino!
Questo sia con i locali che gli stranieri. Molti di questi stanno dimostrando la loro vicinanza comprandoci il caffè e ti dirò di più. Il giorno di Pasqua ho pensato: cavoli, mi sono persa i regali dei clienti.
Perché i nostri clienti per le feste ci pensano e ci portano dolci, o anche durante l’anno piccoli pensieri.
Un ospite speciale per me è di certo chi si affida, chi ha voglia di confrontarsi e scoprire nuovi caffè, o i prodotti della nostra selezione. Perché la cosa fondamentale per me è il confronto, e poter avere riscontro sul nostro servizio, prodotti e offerta.

6 L’ospitalità si compone di tanti fattori, secondo te quali doti o talenti deve avere chi se ne occupa, e cosa si impara invece lavorando “sul campo”?

Di certo la disponibilità e la voglia di condividere (tempo – parole – conoscenze – informazioni) e la qualità, nel servizio e nei prodotti. Negli anni ho imparato ad affrontare i problemi, a trovare soluzioni e a rapportarmi nel modo migliore con ogni persona, cercando di capire le esigenze di tutti.

7 Ospitare delle persone significa anche uscire, far conoscere le persone e il territorio “dietro” un locale. In altre parole viaggiare. Come pubblicizzi il tuo negozio ? Dove vai quando non sei impegnato al lavoro?

Come detto in precedenza adoro scoprire locali, ristoranti e attività. Il mio tempo libero lo passo scoprendo realtà locali tra Veneto e Lombardia (le mie due case) e quando mi è possibile viaggiando. Scoprendo città, regioni, cantine (visto che amo il vino!!!) e opere d’arte. Spero presto di poter tornare a viaggiare e scoprire posti nuovi. Pubblicizzo tramite social, facendomi supportare da strutture locali e operatori locali.

8 Consiglieresti a un giovane di occuparsi di ospitalità – ristorazione? SI – NO – Perché?

È tanto tanto difficile ma sì. È passione e amore per il proprio mestiere, nonostante le difficoltà e le giornate infinite quello che ti resta non è tanto economico, quanto la soddisfazione di aver dato qualcosa a più persone, l’aver reso seppur con poco migliore le giornate delle persone. Ho uno staff splendido di ragazzi con un estremo amore e passione per quello che fanno, studiano tanto e sono sempre attenti alle esigenze dei clienti. La torrefazione è un gruppo di ragazzi appassionati, uniti e affiatati ed è quello che auguro a chi si approccia a un progetto di imprenditoria nell’ospitalità.

Per saperne di più:
http://www.torrefazionecannaregio.it/

Queste invece sono le mie amiche, foodblogger e local blogger, di #Bloggersforvenice

MONICA CESARATO

https://www.monicacesarato.com/

ANNA MARIA PELLEGRINO – La cucina di QB

http://www.lacucinadiqb.com/

ROMENA BRUGNEROTTO – Rominvenice

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