La signora Rossi lavora con le cantine, vende prodotti per enologia e quando il suo capo le ha detto che voleva vederla, ieri sera, ha fatto un balzo sulla sedia. “Cosa avrà da dirmi? Sono già abbastanza incasinata e prima della pausa estiva perdere tempo con lui proprio non mi va”.

Ma tant’è, il capo è il capo e deve obbedire. Per fortuna lavorano in una multinazionale e non in quelle aziende familiari che compongono tutto il tessuto produttivo qui a nord-est. Non potrebbe lavorare. O meglio la signora Rossi ci ha provato, ma è stato un fallimento si tutta la linea. Ha rimediato solo porte in faccia e scontri, con i colleghi succubi e col capo, il padrone che vive per lavorare e si circonda di bravi soldatini.

Sei con lui o contro di lui. La signora Rossi col caratterino che si ritrova ha capito che non poteva funzionare, era contro o meglio era contraria a questo tipo di rapporto. E ha mollato appena in tempo, grazie alla multinazionale che l’ha accolta fra le sue ampie braccia, in un organigramma abbastanza strutturato da poter vedere la casellina con il suo nome, da dare valore alle sue competenze e aspettative.

Cosa avrà dirmi il capo?

Si vedono a metà strada a metà mattina. Lui è partito da Milano, l’appuntamento è al solito posto, il grande bar al grande incrocio all’ingresso della città. Siedono al loro tavolino, il solito, prendono un cappuccio e un caffè. La signora Rossi è tranquilla, ci ha dormito sopra tutta la notte senza pensieri.

Dopo i saluti e i convenevoli di rito il capo va al sodo, è stato trasferito in una filiale estera e siccome si libera un posto glie lo propone. Un avanzamento di carriera insomma, come riconoscimento del lavoro svolto e fiducia nelle sue capacità relazionali. Sorpresa ma non troppo la signora Rossi accenna un sorriso, chiede un po’ di tempo per pensarci e organizzarsi ma è compiaciuta per questa proposta, tutto sommato inattesa.

Il capo paga le consumazioni e si salutano alla cassa, lui dice che torna subito in ufficio a Milano. Lei invece si ferma un attimo nel parcheggio vicino dove ha lasciato l’auto aziendale, confusa da queste novità.

“Chi lo dice al mio moroso? Già ci vediamo poco, avrà sicuramente da brontolare”. Decide di dirglielo subito, lo chiama al cellulare ma non risponde così gli fa una sorpresa. Va a trovarlo in negozio che tanto è a metà strada e così non allunga il percorso.

Lo trova dietro lo scaffale in attesa di clienti, con gli occhi puntati sui registri tanto che non si accorge del suo arrivo. Alza la testa e sorride, palesemente felice. La signora Rossi non è avvezza a tali comparsate ma oggi è necessario. Anche adesso con pochi convenevoli lei va al sodo. Sono venuta a trovarti, dice, perché c’è una novità.

Dobbiamo parlare era la frase prevista, ma di solito questa è il preludio a problemi di coppia e lei non è qui per questo, anzi ai problemi non vuole proprio pensare. Gli racconta per sommi capi il colloquio col capo, glie lo presenta così bene che si compiace con se stessa. Lui reagisce nel migliore dei modi suscitando un sentimento di sorpresa reciproca.

E rincara la dose con un’altrettanto inattesa proposta. “Usciamo dai, ti offro un caffè”.

“Un altro? A quest’ora sono pronta per uno spritz”. Vanno al baretto di fronte dove sono accolti con l’usuale calore di un esercente amico e solidale.

Due spritz al select grazie. Diretto come lei, il moroso della signora Rossi ha in serbo una cosa. “Anch’io ho una novità da dirti”.

Silenzio e sconcerto sono i sentimenti che aleggiano nell’aria. Lui la guarda in faccia e sorridente dice “Ho preso i biglietti per la Grecia, era tanto che volevo farti un regalo e so che tu ci tenevi. Tra dieci giorni partiamo”.

Quando arriva lo spritz non se ne accorgono nemmeno, sono già con la mente sull’aereo, pronti per viaggiare di nuovo insieme.

NDR – com’è nato questo racconto

Ci sono io nella signora Rossi, ma un po’ ci sono anche nel suo moroso. E nella voglia di Grecia intesa proprio come uno sprazzo di luce. Continua nel prossimo racconto.

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