Podere Grattamacco ci accoglie con una cascata di giallo e rosso sulla collina attorno alla cantina: è il manto più bello dei vigneti, quello autunnale, perfetto per scattare fotografie accattivanti.

Una quercia secolare con la sua grande chioma verde li guarda dall’alto e invita ad avvicinarci.

Cerco di stringerla in un lungo abbraccio poi non mi vorrei più muovere, e gli amici blogger devono più volte richiamarmi all’ordine per farmi risalire alla cantina, dove ci aspetta una degustazione impegnativa.

Grattamacco appartiene al gruppo Collemassari, che comprende altre tre cantine collocate nelle aree più vocate della Toscana: Tenuta San Giorgio e Poggio di Sotto a Montalcino, Collemassari a Cinigiano, ai piedi del monte Amiata. Gli 80 ettari della tenuta che visitiamo, tra Bolgheri e Castagneto Carducci, sono coltivati per meno della metà a vigneto e uliveto, circondati da boschi a perdita d’occhio.
Ci troviamo a meno di 200 metri slm, a breve distanza dal mar Tirreno a ovest, in vista di foreste e più alte montagne a nordest. Escursioni termiche importanti, clima asciutto: in questo ecosistema unico crescono bene i vitigni francesi alla base del taglio bordolese, ma anche gli autoctoni. Il terreno e il vento fanno il resto, creando le condizioni ideali per la coltura della vite e dell’ulivo. La resa va da 50 a 80 quintali per ettaro e la produzione annuale è di sole 160.000 bottiglie l’anno.
Nella cantina arrivano quindi sia le uve Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, ma anche il Sangiovese, emblema delle colline toscane, e il Vermentino che ama stare vicino al mare, e dal mare trae beneficio.

Le vasche di acciaio e i grandi tini di legno, le barrique e le bottiglie storiche in bella mostra ci fanno girare la testa, quasi quanto i tre vini che poi assaggiamo: Grattamacco Vermentino, Bolgheri rosso, l’Alberello Bolgheri superiore.

In realtà il primo assaggio è proprio in cantina, dalla vasca, una piccola perversione per gli appassionati di vino come me.
Leggiamo cosa c’è scritto sulle vasche, come su queste lavagnette che riportano il contenuto.

Cabernet Sauvignon / Merlot / Sangiovese atto a DOC Bolgheri superiore BIO 2021 50 HL.
Il biologico è una scelta impegnativa parte dalle pratiche in vigneto e ha ricadute su tutta la filiera vitivinicola, fino alla distribuzione del vino.

Nella sala degustazione, arredata in stile moderno, campeggiano i numerosi premi conferiti ai vini.

Ai tavoli c’è posto per l’arte contemporanea come grandi sculture in vetro di murrina.

Dalle ampie vetrate e dalla terrazza si scorgono sotto di noi i vigneti che mi hanno rapito all’arrivo, e lo sguardo spazia all’infinito tra mare e collina, dove la natura la fa da padrona.
Questo è il setting perfetto dove mostrare le bottiglie oggetto della degustazione, vino e territorio insomma, le due parole chiave dell’enoturismo in cui tutti confidano, operatori e “consumatori”.

Qui nella zona di Bolgheri il “prodotto vino” ha fatto da traino per la crescita economica di una parte della Toscana che in un tempo non molto lontano (pochi decenni fa) era povera e poco appetibile, e ora è un fiore all’occhiello a livello mondiale, al pari o forse più del Chianti e delle altre storiche zone enologiche toscane.
In dettaglio ecco cosa assaggiamo.
Grattamacco Bolgheri Vermentino DOC 2019
14,5 gradi, 100% Vermentino. Colore giallo paglierino. Vino fresco, sapido, minerale ha tutti i sentori e gli aromi del mare vicino. Viene vinificato in vasche d’acciaio, affinato in barrique e poi in bottiglia prima di essere messo in commercio. Trovo che questo vino sia elegante e versatile allo stesso tempo, lo abbinerei non solo ai piatti di pesce più raffinati ma pure ad alcune carni bianche.
Bolgheri rosso DOC 2020
14 gradi, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Sangiovese. Colore rosso granato. Vino strutturato e impegnativo, dove accanto ai frutti rossi macerati si sentono importanti note speziate e balsamiche. Vinificato in acciaio e poi in barrique, questo è il classico taglio bordolese che ha fatto la fortuna di Bolgheri. Si può abbinare alle classiche carni ma pure a primi piatti gustosi.
L’Alberello Bolgheri rosso superiore DOC 2018
14,5 gradi, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc (70 / 30). Colore rosso granato scuro. Questo è un altro blend bordolese, prende il nome dalla tecnica di allevamento, l’alberello appunto. I frutti rossi si mescolano alle note più evolute come il cuoio e il caffè, con tannini straordinariamente morbidi per la sua giovane età. Predisposto naturalmente all’invecchiamento, a tavola si abbina a carni grigliate, formaggi stagionati, funghi e tartufi.

Ci accompagnano in cantina la responsabile Michela Bartalini e il fondatore PierMario Meletti Cavallari, colui che l’ha vista nascere nel 1982, prima di intraprendere una nuova avventura con la cantina che oggi porta il suo nome, e diventare presidente del Consorzio Strada del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi.
E poi chi c’è dietro i vini di Grattamacco, quelli che abbiamo assaggiato e gli altri? Luca Marrone è il direttore ed enologo della cantina, ci ha raccontato il suo lavoro e per questo lo ringrazio, assieme ai responsabili del Consorzio, coloro i quali ci hanno accompagnato in questa piccola splendida avventura, che spero continui con nuove visite a Bolgheri e non solo!
1 Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo vino.
Appartengo a una famiglia di vignaioli abruzzesi, non so da quante generazioni ma almeno tre. Mancava un enologo e ho pensato di studiare a Pisa. Poi la Toscana mi ha catturato e da 18 anni vivo a Grattamacco. Non è un caso perché ho sempre amato questo vino per il suo carattere selvaggio e solitario. Mi ci ritrovo.
2 L’arte di fare il vino nasce nella vigna e si sviluppa in cantina. E poi cosa c’è dietro un grande vino?
Dipende cosa si intende per grande vino. Rimanendo nei canoni più diffusi, direi che ci vuole tanta fortuna oppure tanta dedizione: studio, sudore e fatica. Quando le due cose si sovrappongono nasce un grande vino.
3 Come è cambiato il vino, e come è cambiato il tuo lavoro negli ultimi anni? La tecnologia è uno strumento necessario o si può farne a meno?
Da un punto di vista commerciale in passato il vino era un alimento, oggi è anche una commodity. Questo ha dettato una reinterpretazione totale del lavoro in vigna e in cantina. L’evoluzione è continua: negli ultimi anni i concetti di biologico / biodinamico / sostenibile si affiancano alle sfide dettate dal cambiamento climatico. La tecnologia è uno strumento che può essere più o meno necessaria a seconda dei casi, della quantità da produrre, dello stile che si vuol dare a un vino eccetera.

4 Raccontaci una bella esperienza e un brutto episodio legati al tuo lavoro di vignaiolo.
Lavorare la vigna è un’esperienza di molteplice gratificazione come qualsiasi atto agricolo: il rapporto con la natura e l’ambiente, il sudore e il sorriso condiviso con chi ti aiuta, la consapevolezza di realizzare un atto semplice e fondamentale allo stesso tempo. I brutti episodi sono quelli che interrompono o limitano tutto ciò, come una grandinata o una gelata.
5 Fare il vino significa anche uscire dall’azienda per far conoscere le persone e il territorio “dietro” una bottiglia. Dove porterai il tuo vino nei prossimi mesi?
Ci sarà da fare un bel giro quando circolare senza restrizioni sarà di nuovo possibile (fine 2021, NdR). Intanto lo porto a tavola per condividerlo in amicizia.
6 E’ possibile visitare la tua cantina? E dove possiamo assaggiare il tuo vino?
Certo, la cantina si può visitare prenotando sul nostro sito www.collemassari.it oppure per telefono. Il miglior posto per assaggiarlo è sicuramente venendo a trovarci. Altrimenti è possibile acquistarlo in molte enoteche / ristoranti.

7 Una piccola provocazione: se fossi ministro dell’agricoltura cosa faresti per agevolare il lavoro del vignaiolo?
Il vignaiolo vuole lavorare in vigna e cantina, non negli uffici. Quindi gli chiederei di ridurre all’essenziale tutte le storielle degli adempimenti burocratici ed amministrativi che rubano tempo ed energia, oltre che soldi.
8 Consiglieresti a un giovane di fare il vignaiolo? SI – NO – Perché?
Consiglierei ad un giovane di fare tante esperienze, tra cui sicuramente quella di vivere il mondo agricolo con sudore e umiltà. Poi starà a lui capire che senso dare alla sua vita.
Post in collaborazione con:
https://www.lastradadelvino.com/
Per saperne di più:https://www.collemassariwines.it/estates/grattamacco/
8 comments
beatrice
Guardando queste tue foto provo molta invidia per il fatto che puoi bere vino rosso senza remore!
In generale mi piace sempre molto scoprire il dietro le quinte, la lavorazione e i processi che portano al prodotto finito, si acquista molta più consapevolezza di quello che si acquista e si consuma.
gamberettarossa
In effetti il vino mi piace molto in generale, quello rosso in particolare. Però ammetto che vada bevuto con “attenzione” tu invece che rapporto hai con il vino?
Cristina
Bello questo winetour con spiegazione. Non so se sino più attirata dal vino o dalla quesrcia secolare
roberta
Cri guarda all’arrivo ho visto subito la quercia e come ho scritto sono corsa giù per la collina, ho quasi ruzzolato a dire il vero, per abbracciarla. Mi hanno anche fatto il video per dire. Quindi per quel poco che ti conosco SI secondo me tu partiresti con l’albero e poi ti daresti al vino !!!
Daniele & Marilena
Dobbiamo dire che è stato molto interessante prendere parte a questo blog tour in tua compagnia perchè ci hai permesso di approfondire alcuni aspetti molto interessanti sul mondo del vino, soprattutto per quanto riguarda tutte le fasi iniziali del processo! Speriamo ci possano essere altre occasioni come queste!
gamberettarossa
Sicuramente ci saranno nuove occasioni soprattutto con la nuova stagione in arrivo. Il che significa stare all’aperto più volentieri e più a lungo. Io avrei in mente qualche zona vitivinicola che conosco poco, da esplorare con gli amici blogger. Ci stai? 🙂
Samu & Marghe
Visita pazzesca, prossima volta avvertici. Io da ex sommelier apprezzo molto questo tipo di visite.
Roberta zennaro
Pronti per inaugurare la primavera in arrivo con una nuova degustazione in cantina. Dove vuoi andare Samuele?