Per sintetizzare l’offerta dell’Osteria al Museo potrei dire: cucina di pesce in una cornice d’eccezione, la piazza Galuppi di Burano. Questi sono solo alcuni degli ingredienti che trovate nel locale, ma ce ne sono molti altri!

L’apertura del 2022 è nel segno della continuità del locale, aperto da cinque anni, e si mantiene nel solco della tradizione della cucina veneziana.

piazza galuppi

La novità è l’arrivo dello chef stellato Matteo Tagliapietra buranello di nascita, un ritorno a casa con l’impegno di alzare ancora l’asticella della proposta culinaria del ristorante.

E di guardare lontano strizzando l’occhio a oriente, grazie a ingredienti che si fanno appena sentire, dando un tocco nuovo ai piatti noti e alle materie prime di stagione.

Nel menù del giorno troverete soprattutto piatti di pesce, ma anche un piatto di carne e uno vegetariano.

asparagi e uova

Questi per esempio sono gli asparagi e uova assaggiati lo scorso aprile, alla mia seconda visita. Devo ancora provare il risotto di go dall’anno scorso, quindi se volete ci torniamo insieme!

La prima volta ci sono stata in piena estate. Abbiamo fatto un brindisi con il Bellini fatto con le pesche di Treporti, poi ci siamo affidati alla Vitovska di Zidarich.

vitovska zidarich

Coccolata dal sommelier e dal personale tutto, travolta da un crudo di pesce spettacolare, compiaciuta dagli spaghetti ai frutti di mare. I piatti hanno qualità altissima e quantità generose.

I menù sono frutto di esperienza e ricerca, di scelte incentrate sui migliori fornitori locali, di rispetto della tradizione culinaria veneziana.

crudo di pesce

Osteria al Museo Burano apre tutti i giorni a pranzo tranne mercoledì, venerdì e sabato anche a cena.

Se arrivate a Burano con la vostra imbarcazione avete un comodo approdo riservato con dei posti barca, molto vicini al ristorante. Quando chiamate per prenotare (sempre consigliato) approfittatene!

spaghetti

Sedendovi all’osteria potrete godere di una vista superlativa mentre gustate il vostro pranzo nel cuore di Burano, isola famosa per le sue case colorate. Prendendosi del tempo si può sostare qui molto più a lungo del paio d’ore che la maggior parte dei visitatori le dedicano.

In Piazza Galuppi, centro dell’isola, ci sono diverse cose da vedere

  • la chiesa rinascimentale, dedicata a San Martino (uno dei tre santi patroni dell’isola),
  • il Museo del Merletto, arte che ha reso famosa nel mondo questa piccola isola della laguna veneziana,
  • il busto di Baldassarre Galuppi, insigne compositore settecentesco nato qui a Burano,
  • il gotico Palazzo del Podestà,

… e Osteria al Museo. Vi pare poco?

piazza galuppi

Piazza Galuppi è un luogo ampio e arioso, diverso dallo stereotipo delle case colorate di Burano, tutte attaccate fra loro, una tavolozza che si riflette nei canali e fa girare la testa. Una vera piazza insomma.

Ora però lascio la parola al titolare Carlo Salini, che mi ha raccontato le sue esperienze e com’è nata l’Osteria al Museo.

1 Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo lavoro.

Sono Carlo Salini titolare di Osteria al Museo Burano, attività che porto avanti da cinque anni dopo una lunga esperienza nell’hotellerie veneziana. Quest’anno abbiamo rinnovato la brigata di cucina con l’arrivo dello chef stellato Matteo Tagliapietra, tornato a casa nella “sua” Burano dov’è nato, ma dove non aveva mai lavorato sino ad ora. Avrà sicuramente modo di dare sfogo alla sua fantasia in cucina!

Capacità e talento ben bilanciati sono due suoi pregi che esprime in cucina. Nel risotto di go per esempio, uno dei nostri cavalli di battaglia, Matteo dà un tocco orientale con l’alga nori giapponese. E nello spaghetto alle vongole mette acqua di zenzero e jalapeños. Piccante e speziato. Il cavolfiore con la crema di aglio nero sono sempre idea sua.

Alessandro e Gianluigi completano la brigata di cucina, sono due “new entry” impegnati rispettivamente ai primi, ai secondi e fritti. Questi ultimi devono essere leggeri, la frittura effettuata con farina di riso assume colore e leggerezza particolari.

frittura

Il menu adottato quest’anno si compone di cinque antipasti, cinque primi e altrettanti secondi, soprattutto di pesce. C’è sempre un piatto di carne e uno vegetariano per ciascuna delle tre portate, e qualche fuori menù (di pesce). Queste divagazioni sono essenziali pur rimanendo il nostro filo conduttore la cucina veneziana.

La cantina è snella e vede etichette sempre più di qualità elevata.

2 Da dove vengono i tuoi ospiti? Sono più italiani o stranieri?

Vediamo spesso ospiti francesi e abbiamo scoperto che Osteria al Museo è recensita nella guida Routard. Gli italiani negli ultimi due anni, complice la pandemia, si sono moltiplicati e hanno fatto decisamente la differenza, in un momento in cui gli stranieri erano meno numerosi.

3 Hai verificato alcuni stereotipi sulle caratteristiche dei turisti a seconda della loro provenienza?

Ho notato con una certa curiosità che gli orientali, quando si siedono al tavolo, per ordinare utilizzano le foto dei piatti che portano con sé. Mi hanno chiesto più volte prosciutto e burrata, per esempio.

4 Raccontaci qualche aneddoto bello o brutto legato al tuo lavoro.

Aneddoti brutti non ce ne sono per fortuna. Ho un bel ricordo recente, ricevere la telefonata da un hotel da parte di un cliente, che voleva ringraziarmi per la cena meravigliosa consumata nel mio locale. Ho riconosciuto di chi si trattava, perché mi ha lasciato una lauta mancia. Parliamo di clienti stranieri ovviamente, la mancia non è una consuetudine fra gli ospiti italiani.

esterno osteria

5 Cosa fa di un ospite una persona speciale, di quelle che a fine soggiorno fa venire voglia di starci insieme più tempo? Si può diventare amici degli ospiti e mantenersi in contatto anche dopo?

Sì certamente, fa piacere quando i clienti tornano a mangiare qui da me e anche quando consigliano l’osteria al Museo agli amici e conoscenti, il caro vecchio passaparola.

6 L’ospitalità si compone di tanti fattori, secondo te quali doti o talenti deve avere chi se ne occupa, e cosa si impara invece lavorando “sul campo”?

Essere predisposti al contatto umano è una dote personale, qualità necessaria ma non sufficiente per occuparsi di ospitalità in modo professionale. Doti come educazione e rispetto sono altrettanto necessarie, da sviluppare col tempo e da affinare con l’esperienza.

7 Ospitare significa anche uscire, far conoscere le persone e il territorio “dietro”, in altre parole viaggiare. Come pubblicizzi la tua attività? Dove vai quando non sei impegnato al lavoro?

Comunicare un ristorante non è facile, è un lavoro che si dovrebbe fare “fuori dal lavoro”. E non c’è molto tempo.

piazza galuppi

8 Consiglieresti a un giovane di occuparsi di ospitalità? SI – NO – Perché?

Il contatto con la gente ci arricchisce e ci rende persone migliori, più disponibili e rispettose. Certamente l’ospitalità è un settore lavorativo interessante, per chi intende crescere e sviluppare tali doti. Le strade per arrivare a una carriera professionale sono diverse, per esempio mi sentirei di consigliare lo studio in Svizzera, nelle loro scuole di hotellerie. Infine serve sempre viaggiare e imparare le lingue straniere, in modo particolare nel mio settore.

Post in collaborazione con: https://www.osteriaalmuseo.com/

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