La nostra giornata della cultura è destinata alla visita dei Musei, i più importanti dei quali si trovano proprio dietro il Duomo, nella ex Berlino Est: Museuminsel è un’isola destinata a questo scopo da Federico Guglielmo IV, già nel XIX secolo. Passiamo davanti all’Altes Museum (Vecchio Museo) ed all’Alte Nationalgalerie per approdare insieme alla splendida scalinata che ci porta alla prima e più importante destinazione: il Pergamonmuseum. Entriamo con il biglietto da 3 giorni che ci evita la lunga coda d’ingresso e ci diamo appuntamento per 3h dopo. Subito osserviamo che anche qui, costante negativa per un turista italiano a Berlino, mancano le audio guide anche in inglese; nelle sale di esposizione, oltre alle ovvie targhette in tedesco, ci sono solo alcune fotocopie in inglese che possiamo asportare con un obolo di 10 centesimi. Ma già nella prima sala dimentico i malumori e ammiro una delle meraviglie per cui sono qui: l’Altare di Pergamo. Ad agosto 2003 ero in Turchia e feci un’escursione a Pergamo proprio per vedere una delle 7 meraviglie del Mondo Antico, ma vidi solo una collinetta con un pino al centro e la spiegazione su una guida che diceva che l’Altare era stato smontato pezzo per pezzo e portato a Berlino dal suo scopritore, Humam, alla fine del XIX secolo. Qui la ricostruzione del monumento lascia senza fiato: sotto un’enorme tetto luminoso c’è una scalea di 27 gradini che portano all’Altare vero e proprio, ornato dal fregio di Telefo, bassorilievi che illustrano la vita del fondatore di Pergamo abbandonato, salvato ed allattato da una cerbiatta, similmente ai gemelli romani con la più famosa lupa. Intorno corrono altri bassorilievi che illustrano la lotta tra gli Dei ed i Giganti, secolare lotta tra l’uomo, le sue angosce e fobie.
Ora, tra l’ala destra o sinistra del Museo per proseguire la visita, scegliamo la prima (Museo dell’Asia Minore). A fronte di resti e mosaici di una villa romana portati qui da Acilia (!!) si innalza la Porta del Mercato di Mileto, imponente ed elegante nei 2 piani con colonne striate, che mi ricorda la Biblioteca di Celso ad Efeso, sempre in Turchia. Segue la maestosa e colorata Porta di Ishtar, maioliche blu e gialle con bassorilievi raffiguranti leoni, unicorni, tori ed altri animali che ornano anche il successivo splendido corridoio, dove gli archeologi tedeschi hanno ricostruito la Strada delle Processioni di Babilonia. Si sa che quando ai tedeschi una cosa piace se la prendono tutta intera così com’è (meno male che a quei tempi a Roma avevamo i Papi!). Le sale che circondano il fantastico lungo corridoio contengono magnifici reperti Assiri e Sumeri dall’Asia Minore, con le tavolette in cuneiforme, e Babilonesi con la stele di Hammurabi che permise la decifrazione di alcune lingue antiche. Saliamo di un piano e finiamo in India fra antichi tappeti e ricostruzione di templi indù. Prima dell’appuntamento con il gruppo ci sediamo sulla scalinata dell’Altare di Pergamo per goderci il panorama che ci circonda. Alle 13.30 siamo tutti insieme solo per decidere che, visti i tempi diversi di ognuno, ci vedremo stasera in pensione per la cena. Siamo così liberi di rientrare nel museo e dedicarci all’ala sinistra con la collezione di arte antica dove mi sento un po’ a casa: nelle sale che visitiamo ci sono splendide statue greche, romane e copie romane di sculture ellenistiche. Sempre in 4 usciamo e, guidati da Alessandro, puntiamo verso un museo di Arte Moderna, strada facendo ci fermiamo in un vero pub tedesco dove consumiamo una delle migliori mangiate in terra alemanna, per soli 4 euro la frau, anche qui non proprio di primo pelo, ci porta un piatto squisito di carne, crauti e patate, innaffiato da una squisita Berliner. A piedi entriamo nella più antica stazione ferroviaria, Hamburger Bahnhof, dal 1996 adibita a sede del Museo del Nostro Tempo. Sotto le alte volte della vecchia stazione seguiamo il percorso fra opere d’arte avanguardiste in forma di improbabili sculture: un orsetto di peluche a dimensione naturale che si fa un coniglietto bianco, foto, quadri, aggrovigliamenti di cose, monitor rotti, giochi di specchi, moto ricoperte di fango o incidentate con manichino a terra, filmati porno più o meno espliciti, suoni nel nulla. Al solito all’inizio sono attratto e divertito, ma alla fine, forse complici anche alcuni quadri che ritraggono persone dai sessi indefiniti e con le teste staccate, mi assale una tristezza per la condizione umana che mi sembra quasi di riuscire a toccare.

All’uscita prendiamo il bus in una zona che immagino periferica, ma un quarto d’ora dopo siamo nella piazza dello Zoo, esattamente all’interno dell’Europa Center, il centro commerciale con un originale orologio ad acqua alto 2 piani, ed un bar a più livelli dentro una fontana. Cerchiamo un ristorante bavarese piuttosto caratteristico indicatoci da un tedesco, al piano interrato, telefoniamo agli altri che sono in pensione chiedendo di raggiungerci sulle 20.30 ma, entrando nel ristorante tutti insieme, ne veniamo ignominiosamente respinti perché troppi (?!?), tutto pieno (?!?), italiani (?!?). Senza cercare un altro locale caratteristico ci accomodiamo al piano superiore del Centro Commerciale, al “Kartoffel Kiste”, per la solita cena di carne, cavoli e, come indica il nome, patate su patate. Al solito la birra va giù che è un piacere ma non riusciamo, nemmeno tramite lusinghe di una “lauta mancia” a scucire un grappino al colorato cameriere (a proposito Berlino non è poi quella gran città multirazziale che si pensa, anche se la nostra esperienza è rimasta limitata strettamente alle zone centrali). Quattro donne del gruppo vanno da Chez Nous per assistere al famoso spettacolo di travestiti tentando inutilmente di coinvolgere altri a partecipare, l’indomani sapremo che è stato annullato per mancanza di pubblico. Noi invece torniamo verso la pensione e ci fermiamo per il nostro unico dopocena della settimana, così sorseggiando lo schnapps tedesco scopriamo le doti astrologiche dell’avvocatessa Maria Luisa, al posto della maga titolare Rosaria, la quale ci rende edotti che l’uomo ideale è un misto di Toro, Gemelli e Scorpione. All’una torniamo in pensione e, appena Alessandro apre la porta, mi avvedo che la mia bella Samsonite verde non c’è più! Era chiusa a chiave, a differenza della porta che invece ritroviamo aperta, e conteneva, tra i cambi per la settimana, lo zoom, il telefonino, rullini fotografici, attrezzatura per toilette, medicinali, scarpe, il nuovo after shave ed il passaporto! La valigia di Alessandro è in terra, aperta, così come l’aveva lasciata stamattina.

Il previsto aggiornamento della cassa comune non si fa appena i ragazzi mi informano che hanno rubato la valigia di Angelo, facciamo la lista delle preziose cose che hanno preso il volo e mi preparo a una visita imprevista quanto nuova alla stazione di polizia e all’ambasciata.

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