Negli anni Quaranta, iniziati con la guerra e finiti con la rinascita dell’Europa, l’arte ci ha uniti all’America prima dell’economia. Peggy Guggenheim arriva a Venezia dopo la guerra, fa di Venezia la sua terra e di Palazzo Venier dei Leoni la sua casa, quella che oggi conosciamo come la collezione Peggy Guggenheim. Una raccolta di opere di arte contemporanea dove si respira la sua presenza e ci si sente a casa tra le sculture del giardino, tra i quadri esposti nelle sale, nell’affaccio sul Canal Grande.

Postwar Era: una storia recente è il titolo della mostra, inaugurata sabato e aperta fino al prossimo 4 aprile, che celebra alcune manifestazioni del legame tra Europa e America, dagli anni Quaranta agli anni Settanta. Luca Massimo Barbero, curatore della mostra, ci ha condotto venerdì alla scoperta di un’arte attualissima, piena di significato storico e didattico.

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Nelle undici sale dedicate sono esposte oltre novanta quadri e sculture, senza una precisa cronologia ma secondo un filo conduttore legato a temi cari agli artisti operanti sulle due sponde dell’Atlantico. Come Willem de Kooning e Jack Tworkov: a quest’ultimo la mostra rende omaggio con una serie di quadri che indagano sulla figura umana nel suo particolare periodo storico. Come Claire Falkenstein, l’altra artista la cui opera è approfondita in questa mostra, autrice fra l’altro del cancello d’ingresso al palazzo. L’espressionismo astratto e il cubismo trovano forma nella pittura su tela e carta, nella scultura in legno e metallo, resina e vetro. Tanto le forme e le geometrie sono studiate prima di dar loro spazio, quanto uno studio profondo della materia precede la messa in opera. Nell’Inghilterra del dopoguerra tale ricerca ha dato voce ad artisti come Kenneth Armitage e Graham Sutherland.

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Sono anche esposti alcuni insigni artisti italiani: Afro e Mirko Basaldella, Bice Lazzari ed Emilio Vedova, presenti pure con i bozzetti che raccontano come i quadri e le sculture sono nati. Non si può restare indifferenti per esempio al cancello delle Fosse Ardeatine, grande opera in bronzo che incornicia la storia di un massacro recente.

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La ricerca della forma e geometria è studiata da Carlo Ciussi con le sue soluzioni che ricordano a volte i pavimenti e i mosaici antichi, ma questo non è il solo rimando tra passato e presente.

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Le radici storiche dell’arte contemporanea sono evidenti nei richiami ai poemi epici e ai tesori del vicino Oriente, modelli come il Leone di Damasco sono attualizzati e arricchiti con simboli dell’arte precolombiana. Ed è così che l’Europa e l’America di oggi sono unite tra passato e presente attraverso il filo conduttore dell’arte, sublimata così bene nella mostra Postwar Era e in tutta la collezione Peggy Guggenheim.20160122_133111 20160122_130337

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